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Un medico in famiglia 9, un tutorial per le fiction che vogliono durare

Un medico in famiglia 9 conferma gli elementi che hanno reso popolare la fiction, con qualche modifica che però non cambiano il senso della serie, che così può essere ancora seguita dal pubblico

pubblicato 16 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 06:49

Su Raiuno, questa sera, è andato in onda un tutorial per fiction: un manuale per tutti coloro che scrivono serie tv e che vorrebbero trovare il grande successo, duraturo e fonte sempre di grandi complimenti, qualsiasi cosa si porti in tv. Pochi passi che potrebbero cambiare le sorti degli sceneggiatori. Il tutto usando come esempio “Un medico in famiglia 9”. Ecco cosa ci ha insegnato stasera la fiction.

Innazitutto, bisogna trovare un protagonista che possa durare nel tempo. Qualcuno che, come nonno Libero (Lino Banfi), possa fare da colonna al resto del cast e garantire la continuità al racconto. E’ ideale farlo interpretare da un attore rassicurante, di una simpatia poco rischiosa e che possa far sorridere i suoi coetanei ma anche i loro nipoti. Trovato questo elemento, si può ragionare sul resto del cast.

Come una costruzione di Lego, una fiction che vuole durare tanto deve riuscire a trovare diversi mattoncini interscambiabili, che possano essere sposati, tolti e scambiati con pezzi nuovi che possano incastrarsi benissimo nell’intera struttura. Così, se qualche attore decidesse di allontanarsi dal set, basterebbe trovarne uno che possa sostituirlo. Giusto per continuare la metafora, il pezzo di ricambio non deve essere troppo diverso dal precedente, ma deve ricordarlo. Nel caso di “Un medico in famiglia”, Lorenzo Martini (Flavio Parenti) non è Lele nè vuole esserlo: la sua è una storia tutta nuova, ma solo il fatto che sia presentato come il “nuovo medico” segna la sua presenza nella fiction come basilare a garantire un senso al titolo stesso.

Poi ci sono le storie. Semplici, facili da memorizzare e con un percorso che possa essere poco contorto e facilmente riconoscibile dal pubblico: più i telespettatori possono capire cosa sta succedendo, più si sentiranno sicuri che i personaggi della fiction non li deluderanno. E, di domenica sera, meglio non avere troppi pensieri, no? Se alle storie, poi, si prova a dare una funzione legata all’attualità, basta che non ci siano polemiche o il rischio di finire sulle prime pagine dei giornali. In questo, “Un medico in famiglia” è perfetto: racconta vicende vicini al sentire comune ma non troppo da poter misurare il senso della società.

Infine, l’ambientazione: non serve a niente cambiare scenario più volte nel corso di una puntata, ne bastano pochi ma decisi, di facile memorizzazione e che siano familiari. Una casa, un luogo di lavoro, ambienti in cui i personaggi possano muoversi sicuri, accogliendo il pubblico come se fosse uno di loro, dando un senso di sicurezza che garantirà alla fiction anni ed anni di durata.

“Un medico in famiglia 9” ha mostrato come questi elementi possano servire ad una fiction ad andare in onda per molti anni. In una serata tutte queste caratteristiche hanno permesso al pubblico di tornare a seguire i Martini senza perdersi nel giro di attori che escono ed altri che arrivano. Nessuna confusione, per una serie tv che ha consolidato i suoi punti forti nel corso degli anni: nessuna novità sarà troppo forte per “Un medico in famiglia” da far storcere il naso al pubblico. Che si ritrova da nove stagioni la stessa casa, la stessa clinica, le stesse storie. Ma aggiornate quanto basta a farle sembrare diverse.


Un medico in famiglia 9

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