Umberto Brindani, un signore tra i troppi Signorini
Arriviamo in consapevole ritardo sul caso Sorrisi e Canzoni Tv. Come un fulmine a ciel sereno Dagospia è la prima, nel pomeriggio di ieri, ad annunciare la repentina sostituzione di Umberto Brindani alla direzione del noto settimanale. Già da lunedì prossimo sarà Alfonso Signorini a ereditarne il ruolo, mantenendo anche le redini di Chi. In
Arriviamo in consapevole ritardo sul caso Sorrisi e Canzoni Tv. Come un fulmine a ciel sereno Dagospia è la prima, nel pomeriggio di ieri, ad annunciare la repentina sostituzione di Umberto Brindani alla direzione del noto settimanale. Già da lunedì prossimo sarà Alfonso Signorini a ereditarne il ruolo, mantenendo anche le redini di Chi. In realtà, come tutti i ribaltoni di un certo rilievo, anche questo richiede una certa riflessione. La mia devozione per Umberto Brindani – che va detto esula da qualsiasi potentato e raccomandazione – affonda le radici nel gennaio 2006.
Più precisamente nel giorno dell’Epifania, in cui l’allora direttore di Chi concesse un’intervista al sottoscritto, umile blogger freelance che l’aveva contattato tramite l’indirizzo di posta del giornale. Mi rispose dalla sua casella personale Mondadori con la disponibilità mista a discrezione che lo contraddistingue, poi mi diede il suo numero di cellulare. Nonostante fosse raffreddato, e nonostante il giorno di festa, rispose con semplicità e grande serietà alle mie domande, impartendomi una lezione di stile che sinora non ho dimenticato. Sia ben chiaro, da allora non c’è più stato alcun tipo di contatto tra me e Brindani, qualche mese dopo sono arrivato a TvBlog seguendo la mia strada. Ma il suo arrivo a Sorrisi, successivo di qualche mese al mio ingresso in questo sito, è stato inevitabilmente accolto su queste pagine con grande entusiasmo.
Dopo la dipartita di Massimo Donelli, che è approdato all’ambito timone di Canale 5, Umberto Brindani ha preso il suo posto in punta di piedi, intrattenendo con i lettori un rapporto sinceramente garbato e al contempo più coraggioso. Non si è tirato indietro definendo il decreto salva Rete 4
“una questione che interessa pochissimo agli italiani e soprattutto in fondo alla scala delle priorità di cui dovremmo occuparci”.
Non ha celato il suo disgusto verso certa fiction Mediaset, vedi Vita da paparazzo:
“L’ho seguita con lo stesso sbalordimento di quando si assiste a una catastrofe naturale e con la vergogna di quando morbosamente ci si ferma a scrutare un incidente stradale. In questo caso la catastrofe era la recitazione degli attori, anche nella trovatina di far guardare in macchina i personaggi, ogni tanto, per invitare i telespettatori a decidere il finale via sms“.
Un professionista non “inquadrato”, ma coerente nel concedersi televisivamente con parsimonia, che in quasi due anni di direzione ha privilegiato la sobrietà de La Sposa Perfetta alla malizia dei tronisti, totalmente assenti sul Sorrisi. Di qui c’è chi allude al calo di vendite, unica ragione plausibile per sostituire un dipendente del più grande gruppo editoriale.
Eppure, questa epurazione lampo, senza alcun saluto di circostanza o ringraziamento per il lavoro fatto, è inquietante davvero. E a rimetterci è un raro Signore nell’era mediatica dei Signorini (e delle Signorine). Spero si accontenti degli umili complimenti di un Tvblogger, che ha apprezzato negli ultimi due anni la virata più “fresca” del Sorrisi senza mai scadimenti di gusto o spazio alla volgarità. E, soprattutto, che ha trovato sinceramente autentiche le sue campagne contro lo sforo dell’access e i palinsesti pazzi.