Twin Peaks, Kyle MacLachlan parla del finale di serie (e di una possibile nuova stagione)
Kyle MacLachlan commenta il finale della terza stagione di Twin Peaks e rivela che per ora non si sta parlando di un’altra stagione della serie tv
Chiunque abbia visto il finale della terza stagione di Twin Peaks avrà avuto pensieri non proprio in sintonia con quelli che si potrebbero avere di fronte ad un qualsiasi finale di stagione o di serie: poetico, nostalgico, assurdo, incomprensibile. Un finale in puro stile David Lynch, che conferma la volontà del regista ed autore di seguire la propria linea di pensiero senza farsi influenzare dalle logiche televisive (e già altri episodi della serie ce lo hanno dimostrato).
-Attenzione: spoiler sul finale di serie-
Nell’ultima puntata, infatti, molte questioni rimangono in sospeso: non sappiamo cosa sia effettivamente successo ad Audrey (Sherilyn Fenn), che fine abbia fatto Diane (Laura Dern), dopo la notte di passione passata con Cooper (Kyle MacLachlan), ma soprattuto non sappiamo se quest’ultimo sia riuscito a salvare Laura (Sheryl Lee) dopo essere tornato indietro nel tempo prima che la ragazza fosse uccisa. L’agente, infatti, trova una donna identica a lei, che però vive lontano da Twin Peaks e con un nome differente. La donna, una volta portata davanti alla casa in cui è cresciuta Laura, non ricorda nulla. La serie si chiude con lei che urla terrorizzata.
Un finale dalle numerose interpretazioni, che neanche MacLachlan vuole spiegare:
“Sono rimasto molto scosso da quel momento. E’ un finale traumatico, ovviamente. L’interpretazione si apre a molteplici possibilità. Non sono sicuro di cosa ne penso. Abbiamo girato quella scena molto presto rispetto al resto della produzione, a rivederla ora è incredibilmente potente, soprattutto con Sheryl Lee ed il suo urlo impressionante nel mezzo della notte in una cittadina di Seattle”.
L’attore, però, ha ormai imparato a lavorare con Lynch senza porsi troppe questioni:
“Quando ho iniziato a lavorare con lui gli facevo un sacco di domande, ma nel corso degli anni ho imparato che tutto quello che mi serve è avere un’idea di ciò che sto facendo. Se lo faccio male, David me lo dice, ma gran parte delle volte ci sono abbastanza vicino. C’è un’incredibile relazione simbiotica tra me e David per cui le idee fanno avanti ed indietro ed io penso di interpretarle. Non c’è molto da spiegare”.
Eppure, una vaga idea ce l’ha:
“Abbiamo girato a Seattle, davanti alla casa dei Palmer, dove tra l’altro non ero mai andato, il che è interessante. Ricordo che non avevo capito bene dove quella scena si sarebbe inserita nella trama, anche se l’avevo letta tutta. Per me, è come se qualcosa fosse andato storto. Ma è solo un’impressione di cosa potrebbe significare. Quale sia il sigificato, non lo so”.
MacLachlan ricorda che quando girò il pilot della serie aveva avuto la stessa impressione: “Nell’ultima scena, si vede una mano che prende il medaglione e si sente un urlo, e capisci che ci sono delle forze oscure in gioco. E’ uno show che non si basa sul dare risposte, ma sul fare domande. Per alcuni è frustrante, per altri entusiasmante”.
Di certo, in una televisione la cui serialità deve chiudere le proprie storyline in modo chiaro per evitare le ribellioni dei fan (Lost vi dice qualcosa?), Lynch ha saputo infischiarsene, regalando al pubblico una miniserie in cui la sua arte diventa protagonista, confermando quanto Twin Peaks sia riuscito, ancora, ad imporsi in un modo tutto suo nel panorama seriale di oggi.
Ma, essendo comunque circondati da cliffhanger in ogni serie tv che servono a dare agli autori la possibilità di riprendere in mano il loro racconto, non si può non pensare che Twin Peaks possa avere una quarta stagione. Sebbene Showtime abbia detto nei mesi scorsi che “la porta per David Lynch è sempre aperta”, MacLachlan smorza i toni:
“So per certo che non se ne sta parlando. E’ così.”
Per l’attore, per ora è sufficiente sapere di aver partecipato ad un evento:
“Mi sembra di aver preso parte a qualcosa di incredibile. Questa è la sensazione iniziale, e sono molto grato di poter essere tornato a lavorare con David. E’ come se le sue visioni di Twin Peaks si siano realizzate con l’aiuto di tutti noi e di Showtime”.