Home Ubaldo Pantani Ubaldo Pantani a TvBlog: “Cancel culture e blackface pure follie. Lapo è un amico, difficile prenderlo in giro”

Ubaldo Pantani a TvBlog: “Cancel culture e blackface pure follie. Lapo è un amico, difficile prenderlo in giro”

Intervista a Ubaldo Pantani: “Quando feci Gay Meteo 24, la parodia dei meteorini di Sky, i diretti interessati mi chiamarono divertiti e nessuno si scandalizzò. Ora sarebbe impensabile”. Su Belve: “La Fagnani è talmente brava che non ha bisogno di nessuno attorno”

20 Ottobre 2023 11:19

Prendere in giro e scherzare in un’epoca di politicamente corretto. Dura la vita per i comici e per gli imitatori, sempre più spesso costretti a contenersi e censurarsi. Chi prova ad andare controcorrente è Ubaldo Pantani, una delle maschere più apprezzate nel panorama italiano che in questa stagione appare sia a Che tempo che fa che al GialappaShow. “A questi ci aggiungo Tale e Quale Show – afferma l’attore a TvBlog – con Carlo Conti mi trovo bene, mi diverto e come ogni anno partecipo a qualche puntata. Ne ho già fatta una e tornerò nella fase finale di questa edizione”.

Pantani ha seguito Fabio Fazio anche su Nove, dove prende parte, per l’appunto, al ‘tavolo’ di Che tempo che fa. Qui dà forma e voce a Lapo Elkann, che si integra alla perfezione con gli altri partecipanti: “E’ una scelta condivisa, ogni trasmissione è un mondo a sé e ha bisogno di una figura che riesca ad amalgamarsi con gli altri colleghi. Fazio ha optato per Lapo, con il quale sto andando quasi oltre la parodia. Ormai lo dipingo come fosse un personaggio di fantasia”.

Lapo è un suo caro amico. Quanto è difficile sfottere una persona a cui si vuole bene?

E’ vero, sono un suo amico. Proprio l’altro giorno ci siamo scritti. Il mio tono è sempre scherzoso, se mai dovesse capitare una caduta di stile sarà per uno sbaglio involontario. Lapo è una persona straordinaria, è difficilissimo per me prenderlo in giro. E’ una sofferenza, ti giuro.

Domenica Fazio ha mostrato una foto di Paolantoni e Cirilli travestiti da donne. Quando è stato chiesto agli ospiti chi fossero, il suo Lapo ha risposto “amiche”. Un’uscita geniale, ma non proprio tenerissima.

Il bello sta nell’improvvisazione e, nonostante il programma abbia una struttura solida, al tavolo di improvvisazione ce n’è tantissima. E’ fondamentale. Alcune volte può capitare che si debbano trovare rapidamente delle risposte. Cosa avrebbe potuto mai dire Lapo a fronte di quella domanda? Era un terreno talmente scivoloso che qualsiasi risposta sarebbe stata equivocabile. Non avevo molte vie di uscita, se ti arriva una palla devi essere bravo a giostrarla bene. Il mio Lapo spesso scambia le persone e le sbaglia, mi è sembrato un buon compromesso. Comunque, la malizia sta nelle orecchie di chi ascolta.

Le sue ‘vittime’ hanno sempre reagito bene alle parodie?

Nessuno si è mai arrabbiato. Cerco di fare in modo che ci sia poca distanza tra ciò che faccio dire ai miei personaggi e l’imbarazzo che avrei se me li trovassi davanti. La mia spiegazione può sembrare contorta, lo so. Diciamo che tendo a non creare l’abisso, evito di massacrarli. Sono un intrattenitore che fa satira politica e di costume. La nostra è un’arma e dobbiamo farne un uso legato ad un unico obiettivo: far ridere.

Rimanendo in tema Fazio, chiunque del cast venga interpellato ama sottolineare il clima positivo che si respira a Che tempo che fa. Vale pure per lei?

Assolutamente sì, lo sottoscrivo in pieno. Non è facile realizzare un programma corale, i meccanismi di interazione sono delicati. Al tavolo ci sono come minimo otto persone e la maestria di Fazio sta nel dare il giusto spazio a tutti e nel calibrare gli interventi. Devi poi sviluppare la sensibilità e la sintonia con gli altri per comprendere quando intervenire. Non è semplice, ma tutto funziona bene. Questo giusto equilibrio lo ha creato Fabio. Hai l’impressione di stare dentro ad una compagnia, dove c’è un capocomico e tutti sanno cosa fare.

Al GialappaShow, invece, il contributo non è in studio, bensì in esterna con clip registrate. Sarà così per l’intera stagione?

