A Un giorno in Pretura il processo per l’omicidio di George Floyd
Il processo per l’omicidio di George Floyd, il 46enne soffocato da un poliziotto durante un fermo, al centro di Un giorno in Pretura.
Mentre per i media di mezzo mondo il processo dell’anno made in USA è stato quello che ha visto protagonisti Johnny Depp e Amber Heard, per Un giorno in Pretura il processo da seguire è quello per la morte di George Floyd, il 46enne ucciso nel maggio 2020 a Minneapolis. È questo, infatti, il tema della puntata in onda questa sera, sabato 18 giugno, intorno alla mezzanotte su Rai 3. Si tratta di un caso fondamentale nella storia recente degli Stati Uniti, che ha rilanciato il movimento Black Lives Matter non solo nel paese ma in buona parte del mondo occidentale: quei 9 minuti e 25 secondi che Floyd ha trascorso a terra, immobilizzato da un poliziotto che lo ha tenuto fermo puntandogli un ginocchio sulla gola, sono diventati l’emblema della violenza della polizia contro le persone di colore e sono entrati prepotentemente nell’agenda dei diritti civili, oltre che nell’immaginario collettivo. Basti ricordare la prima puntata della quinta stagione di This is us per avere anche solo un’idea dell’impatto che l’evento ha avuto nella società civile.
Tra i quattro poliziotti che hanno tenuto fermo Floyd in quei 10 minuti fatali c’è l’agente Derek Chauvin, proprio quello che ha tenuto il ginocchio sul collo dell’uomo, morto per soffocamento. A incastrarlo le immagini registrate da una ragazza presente sul posto che l’ha poi diffuse sui social scatenando un’onda di riprovazione mondiale. Un giorno in Pretura segue il processo per l’omicidio di George Floyd entrando nell’aula del tribunale della contea di Hennepin, in Minnesota, che ha ospitato le udienze e la giuria.
Dopo aver seguito negli anni processi di mafia e popoplari casi di cronaca, omicidi eccellenti e vicende controverse, tra cui anche la discussa vicenda di Gina Lollobrigida, Un giorno in Pretura sceglie di dare uno sguardo al sistema giudiziario americano, grande protagonista della serialità di genere, ma raramente visto da vicino dai telespettatori italiani che non hanno accesso ai canali live dedicati ai grandi processi, come Trial Tv. Un modo per conoscere la storia di George Floyd, la sua vita e il suo omicidio, attraverso le verità processuali e non tramite documentari o trasposizioni fictional.