Un applauso a Music Farm
TvBlog si occupa meno di quanto dovrebbe di Music Farm, ma i programmi sono sempre tanti e a volte le scelte sono obbligate. Con la promessa di parlarne di più nelle prossime settimane – sarò facilitata nel compito anche dalla fine di Nip/Tuck, programma che occupava la mia seconda serata del martedì -, voglio per
Con la promessa di parlarne di più nelle prossime settimane – sarò facilitata nel compito anche dalla fine di Nip/Tuck, programma che occupava la mia seconda serata del martedì -, voglio per ora tessere le lodi alle due “mezze puntate” serali e alle tre o quattro pre-serali che sono riuscita a vedere.
Music Farm è un reality-poco reality (scusate il gioco di parole), nel senso che ampio spazio viene dato alla musica, mentre la parte di vita nella farm è un contorno, seppur interessante, seppur divertente, ma è sempre un extra alla musica. Ed è giusto così, altrimenti il titolo Music Farm non avrebbe senso, come non ha più senso ormai chiamare Amici il programma di Maria de Filippi (Nemici sarebbe troppo scontato?).
Eppure gli argomenti tipici del reality non mancherebbero: le crisi di nervi di Massimo Di Cataldo, reietto “a vita”, che spacca i piatti della cucina e si porta la branda in palestra; la simpatia tra Laura Bono e Pago; i racconti del grande saggio Franco Califano; gli scherzi di Spagna; le stecche di Alessandro Safina. Se ne parla, ma non troppo. Il giusto.
Ho accennato prima all’ampio spazio dato alla musica, con le sfide giornaliere, i medley delle squadre, le esibizioni singole e le “grandi” sfide del martedì per l’eliminazione. Bella e di classe a parer mio la scelta delle canzoni che vengono presentate e grande vocalità per quasi tutti i concorrenti – forse più tra la parte femminile -.
Di buon livello anche la presentazione di Simona Ventura, forse aiutata dalla scaletta predefinita che le evita di dover parlare a braccio, sempre primadonna, ma meno che in altre trasmissioni.
Un ottimo giudizio quindi, ma da confermare. Ne riparleremo la settimana prossima.