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Un amore, ovvero Un ragazzo incontra una ragazza secondo Accorsi (a cui sfugge una degna conclusione): la recensione

Una storia semplice, forse troppo, soprattutto sul finale, per una serie che parla di amore, ma anche di onestà

16 Febbraio 2024 21:40

Se Un amore fosse uscita qualche mese fa, i The Kolors non avrebbero dovuto scomodare quell’ignaro giovane visto in stazione per cercare ispirazione per “Un ragazzo una ragazza”. Perché, alla fine di tutti e sei gli episodi della miniserie in onda su Sky ed in streaming su NOW, questo rimane: Un amore altro non è che la storia di un ragazzo che incontra una ragazza, proprio in una stazione.

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Un amore, la recensione

Stefano Accorsi, dopo l’“idea” della trilogia di 1992, 1993 e 1994, cambia totalmente genere e si dà al romanticismo contemporaneo. Quello, cioè, in cui i sentimenti non sono semplice struggimento nei confronti dell’amato o dell’amata, ma nascondono o rivelano un amore o un odio verso se stessi e le proprie scelte.

Nell’arco dei sei episodi la storia di Alessandro (Accorsi) ed Anna (Micaela Ramazzotti) si trasforma anche nella storia delle loro vite. Tra decisioni impulsive, altre ragionate, rapporti estemporanei o altri più duraturi, le loro vite diventano dei lunghi fili che dopo esserci intrecciati per un breve periodo prendono strade differenti.

La serie, insomma, racconta non una, ma due vite (e qui si torna al tema musicale: chissà che Accorsi si è fatto ispirare anche da Marco Mengoni), i cui “giri” diventano pretesto per entrare nell’intimità dei pensiero di un uomo e di una donna che, forse, non sono sempre stati sinceri con loro stessi.

Ecco, Un amore paradossalmente non parla per davvero del più nobile dei sentimenti, ma proprio di onestà: verso gli altri, certo, ma anche verso noi stessi, domandandosi tramite gli sguardi dei due protagonisti quanto ci sia di vero (nel senso di coerente con il nostro essere) nelle vite che viviamo.

Un amore serie tv Sky Il tocco di Sky e di Cattleya si vede tutto: la confezione è patinata, il cast azzeccato (Accorsi e Ramazzotti, così come i loro corrispettivi giovani, Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, sanno essere magnetici in ogni scena), non manca quel desiderio da parte della pay tv di cimentarsi e di far cimentare gli abbonati ogni volta in un genere differenti, anche a proprio rischio.

Perché Un amore, in fondo, rischia: lontano dai misteri dei crime e dalle risate della comedy, qui si parla di relazioni, senza dover per forza pescare il colpo di scena. Che, infatti non arriva. E se è vero che non ci aspettavamo plot twist alla Lost, spiace vedere una miniserie partita in modo così intrigante affievolirsi fino ad un fiacco finale, come una fiamma poco alimentata e stanca. A Un amore manca quella conclusione che i veri amori si meritano, che sia platealmente bella o disperatamente dolorosa: ma non aggiungiamo altro per non rovinare la visione.

Se dovessimo tornare ai riferimenti musicali, per chiudere, potremmo dire che questa volta Sky ha inciso un pezzo va in crescendo nella sua prima parte, ma non riesce a sfondare e, infine, non rimane in testa. Non cercavamo il tormentone, ma un pezzo per ballare abbracciati, quello sì.