Un medico in famiglia 9, Valentina Corti a Tvblog: “Sara crede che l’amore con Lorenzo sia scritto nel destino, ma tutto sembra darle torto”
Valentina Corti, nuova protagonista femminile di Un medico in famiglia 9, racconta questa avventura a Tvblog.
Valentina Corti è solare, estroversa e simpatica come il suo personaggio di Un medico in famiglia 9 e sentirla parlare di questa esperienza fa capire quanto abbia amato non solo il suo personaggio, ma anche i mesi di lavorazione sul set. Se anche voi avete adorato Sara Levi fin dalla prima puntata della fiction, non potete assolutamente perdere la lunga chiacchierata che abbiamo avuto con questa giovane e brava attrice che ha saputo rendere in parole le emozioni provate grazie a questa nuova e importate esperienza lavorativa e che ci racconta qualcosa in più di quello che vedremo questa sera, ma non solo. Intanto, se dovesse esserci una decima stagione, Valentina conferma la sua disponibilità ad esserci, anzi è un desiderio fortissimo che spera possa diventare realtà.
Hai un bel personaggio che ha già conquistato il pubblico con la sua simpatia e allegria. Come è stato interpretare Sara?
È stato un piacere enorme, proprio perché Sara è l’amica che tutti vorrebbero avere: sempre solare, positiva, anche nelle situazioni più scomode, più difficili. Poi ha una forza veramente straordinaria, basti pensare alla situazione difficile che vive: lei ha una malattia molto grave, di cui non parla mai e di cui non vuole parlare con gli altri della famiglia Martini. È una scelta che fa soprattutto per proteggere i suoi affetti, ma anche perché ha un questa filosofia di vita un po’ folle, voler vivere ogni attimo come se fosse ultimo. Riesce a godere appieno delle cose che la vita le regala. Questo è sicuramente un suo grande pregio. Interpretare Sara è un po’ terapeutico perché, avendo questo pizzico di follia, nella vita quotidiana fa in modo che anche io me ne ricordi, visto che sono più riflessiva e pragmatica.
Ho letto che sei una sportiva e un’appassionata di sport, che ne hai praticati molti, quindi diciamo che questo ce lo hai in comune con Sara Levi. Cos’altro?
Sì, sicuramente ci accomuna l’amore per lo sport, anche se è ovvio che Sara è una campionessa di atletica e quindi è a un livello superiore rispetto al mio (ride, ndr). Però io sono sempre stata un’appassionata di sport e quando non lo faccio, perché magari non ho tempo, me ne dispiaccio e ne soffro anche fisicamente. A parte questo aspetto, anche io mi ritengo una persona estroversa e vivace, anche se il risvolto della medaglia è l’irascibilità. Mi basta un attimo, una piccola cosa, che mi accendo. Però poi finisce lì, non è che porto rancore.
Un medico in famiglia a distanza di 16 anni si rivela sempre un successo. Come stai vivendo questo momento?
Fin dal primo giorno della messa in onda, ma forse anche da prima, ho avuto un grande riscontro, ho sentito un grande affetto. Un po’ me lo aspettavo perché sapevo che Un medico in famiglia era una serie molto amata, ma sinceramente non mi aspettavo un’attenzione così grande. Sono ovviamente felicissima, perché il mio personaggio piace, diverte molto, e la gente sta empatizzando con le diverse vicissitudini, di salute e sentimentali, di Sara. Sono contenta, vuol dire che riesco a trasmettere l’entusiasmo di quando ero sul set. All’inizio mi spaventava un pochino questa grande popolarità di Un medico in famiglia, entrare in un prodotto così conosciuto, e l’idea di stravolgere certi equilibri un po’ mi ha spaventato all’inizio. Poi è stata una sfida, da una parte audace, dall’altra piacevole, e posso oggi dire di essere felice di aver fatto parte di questo cambiamento di Un medico in famiglia, pur rispettando alcuni elementi tradizionali.
Nella scorsa puntata abbiamo visto che tra Sara e Lorenzo sembra scoccata la scintilla. Cosa dobbiamo aspettarci? Ci saranno delle evoluzioni in questo rapporto?
Sin dalla prima puntata si è visto che Sara crede molto nel destino, in una forza sovrannaturale che guida le scelte di ciascuno. E nella prossima puntata questo elemento ritornerà più forte che mai perché a un certo punto lei e Lorenzo si ritrovano per caso nello stesso cinema a guardare quel film di cui parlavano nella prima puntata, “Amore splendido”. Per Sara è come una specie di segno del loro destino, però succederà qualcos’altro che scombussolerà le cose: all’inizio sembrerà che tutto dia ragione a Lorenzo e torto a Sara, ma sarà così?
Anche perché lei è contesa da un altro uomo, Stefano…
E che pretendente direi (ride, ndr), metterebbe in crisi qualunque donna innamorata un pretendente del genere. Poi sì, il rapporto tra Sara e Stefano crescerà nelle prossime puntate, diventerà qualcosa di molto bello e molto speciale. Quindi Stefano sarà una presenza determinate nella vita di Sara.
