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Ultimo 4 – L’occhio del falco: Ivan Castiglione è Totò Murace, l’intervista di Tv Blog

In Ultimo 4 ha interpretato il cattivissimo boss della ndrangheta Totò Murace. Stiamo parlando di Ivan Castiglione, che oggi Tv Blog intervista in esclusiva.

pubblicato 8 Gennaio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 22:43

Va questa sera in onda la seconda e ultima puntata di Ultimo 4 – L’occhio del falco, il film tv in due parti che vede protagonista, ancora una volta e a distanza di anni, Raoul Bova. La prima puntata è andata in onda ieri sera (trovate qui il riassunto e qui la recensione), ottenendo un buon riscontro di pubblico, con oltre 6 milioni di telespettatori e circa il 21% di share.

Noi di Tv Blog abbiamo intervistato oggi per voi uno dei protagonisti della fiction, Ivan Castiglione, che veste i panni dello spietato boss della ndrangheta Totò Murace, un criminale che cerca di insediare i propri traffici illeciti nell’Agro Pontino, in particolare gestendo il traffico di rifiuti tossici, mentre il capitano Ultimo cerca di contrastarlo.

Ivan Castiglione è un volto televisivo noto, tra le altre cose, per avere interpretato per ben 7 anni l’ispettore Giuseppe Arletti nella soap Un posto al sole. A teatro, invece, l’attore ha ottenuto svariati riconoscimenti e premi, in particolare per aver impersonato lo scrittore Roberto Saviano nello spettacolo teatrale Gomorra di cui è anche ideatore e scrittore.

In Ultimo 4 – L’occhio del falco interpreti il ‘cattivo’, la nemesi del capitano Ultimo, interpretato da Raoul Bova. Cosa ci dici di questo personaggio?

Toto Murace è uno spietato e violento boss della ndrangheta che assieme a Bruno Polimeni (Gaetano Amato) ricicla rifiuti tossici nell’Agro pontino. È uno spavaldo, veste sempre di rosa o comunque un punto di rosa lo ha sempre nel suo abbigliamento, come a voler dire “Comando io, guardate!”. Anche se ha un punto debole, ma questo non posso anticiparlo, lo vedrete stasera.

ivan castiglione in ultimo 4

Solitamente gli attori dicono di preferire interpretare i personaggi ‘negativi’, cattivi, perché più divertenti, più ricchi di sfumature. È stato così anche per te?

Beh, interpretare Murace è stata una bella sfida perché veramente lontanissimo da me. Certo, fare un cattivo è affascinante ma la cosa che mi piace dei personaggi sono i cambi di registro che la storia può richiedere, le sfumature e lavorare anche su delle piccolezze e questo può esserci ovviamente anche in un personaggio positivo.

Quale è la caratteristica del tuo personaggio che ti è piaciuta di più e quella che invece ti è piaciuta di meno?

Quello che mi è piaciuto è che è un vero bastardo, senza rispetto per nulla e per nessuno. E poi ha una macchina pazzesca! Quello che non mi piace è che purtroppo esistono realmente persone come Murace e questo me lo fa detestare.

C’è un collega che ti ha colpito particolarmente, di cui conservi un ricordo particolare?

Raoul Bova è stato veramente un gran compagno di lavoro. La sua grande esperienza la mette a disposizione per aiutarti, metterti a tuo agio e per fare il meglio. Ma anche Gaetano Amato, che mi ha dato consigli preziosi. Poi devo dire un po’ tutti, c’era una bella atmosfera, io mi sono divertito tanto.

Quale è il ricordo più netto che hai di questa esperienza, quello che porterai con te negli anni?

Ah, sicuramente i punti sul ginocchio che mi sono procurato in una scena d’azione! A parte gli scherzi ricorderò tutto, partecipare ad un film così importante e così carico di significati anche dal punto di vista della lotta alle mafie, mi rende orgoglioso del percorso che ho fatto e spero di continuare a fare.

