Uà, che sbadiglio: tutto liscio, tutto scritto, tutto poco sorprendente. Baglioni fa Baglioni (ma non erano bastati i due Sanremo?)
Non ci sarebbe nulla di male nel vedere Baglioni fare Baglioni. Peccato lo abbiamo già visto in due Sanremo. Uà poteva e può essere altro…
Poteva essere l’occasione giusta per vedere uno show del sabato sera degno di questo nome su Canale 5, ma Uà tradisce le aspettative – sempre che ci fossero in un palinsesto abituato a vivere di reality e talent – e regala pochi momenti di luce vera, alternati ad altri, ben più lunghi, di un grigiore che dalla scenografia dello studio arriva a pervadere l’atmosfera casalinga.
Uà non è il grande show del sabato sera, piuttosto un grande show che teatralmente mette in scena Claudio Baglioni, le sue canzoni, la sua vita. Dietro a uno spettacolo molto scritto, che in questo caso non fa necessariamente rima con qualità, si nasconde la fragilità di non potersi abbandonare neppure a un minimo di improvvisazione, che pure ogni tanto non guasterebbe, soprattutto se fatta dai professionisti da cui Baglioni si fa circondare lungo tutta la serata.
La mancata diretta e l’assenza di un pubblico realmente coinvolto nello studio costituiscono poi ulteriori elementi di difficoltà per uno show che nel complesso fatica a costruire una propria coerenza fra vari momenti che spesso restano scollegati fra loro: a unirli è solo il montaggio e questo il pubblico da casa inevitabilmente lo percepisce.
Gli ingredienti sulla carta erano promettenti e la materia prima (Claudio Baglioni) garanzia di successi (i suoi due Festival di Sanremo lo sono stati sotto tanti punti di vista). Peccato che nello show sia rimasta solo la materia prima, senza neanche affaticarsi in una particolare lavorazione: tutti duettano con Baglioni molto spesso su sue canzoni (poi anche lui si abbassa talvolta a fare quelle degli altri) e così il senso di dejà vu aumenta.
Questa volta manca però la cornice di Sanremo a nobilitare e a far diventare d’oro tutto quello che accade sul palcoscenico, che, enorme, gigante, lascia a volte solo, al centro, un coraggioso Claudio Baglioni. Coraggioso perché ha semplicemente pensato di riproporre se stesso, aggiungendoci poco altro (vedi momento Hunziker e Favino – dov’è che li avevamo già visti?), per conquistare il pubblico di Canale 5. Se ci riuscirà complimenti, ma “adesso la pubblicità”.
Ps. Il finale in crescendo con Frassica e Marcorè più promettente di tutte le precedenti due ore di trasmissione. Il Baglioni spalla funziona anche senza i vecchi amici con i quali lo abbiamo già visto in tv: bastava osare un po’ di più dall’inizio…