Sei arrivata in un cast collaudato da anni, a parte i nuovi ingressi come te. Come ti sei trovata?
Benissimo. L’idea di arrivare nel cast di Un medico in famiglia da una parte è stata stimolante, perché io sono cresciuta coi film di Lino Banfi e Milena Vukotic: l’idea di poterci lavorare insieme, conoscerli, era molto eccitante per me. Dall’altra avevo un po’ di timore, la paura di un confronto con chi mi ha preceduto ed è stato al centro di questa storia. Avevo un po’ paura di creare delle competizioni, delle invidie, e invece no: sono stata accolta come se avessi sempre fatto parte di quel progetto, non ho avvertito la minima ostilità, anzi! Tutti mi hanno dimostrato una collaborazione che secondo me poi si vede, si percepisce anche da chi ci guarda in tv e non era lì. Ci sono state delle empatie, delle alchimie che hanno reso il tutto ancora più bello, più speciale da ricordare.
C’è qualcuno del cast che ti ha sorpreso più degli altri per qualche motivo, da cui sei ad esempio riuscita a imparare qualcosa?
Per tante piccole cose, un po’ tutti i grandi, quelli della mia generazione. Ma, ad esempio, Lino Banfi mi ha colpito perché oltre ad essere molto professionale è un vero capocomico, uno a cui piace improvvisare, modificare, creare lì per lì delle gag, in questo si vede il suo amore, la sua grande passione per questo mestiere. Ognuno di loro mi ha colpito per una caratteristica: se penso a Milena Vukotic, ad esempio, è un’altra grandissima professionista, una vera maestra. È precisa in tutto quello che fa, in tutto quello che dice e come lo dice. Giorgio Marchesi, che nella fiction interpreta mio fratello, mi ha colpito molto perché, sebbene sia bergamasco, è caciarone come uno del Sud: è una specie di giullare, quando avevamo le scene insieme era veramente difficile concentrarsi, rimanere seri, è di una simpatia disarmante. Insomma, tutti sono fantastici, compresi i ragazzini: ognuno di loro mi ha dato qualcosa.
Quale è la cosa di questo set che ti è piaciuta di più?
Il valore aggiunto di questo progetto è stato di poter lavorare con persone così diverse per età, background, formazione. Poi è sicuramente il lavoro più lungo a cui ho preso parte, diverso da ciò che avevo fatto fino adesso. Un’esperienza così lunga pensavo potesse diventare quasi un’abitudine, pensavo mi sarei potuta adagiare, anche col personaggio, e invece non è stato così: è stato stimolante dal primo giorno all’ultimo, un po’ anche perché il mio personaggio è particolare e ha un’evoluzione emotiva ricca. La lunghezza della lavorazione mi ha dato modo di entrare a fondo nel personaggio, nelle dinamiche della famiglia, e quindi è stata una vera palestra per me. È stata un’esperienza che mi piacerebbe ripetere.
Ecco, a questo proposito Flavio Parenti ha già detto che, nel caso di una decima stagione lui si prenota già da ora. Tu?
Sì, anche io come lui. La pensiamo allo stesso modo e ce lo siamo detti. Se partirà questo progetto della decima stagione siamo d’accordo io e lui: ci saremo!
Quindi avrete un finale aperto in questa nona stagione, che vi permette di esserci anche nella decima?
Ma tu vuoi sapere il finale? Stai scherzando? Ci hai provato (ride, ndr). Ovviamente non ti dico il finale, ma gli sceneggiatori sono talmente bravi che potrebbero anche aprire dei finali semi-chiusi. Non voglio anticipare nulla, ma se si farà la decima stagione ci voglio assolutamente essere.
Hai alle spalle soprattutto televisione, fiction e mini serie. A parte Un medico in famiglia, ce n’è una che ricordi con affetto?
Sicuramente i progetti immediatamente precedenti a Un medico: Trilussa e Altri tempi. Quest’ultimo l’ho amato moltissimo, perché ha aperto una finestra su una realtà delle case chiuse, sullo sfruttamento sessuale della donna, che era ambientato negli anni ’50, però in realtà è un tema molto attuale. Trilussa per altri motivi: è stato un’opportunità enorme per tirare fuori molte sfumature del mio personaggio: da brutto anatroccolo questa ragazza grazie a Trilussa diventa addirittura un diva. È stato un bel personaggio anche per la vanità di un’attrice, oltre ad essere stato un prodotto ricco, con grande cura nel dettaglio e girato interamente a Roma. È un lavoro che ho amato molto. Ma non posso dimenticare Titanic Blood And Steel, produzione internazionale che mi ha dato la possibilità di poter recitare in inglese con attori internazionali, che provengono da altre scuole, altre realtà: è stata un’esperienza che mi ha dato tanto.