Un posto al sole, l’access informativo di Rai3 e la disomogeneità
Un posto al sole, il ventilato access informativo di Rai3 con Lucia Annunziata ed un discorso sull’omogeneità dell’offerta televisiva di Rete
Se da un lato la partita rispetto alla rivoluzione dell’access prime time di Rai3 sembra ormai -quasi- chiusa, dall’altra qui su TvBlog, ci piace scandagliare i risvolti che quella partita ha messo sul tavolo, in primis per quel che riguarda il capitolo ascolti. Stavolta però vogliamo ragionare su quello che resta spesso e volentieri dietro al mero numerello che viene diffuso tutte le mattine alle ore 10 da Auditel. Entriamo perciò nel dettaglio di quello che sta dietro a quelle cifre, concentrandoci per l’appunto sulla fascia dell’access prime time di Rai3, discorso questo però che può tranquillamente essere esteso anche ad altre fasce orarie e di altre reti. Come sappiamo la fascia di access prime time di Rai3 è occupata da molti anni dalla soap opera Un posto al sole, prodotta presso il Centro di produzione Rai di Napoli. La soap è sicuramente un successo con tanti fans che la seguono quotidianamente.
Fans agguerriti che ogni volta che questa soap viene in qualche modo “toccata” si inalberano e fanno sentire la propria voce. Ricordiamo, per esempio, quello che è successo questa estate quando fu -momentaneamente- interrotta. Diciamo subito che Un posto al sole ottiene buoni indici di ascolto nella fascia dell’access prime time di Rai3, con una media del 7% di share. Nei giorni scorsi in Rai si è iniziato a parlare di posizionare in quella fascia oraria un’access informativo per dare alla tv pubblica in quello slot orario quello che già le emittenti private possiedono. I riferimenti sono ovviamente all’Otto e mezzo con Lilli Gruber su La7 e a Stasera Italia con Barbara Palombelli su Rete 4.
Una cosa del tutto naturale il pensare ad un programma di quel tipo, infatti pareva piuttosto stridente che la Rai, la televisione pubblica, il servizio pubblico italiano, non avesse in quella fascia oraria un prodotto informativo di approfondimento (non un telegiornale, infatti da quelle parti vive e lotta il Tg2 di Gennaro Sangiuliano). Il dibattito si è aperto e le dichiarazioni dell’AD Rai sono state chiare, il progetto per la striscia di approfondimento è sul tavolo e non c’è nessuna intenzione di danneggiare Un posto al sole.
Detto questo veniamo al fulcro di questo post che riguarda gli ascolti, i target e la Rete che ospita Un posto al sole. Dunque è vero e assodato che la soap napoletana ha una media del 7% di share, che è un dato buono ed è importante per la fascia di prime time di Rai3, in parole povere è un dato certo, sicuro, quotidiano che fa “media” al canale diretto da Franco Di Mare. Prendiamo per esempio la serata del lunedì, quella fra le più rappresentative di Rai3, quella cioè che ospita il prodotto biglietto da visita del canale, ovvero Report, che per altro ottiene ottimi ascolti a due cifre. Ecco, il programma di Sigfrido Ranucci lunedì scorso è dovuto partire dal 2% di share. Ma se Un posto al sole ha una media del 7%, perchè Report deve partire dal 2% ed impiegare mezz’ora per arrivare al 10% ?
Semplice, perchè il pubblico di Un posto al sole non è -per larga parte- il pubblico di Report e di Rai3 in genere. A sostenere questa tesi ci vengono in aiuto i dati dei target di lunedì scorso dei due programmi. Parlando di livello d’istruzione il profilo del pubblico che segue Report è fatto per il 17% da laureati (più 7% rispetto a UPAS); del 40% da telespettatori con diploma da media superiore (più 3% di UPAS); con la soap prodotta a Napoli il cui pubblico è formato per il 21% da telespettatori con la sola licenza elementare. Ancora, parlando di classi socio economiche, il profilo di Report è formato per il 16% da pubblico di fascia Alta (più 5% rispetto a UPAS) e 29% da pubblico di fascia Medio-Alta (più 7% rispetto a UPAS).
E’ dunque piuttosto chiaro che buona parte del pubblico che segue Un posto al sole, poi lascia Rai3 ed il pubblico interessato a Report (che è poi in buona sostanza il pubblico di riferimento della terza Rete della Rai) arrivi alla “spicciolata” sul terzo canale della tv pubblica a seguire il suo programma preferito (ecco il 2% da dove partire il buon Ranucci). Esiste quindi un discorso di “disomogeneità” rispetto alla collocazione di UPAS su Rai3 e non tanto rispetto alla fascia oraria di messa in onda (errato dunque pensare di spostarlo per esempio alle 18:30, il problema in questo senso resterebbe).
Detto questo, una soluzione potrebbe essere quella di posizionare UPAS su Rai2, per esempio, nella medesima fascia oraria, con lo spostamento del Tg2 alle ore 21 (dove per altro già c’era prima della Riforma Rai del 1975), mettendo quindi in piedi un’access informativo su Rai3 alle 20:30, ma questo sarà tema di un’altra puntata di questa appassionante soap. Tutto questo anche per dire che uno dei temi che dovrà affrontare questa nuova dirigenza Rai sarà quello di caratterizzare al massimo l’offerta delle sue tre reti principali, con Rai1 che deve essere assolutamente pop con intrattenimento e fiction forti al centro del suo palinsesto; Rai3 che deve mostrare sempre di più il suo DNA informativo e Rai2 -il cui compito sarà il più difficile- alla ricerca di una sua identità fra sport, format innovativi, musica, con un occhio a tutto quello di nuovo che esprime il mondo oggi (senza l’assillo per forza degli ascolti).