Estate in tv 2007: la replica batte l’effetto novità
Non c’è niente da fare: la replica d’estate tira sempre. Soprattutto se, nella programmazione in corso, è il frutto di una studiata strategia di palinsesto. A dispetto delle sterili polemiche sulla ripetitività della stagione estiva, il refrain seriale sta funzionando con una sua logicità e competitività. Lo dimostra una domenica sera scoppiettante, dove a dividersi
Non c’è niente da fare: la replica d’estate tira sempre. Soprattutto se, nella programmazione in corso, è il frutto di una studiata strategia di palinsesto. A dispetto delle sterili polemiche sulla ripetitività della stagione estiva, il refrain seriale sta funzionando con una sua logicità e competitività. Lo dimostra una domenica sera scoppiettante, dove a dividersi le pur laute briciole dell’audience vacanziera sono due prodotti dal sicuro appeal familiare come Don Matteo e Il Ciclone in famiglia (a dispetto dei film ansiogeni-anonimi di Canale5). Due fiction di target diverso, ma al contempo dalla fidelizzazione assicurata. Quante volte, nel corso dell’anno, abbiamo inseguito questa o quella serie televisiva made in Italy per poi rinunciare definitivamente all’impresa? Perché, se Don Matteo si scontrava con il Grande Fratello, c’è chi giocoforza tendeva a optare per uno show in diretta, rimandando la visione della fiction senza tempo o perdendosi per strada qualche puntata. E, dunque, quale miglior occasione del ripasso estivo, per rimettersi in carreggiata con l’arrivo delle nuove puntate in autunno?
In fondo, la bella stagione è di per sé un momento di catarsi, di punto della situazione. All’ossessione del nuovo preferiamo le certezze di un porto sicuro, che conosciamo e troviamo rassicurante. Spesso ci si accosta al tubo catodico per pigrizia o puro gusto revivalistico scacciapensieri, senza quella smania critica ed esigente che ci affligge nel resto dell’anno
E’ questo un altro motivo per cui le repliche dei Cesaroni impazzano al giovedì sera. Perché a settembre scorso partirono col botto, per poi subire variazioni pazzesche (prima per arginare la falla lasciata da Unan1mous il venerdì sera, poi per sopperire al flop di Fattore C alla domenica). Una fiction che era riuscita a posizionarsi bene al giovedì, serata difficile dominata dal reality-rivelazione La Pupa e il Secchione nonchè dal varietà-evento di Gianni Morandi, fu malauguratamente mandata allo sbaraglio di domenica sera, serata da sempre ostile al pubblico giovanile ed ad appannaggio dei polpettoni Rai.
Dunque, è giusto che il servizio pubblico estivo faccia anche questo, sopperire all’affollamento di controprogrammazione invernale per far ritrovare a ciascuno la propria serie preferita, che sia una replica o un primo assaggio per chi si fosse perso il precedente passaggio. E aggiungiamo, con la stessa dignità data alle repliche dei telefilm americani che ci piace rivedere all’infinito (citofonare Beverly Hills 90210).
Ma quest’estate ha visto anche un fior fior di programmi nuovi di zecca, all’insegna della sperimentazione e dell’apertura per ferie. Eppure, tra una vasta scelta, c’è stato il posto per un unico grande trionfo: quello dei Soliti ignoti di Fabrizio Frizzi.
Se il passatempo degli italiani, fino all’anno scorso, erano le Veline o la Cultura Moderna di Ricci, la Rai ha pensato di scendere in campo minando l’unica grande certezza dell’estate di Canale5: l’access prime time.
Dopo aver dato filo da torcere a Striscia la notizia con i temibili pacchi, la tv di stato ha finalmente rinunciato alla resa con il solito Supervarietà.
Tuttavia, sembra che il pubblico televisivo non riesca a concentrarsi su più di una rivelazione estiva, snobbando tristemente tutte le altre. Si è accorto qualcuno che, senza fare troppo clamore, è miseramente naufragato l’esperimento di Soirée? E’ praticamente passato sotto silenzio il congedo dei conduttori dall’affezionato pubblico (?!?), oscillante tra un 2 e un 5% a essere ottimisti, avvenuto venerdì scorso, che ha visto chiudersi anzitempo la costola estiva della trasmissione mattutina (prevista se tutto va bene fino al 10 agosto).
E pensare che Raidue tira a campare con le repliche de L’Italia sul Due, che come se niente fosse ci propina la cronaca di Sanremo in giornate da 40° (prendendoci tutti per fessi, visti gli ascolti che si confermano più che brillanti). Per non parlare di Ricomincio da qui, show obrobrioso di Alda D’Eusanio che ha imprigionato nel pomeriggio televisivo l’inconfondibile stile di una conduttrice autolesionista.
Neanche al preserale spetta una sorte più edificante, visto l’intento pressoché sprecato di puntare sull’effetto novità di due quiz inediti (in fondo, nelle due settimane di replica dell’Eredità, il pubblico sembrava accontentarsi). Mentre l’affaire Mediaset & Amadeus si fa sempre più nebuloso e getta delle ombre sul futuro di 1 vs 100 in periodo di garanzia, Pupo sembra essere diventato l’emblema del motto ‘prendi il format e buttalo’, visto che i suoi Malloppo e Tutto per tutto non hanno avuto un gran futuro. La sua attuale Reazione a catena procede senza fare troppo rumore, ma denunciando in ogni caso una sua inappropriatezza di fondo alla guida di meccanismi più “impegnativi”.
E infine, merita un capitolo a parte il discorso sul varietà, esemplificato da due testimoni: Stasera mi butto e La Sai L’ultimissima. Da una parte c’è lo show itinerante tipicamente estivo che mancava da diversi anni sui nostri schermi. Dall’altra una replica della replica, in cui non si sono neanche sforzati di aggiornare i lanci di Pippo Franco e le sue battute sull’attualità politica, ormai fuori tempo massimo. Fatto sta che il perdibilissimo programma condotto da Caterina Balivo cala di settimana in settimana (è passato dal 22 al 19% insidiata dagli inattaccabili R.I.S), mentre le coreografie d’annata di Natalia Estrada veleggiano sul 23-22% di share.
La morale della favola è, in fondo, fin troppo scontata. Ha un senso confidare nel contentino del nuovo se le buone vecchie abitudini degli amarcord-addicted sono dure a morire?