Un diamante? E’ per sempre…
Da alcuni anni la Diamond Trading Company, nota azienda diamantifera olandese del gruppo De Beers, pontifica sull’amore e sull’eternità dall’alto di promesse fatte in nome di monili di rara bellezza, venduti a costi inarrivabili ai più. Quasi che il vecchio detto “due cuori, una capanna” sia riservato alle coppie sporche e cattive, che in mancanza
Da alcuni anni la Diamond Trading Company, nota azienda diamantifera olandese del gruppo De Beers, pontifica sull’amore e sull’eternità dall’alto di promesse fatte in nome di monili di rara bellezza, venduti a costi inarrivabili ai più. Quasi che il vecchio detto “due cuori, una capanna” sia riservato alle coppie sporche e cattive, che in mancanza di gemme degne della Torre di Londra evidentemente non sono in grado di esprimersi reciprocamente un’emozione, anche proletaria.
O che comunque non sia sincera se non mormorata al baluginar del brillante.
Nei tempi della congiuntura storica, quando anche un affitto si ingoia quasi la metà di uno stipendio medio, vale la pena ricordare ai colleghi pubblicitari che l’anello (il noto Trilogy, qui in versione accecante) pubblicamente rappresentato – quale sinonimo, secondo la De Beers, di incorruttibile fedeltà – decine di volte al giorno (ad un pubblico spesso esasperato dalle rate del frigorifero e dai libri di scuola ancora da pagare) è composto da tre pietre purissime – montate su montatura in platino – per un totale di 1,59 carati. Il prezzo? Circa 12.500 Euro, giusto perché siete voi.
Non siamo in questa sede a contestare la consistenza dell’importo, comune a molti beni di lusso o a normali automobili, ma la forzosa associazione con la proporzionalità di un sentimento eterno e – almeno per il momento – gratuito, come l’amore appassionato. Inoltre, mettendoci nei panni della larga parte della popolazione che soffre le difficoltà del lunario, ci viene in mente la geniale battuta di Paolo Rossi: “Un diamante è per sempre? Quasi come le cambiali che ti servono per pagarlo…“.