Un professore, il compito è ben fatto, ma non si applica abbastanza: la recensione
Raiuno segue il filone scolastico già intrapreso in passato, ma la fiction con Gassmann e Pandolfi sembra non portare molto di nuovo…
Fonte: Banijay Studios Italy/Anna Camerlingo
Raiuno torna in classe: è ormai un’abitudine, a dir la verità. Così, dopo Provaci ancora Prof! e Fuoriclasse (recuperabili su RaiPlay), il nuovo tentativo di raccontare la scuola pubblica passa per la bravura di Alessandro Gassmann e Claudia Pandolfi, che sorreggono tutto ciò che sta sotto il loro Un professore. Ma il risultato, almeno stando alla visione dei primi episodi, arriva ad un poco più che sufficiente.
Un professore, la recensione
Resta, però, l’impressione che l’operazione sappia di già visto. Due titoli come quelli sopra citati ci avevano provato, in maniera differente: la fiction con Veronica Pivetti aveva puntato più sul giallo, mentre quella con Luciana Littizzetto sulla commedia generazionale. Un professore, invece, tenta la strada della contemporaneità, spaziando tra difficoltà economiche, family dramedy, sentimento ed un po’ di mistero.
Quello che e viene fuori, come detto, non è affatto da buttare, ma manca quell’idea che renda la serie davvero unica nel suo genere. Un professore ben si inserisce nel filone delle fiction italiane che raccontano la scuola, senza però dare quella zampata che permetta al pubblico di riconoscerla subito rispetto a tutte le altre.
C’è la classe (sempre una in particolare, mai che i protagonisti giungano da classi differenti), il professore che si fa subito volere bene con i suoi modi di fare anticonformisti; il contrasto tra la sua bravura nel lavoro e la sua difficoltà nel privato; il supporto di un parente pronto a dargli una mano e l’immancabile storia d’amore.
Gasmann e Pandolfi (ma possiamo citare anche Filangieri, Conticini ed Engleberth, oltre ad Nicolas Maupas, attore emergente da tenere d’occhio e che il pubblico delle fiction Rai già conosce bene) assolvono così quella funzione di acchiappa-pubblico che prima era toccata a Pivetti e poi a Littizzetto. Ma pur cambiando il cast, il risultato non cambia. Un risultato sì gradevole, che sa tenere compagnia, ma che racconta la scuola tenendola dentro le caselle definite in precedenza, e quindi senza proporre una naturale evoluzione del genere.
Va anche detto che questa è una recensione scaturita da soli due episodi su dodici: ed Un professore potrebbe soffrire di quel difetto per cui la storia prenderà la giusta piega solo più avanti, rivelandosi nella sua originalità nel corso del tempo. Insomma: il compito è ben fatto, ma ci riserviamo di capire come proseguirà l’anno.