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TvBlogger per l’Estate 2008: Italia-Spagna, secondo tempo

Tranquilli, non è il secondo round della partita più sofferta degli ultimi Europei. Un nostro fidato lettore, Ranma Saotome, ci ha inviato lo spin-off di un suo articolo dell’anno scorso, a proposito dei rapporti televisivi tra Italia e Spagna. E così Tvblogger per l’estate diventa a puntate! Chissà che non sia il la per un

2 Luglio 2008 15:00

Tranquilli, non è il secondo round della partita più sofferta degli ultimi Europei. Un nostro fidato lettore, Ranma Saotome, ci ha inviato lo spin-off di un suo articolo dell’anno scorso, a proposito dei rapporti televisivi tra Italia e Spagna. E così Tvblogger per l’estate diventa a puntate! Chissà che non sia il la per un nuovo trend… Continuate a partecipare con lo stesso entusiasmo, mi raccomando! Lord Lucas

Così vicini, così lontani – Parte seconda

telecincoMai come in questo periodo il fronte Italia – Spagna è particolarmente caldo: battaglia sui dati economici, battaglie sportive su calcio, moto, e diciamo pure Formula 1, battaglie anche politiche (abbiamo votato nello stesso anno, con 2 governi diversissimi tra loro). Allora ho deciso di riprendere il discorso sul fronte televisivo. Prima però spendo due parole sul calcio: come sappiamo la Spagna ha vinto l’Europeo, facendo in tal modo la gioia di °cuatro, che ha avuto ascolti notevoli (i più alti in assoluto nella storia iberica), essa per tale evento ha coniato uno slogan che fa tanto Barack Obama: podemos, cioè possiamo…

Ma torniamo all’articolo da me scritto la scorsa estate. In esso parlai della forte presenza italiana in alcune tv, del modo di fare trash, di come noi importiamo prodotti dalla loro penisola, e di alcune (enormi) differenze sull’assetto tv. Parto da qui per parlare di un importantissima risorsa televisiva spagnola che non avevo citato in precedenza: le tv delle autonomie (equivalenti alle nostre regioni).

Esse nacquero da una particolare interpretazione di una legge del 1983 del governo socialista di Felipe González, che prevedeva la nascita di un terzo canale per la TVE a carattere regionale, un po’ come la nostra RAI3, e che invece portò, in pochi anni, alla graduale rottura del monopolio pubblico (prima ancora dell’avvento delle tv private nazionali), e alla creazione del consorzio FORTA (acronimo di Federación de Organismos o Entidades de Radio y Televisión Autonómicos), che attualmente raggruppa le tv di 12 autonomie, (10 della penisola più Baleari e Canarie). Queste hanno ben poco a che spartire con le nostre tv locali, troppo spesso infarcite di televendite, infatti hanno una programmazione paragonabile a quella delle tv nazionali, tanto da proporre serie tv attuali e non dell’altro ieri, e anche importanti eventi sportivi (la tv basca ha trasmesso l’intero Giro d’Italia), inoltre anche lo share che esse raccolgono è notevole, con una media del 14% e punte superiori al 20% nelle regioni più popolate.

Se si guarda oltre l’analogico, anche in Spagna esiste il monopolio satellitare con Digital+ (la quale curiosamente è nata nel luglio 2003, esattamente lo stesso periodo in cui da noi è nata SKY), mentre il digitale terrestre, rilanciato nel 2005 dopo il fallimento della piattaforma Quiero, sta lentamente penetrando e dovrebbe sostituire l’analogico nel 2010. In esso, un gruppo privato che vuole investire non può avere più di 4 reti (ma la tv pubblica ha una deroga). E anche l’IPTV è in salute, con tanti operatori. Questo pluralismo ha fatto sì che le grandi reti perdessero ascolti (infatti da 7 mesi Telecinco non supera la soglia del 20%, con un minimo a giugno 2008 del 18,7% causa calcio, e se si considerano anche TVE 1 e Antena 3, si arriva a malapena al 52-53% delle 3 grandi messe insieme) e ci guadagnassero le altre. Sull’assetto gli spagnoli ci hanno letteralmente doppiato poi pensate come volete).

Ma noi, oltre che importare format dalla Spagna, esportiamo pure qualcosa di nostro? La risposta è sì, avendo TvBlog parlato ampiamente del successo in terra iberica di Uomini e donne (tradotto in Mujeres y Hombres y viceversa), che, dopo il boom di cui ha parlato Share, è attualmente è in media di rete. Ma tra tanti esempi, ce n’è più recondito ma che fa sempre discutere il blog: Affari tuoi. La versione spagnola (che ha registrato un solo premio max di 600.000 €), che ora non è più in onda, praticamente ha preso quasi tutto da quella italiana: titolo, pacchi, territorialità dei concorrenti, conduttore istrione… appunto, quasi. L’unica cosa che non hanno preso? La presunta eccessiva frequenza di pacchi alti alias mezzucci. Lo ha dimostrato Striscia in un suo servizio (quindi basta sparare sempre su di me e su chi attacca certi meccanismi).

Per chiudere parlo di 1 interessante caratteristica della tv spagnola, che certamente molti italiani gradirebbero: l’assenza di canone tv. Esso fu abolito a causa dell’elevata evasione (fonte Wikipedia), e forse ciò ha portato all’altissimo debito accumulato da TVE, che solo ora sta lentamente ripianando. Io però ritengo che in Italia sia improponibile avere una sola fonte di finanziamento per la RAI (sia essa canone o spot), altrimenti si rischia davvero un impoverimento del nostro ente pubblico. In conclusione: possiamo giudicare come vogliamo, ma, come dissi nel mio precedente articolo, dovremmo prendere qualcos’altro dalla Spagna (non il peggio, ma il meglio).

Ranma Saotome