In tv negli ultimi anni è tutto un fiorire di fiction che parlano di mafia, camorra, ‘ndrangheta, e questi prodotti ottengono sempre grande successo di pubblico. C’è però chi accusa queste serie tv di dare un’idea sbagliata e negativa dell’Italia. Tu cosa ne pensi?

Io penso che mettere a conoscenza le persone, quante più è possibile, dà fastidio al crimine organizzato. Più se ne parla, meglio è. Quindi più si racconta meglio è. Ovviamente è da detestare chi specula su questo. Allora è importante tenere un occhio puntato sulla qualità dei prodotti e su come vengono realizzati. Se c’è una spettacolarizzazione delle storie con il solo scopo di vendere, non andrebbero raccontate, ma se un film, una serie tv o un libro possono aiutare chi è in prima linea nella lotta al crimine allora ben venga.

ivan castiglione è totò murace in ultimo 4

Insieme a Roberto Saviano hai ideato e scritto lo spettacolo teatrale Gomorra, dove tra l’altro interpretavi proprio Saviano. Conoscere e capire così da vicino la realtà della camorra ti ha aiutato ad entrare meglio nel ruolo di un boss della ndragheta come Totò Murace?

Assolutamente si, queste “persone” un po’ si assomigliano, hanno degli atteggiamenti tipici. Poi ovviamente c’è anche la fantasia che alle volte rende la realtà ancora più cruda e vera.

Da attore di Ultimo 4, temi gli indici di ascolto che tanto spaventano solitamente i vertici delle reti televisive?

Certo spero vada bene, sarebbe una bella soddisfazione, ma la cosa importante è che sia un bel film e che chi lo guarderà possa apprezzarlo.

I fan di Upas ti ricorderanno senz’altro nei panni di Giuseppe Arletti. Quale ricordo conservi di quella esperienza durata ben 7 anni?

Tanti, tantissimi… È una parte importante della mia vita artistica che porterò sempre con me. Ricordo tanti amici colleghi… Tante emozioni legate alle varie vicende che il mio personaggio ha attraversato. Poi ho una sensazione piacevole, quando penso agli uffici della redazione negli studi di Napoli, un luogo movimentato e pieno di energie positive.

Vanti partecipazioni al cinema e importanti premi per il tuo impegno teatrale, come il Golden Graal, eppure non disdegni la televisione, come a volte accade tra gli attori. Come ti spieghi l’atteggiamento di certi colleghi? Un attore, se bravo, non dovrebbe sapere e volere fare tutto?

Magari potessi scegliere, in realtà non è cosi. In Italia gli attori che possono decidere cosa fare si contano su una mano al massimo due. Non credo esistano più attori che dicano no alla tv, tranne quei 6/7 che dicevo prima. Però c’è da dire che per approfondire dei personaggi occorrono tempi e grande dedizione, purtroppo in televisione può accadere che i ritmi siano elevatissimi rispetto al cinema e al teatro. Io mi sono sempre divertito , anche in tv, e i tempi brevi li ho sempre visti come una ulteriore sfida. Riuscire ad essere apprezzabile in poco tempo. Difficile ma stimolante.

C’è un ruolo che ti piacerebbe interpretare in una fiction?

Vorrei poter fare personaggi che siano ricchi di sfumature, come dicevo prima. Ruoli in cui si può avere la possibilità di lavorare su gamme ampie, magari anche ruoli brillanti. Incrociamo e speriamo!

Dopo Ultimo 4 dove potremo rivederti?

Ho lavorato nel film di Daniele Luchetti, “ Storia mitologica della mia famiglia” e ad un’opera prima di un giovane regista napoletano, Francesco Prisco, “ Nottetempo”. Poi riporterò in teatro “Idroscalo’93 Pier Paolo Pasolini” dove curo anche la regia. Uno spettacolo che faccio da tanto e a cui sono molto legato, prossime repliche 1 e 2 febbraio a Rovereto.