E’ un accordo che ho trovato con la Gialappa’s. Essendo già impegnato tutto l’anno, ho ritenuto che fosse il modo migliore per partecipare ad un programma a cui tengo, ma differenziando il lavoro. Tra Tale e Quale, Che tempo che fa e GialappaShow provo a offrire robe differenti, così come sono differenti i contesti.

Gialappa's Band in GialappaShow 2

Eppure in passato confidò di preferire le performance dal vivo “per mantenere la freschezza nello scambio di battute”.

In studio c’è già Forest che dialoga con la Gialappa’s. Gli interventi dei comici sono molto brevi e spesso rappresentano degli snodi. Essendo il programma strutturato in questa maniera, la soluzione dell’rvm ci è sembrata quella migliore.

Questo significa registrare video ‘freddi’ privi dei commenti fuori campo di Santin e Gherarducci. Immagino non sia semplicissimo.

Duettare con loro è il massimo. In questi casi puoi solo immaginare cosa potrebbero dire o rispondere. Col registrato vai dritto spedito con le tue battute, parli guardando in camera come se ti rivolgessi direttamente allo spettatore.

Una delle novità della nuova stagione è Tentescion Ailand. La sua vuole essere un’imitazione di Filippo Bisciglia o una parodia generica del reality?

Quello è uno sketch corale dove cerchiamo di far ridere e divertire. Non ho mai pensato di realizzare un’imitazione nel suo senso classico. E’ chiaro che il mio personaggio sia ispirato a Bisciglia, ma è una parodia. I meccanismi sono diversi. Probabilmente non lo avrei mai impersonato se fossi stato da solo. Tuttavia, essendo una gag di gruppo ed essendo quello il mio ruolo mi sono divertito a smontarlo e rimontarlo.

Tempo fa annunciò l’imitazione di Enrico Papi, che però non si è mai vista in onda.

Non ricordo perché decidemmo di non proporla. Inizialmente non mi divertiva, poi ci ho riprovato. Sto terminando la preparazione, vedremo. Ma tutte le volte che anticipi un personaggio, il Dio delle imitazioni ti punisce. Per un motivo o per l’altro non lo fai. E’ scientifico.

Svelò di essere stato bruciato sul tempo da Crozza in occasione della parodia di Antonio Conte. E’ accaduto altre volte?

Capitò che lo stesso giorno buttammo giù tutti e due l’imitazione di Conte. Di recente mi è successo con Umberto Galimberti. L’imitazione era pronta, ma sul web ne ho trovata una identica a come l’avrei fatta io. A quel punto ho rinunciato.

Come mai?

Se hai una chiave diversa e ti convince, è giusto portarla avanti. Al contrario, se un altro l’ha pensata in un modo così uguale da farti pensare che qualcuno sia entrato nella tua casella mail (ride, ndr), allora lo accetti e rinunci. Perché dovrei proporre una cosa identica a quella di un altro che già la fa bene?

Tornando alla tv, possiamo considerare la fugace partecipazione a Belve un’occasione mancata?

No, Belve è Francesca Fagnani. E’ talmente brava che non ha bisogno di nessuno attorno.

Era stato presentato in conferenza stampa. Qualcosa evidentemente è mutato in corsa.

Come ho ripetuto più volte, non era necessario il mio apporto. Belve funziona benissimo così. Se faceste la stessa domanda a lei risponderebbe come sto facendo io. Con serenità si è pensato che non ci fosse bisogno di me.

L’incontro con Massimo Giletti poteva essere sfruttato meglio, non crede?

C’era il vero Giletti in studio e l’incontro con me è avvenuto  in un momento delicato. Lui era uscito in lacrime e commosso dall’intervista. C’è stato un siparietto breve, uno snodo che è servito al programma, che si basa sulle interviste.

Omosessualità, obesità, femminismo, colore della pelle. Quale di questi ad oggi è il terreno più scivoloso per chi fa satira?

Il vero problema è la cancel culture. Ti trovi a dover censurare video del passato e non basta nemmeno evidenziarne la data di pubblicazione. Basterebbe quello per spiegare il segno dei tempi. Se una gag in un certo periodo non ha creato problemi è perché in quell’epoca non provocava clamore. Quando feci Gay Meteo 24, la parodia dei meteorini di Sky, i diretti interessati mi chiamarono divertiti e ci ridemmo su assieme. Nessuno si scandalizzò. Ora sarebbe impensabile. Se quello sketch lo rimandassero oggi, verrei massacrato.

A Tale e Quale avete dovuto fare i conti anche con la polemica del blackface.

Follia pura, è una piaga intellettuale che colpisce tutto il mondo. Ti mettono di fronte al ragionamenti profondi, spiegandoti cosa ha rappresentato nel corso degli anni dipingersi la faccia di nera e ti fanno sentire in colpa. A quel punto ti arrendi.

Ubaldo Pantani