UFO Diapolon – Guerriero spaziale in onda dal 23 novembre su Man-ga
Quando guardo le serie mecha classiche provo una grande nostalgia per gli anime anni ’80. Oggi con un gran sorriso sul volto vi segnalo che il canale Man-ga ripropone la serie “Ufo Diapolon” (UFO Senshi Dai Apolon), prodotta da Eiken nel 1976, a partire dal 23 novenbre dal lunedì al venerdì alle 17.30. L’anime composto
Quando guardo le serie mecha classiche provo una grande nostalgia per gli anime anni ’80. Oggi con un gran sorriso sul volto vi segnalo che il canale Man-ga ripropone la serie “Ufo Diapolon” (UFO Senshi Dai Apolon), prodotta da Eiken nel 1976, a partire dal 23 novenbre dal lunedì al venerdì alle 17.30.
L’anime composto da 26 episodi diretto da Tatuo Ono, in Italia venne trasmesso per la prima volta nel 1982 e ancora altre volte, sempre sulle tv locali.
Protagonista è il sedicenne Takeshi, l’anima del robottone componibile ad energia solare Diapolon composto da tre robot: Edda che gli fa da testa, Trangu il tronco e Legga, sia addome che gambe. Il ragazzino è un orfano ospite de ‘La casa del Cielo blu’, ed è appassionato di football americano come i suoi compagni Miki, Goro e Matsuo. La caratteristica particolare dell’anime è che il ragazzo si fonde con il metallo del robot e insieme diventano una sola cosa, come se il robot diventasse l’armatura del ragazzo, in una trasformazione coinvolgente ed emozionante. Tutto ha inizio quando una lama di energia, nel corso di un temporale, trafigge il suo petto in seguito al cui evento scoprirà le sue origini extraterrestri, di essere Dai Apolon, il figlio del grande re del pianeta Apolon, e della sua missione di salvare il mondo dalla minaccia dei Dazaan che sono alla ricerca dell’energia chiave (presente nel petto di Takeshi).
Diapolon, ha le sembianze di un enorme giocatore di football americano alto 120 metri, e ha l’aspetto piuttosto vintage dalle caratteristiche e dinamiche molto simili alle serie robotiche di Go Nagai. Forse il plot non eccelle per originalità ma la nostalgia per il cartoon che guardavo da ragazzina è tanta, unita al piacere che proverò a riascoltare l’indimenticabile sigla de I Superobots. Se siete malati di nostalgia anche voi, seguite il video della “fusione del corpo” (noto grido di Takeshi), di seguito.