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TvBlogger per l’estate 2007/37

Per la nostra rubrica TvBlogger per l’estate, Matteo ci invia un lungo scritto sulla storia di Quelli che il calcio. Un post che in qualche modo potremmo definire di “amarcord”, un po’ nostalgico verso i “bei vecchi tempi” e critico nei confronti delle ultime edizioni.C’era una volta “Quelli che il calcio” Di Matteo Era il

24 Agosto 2007 11:20

Per la nostra rubrica TvBlogger per l’estate, Matteo ci invia un lungo scritto sulla storia di Quelli che il calcio. Un post che in qualche modo potremmo definire di “amarcord”, un po’ nostalgico verso i “bei vecchi tempi” e critico nei confronti delle ultime edizioni.

C’era una volta “Quelli che il calcio”
Di Matteo

Quelli che il calcioEra il 1993 quando a Raitre decisero di dare un tocco in più alla domenica pomeriggio classica, caratterizzata da contenitori di varietà e musicali, e allo stesso tempo ridare vita ad un programma radiofonico, “Tutto il calcio minuto per minuto”, che a causa delle nuove tecnologie come la pay-tv che già avanzava cominciava a perdere smalto. L’idea era quella di produrre un contenitore calcistico che potesse divertire come “Mai Dire Gol” della Gialappa’s Band in onda su Italia 1.
La scelta cadde su Marino Bartoletti, volto noto del giornalismo sportivo in Rai e precedentemente anche nelle reti dell’odierna Mediaset, Carlo Sassi e alla regia Paolo Beldì, che ha firmato i primi “Mai dire Gol”. Con questo trio nacque “Quelli che il calcio”.
La trasmissione venne affidata a un conduttore giovane emergente, Fabio Fazio. Lo scopo del programma era informare i telespettatori degli aggiornamenti delle partite di Serie A, ma farli allo stesso tempo divertire sul mondo calcistico con uno stile diverso da quello gialappiano, pur chiaramente occupandosi dello stesso tema.
La prima sigla del programma fu firmata da Enzo Janacci ed era già indicativa per capire lo stile della nuova trasmissione. Fondamentali per il programma furono le radiocronache di tifosi d’eccezione, come quella di Idris, giornalista sportivo senegalese e sfegatato juventino (per la cronaca, la moglie è interista, mentre la figlia milanista, ndr), che con quel suo modo di seguire le vicende della Juve è riuscito a diventare simpatico anche ai non-juventini.
Nel programma non c’era solo calcio, ma importanti erano i momenti musicali con ospiti internazionali e i collegamenti da ogni parte del mondo affidati a Paolo Brosio, ex inviato del Tg4 di Emilio Fede, che sapeva mettersi in gioco e stare allo scherzo tra servizi improbabili, come un viaggio in Transilvania in visita nel castello del Conte Dracula e la presenza semi-fissa del principe Emanuele Filiberto.
Nella prima serie c’è stato anche l’economista Everardo Della Noce – grande tifoso della Spal – per il Milan. In risposta a Idris seguiva le partite la Mamma di Paolo Brosio e in seguito poi Teo Teocoli. Tra gli altri personaggi si distinsero Peter Van Wood, che aveva il compito di fare i pronostici sulla partita di cartello ma portando spesso sfortuna a quella che dava per favorita, e i radiocronisti di “Tutto il calcio minuto per minuto”, che intervenivano nei goal e nei momenti salienti delle partite.
“Quelli che…” ben presto diventò un cult domenicale, tanto da mettere in difficoltà i contenitori classici Buona Domenica e Domenica In.

Nel 1998 la trasmissione traslocò e venne promossa su Raidue, rete del direttore Carlo Freccero. Teo Teocoli diventò figura fissa del programma (poi sostituito da Diego Abantantuono per il ritorno a Mediaset) non solo seguendo il Milan e dando vita a gag scherzose con Idris, ma con nuove imitazioni memorabili come quelle di Galliani, Cesare Maldini e Peppino Prisco, senza dimenticare il grande Felice Caccamo, l’opinionista tifoso del Napoli spesso accompagnato da un giapponese tifoso del Vicenza che entrò nei cuori di tutti e nel clima della trasmissione, Takahide Sano. In seguito entrò a far parte del cast anche Luciana Littizzetto, creando lo stesso affiatamento e divertimento che si nota oggi a “Che tempo che fa”.
I collegamenti venivano sempre fatti da Brosio, ma anche da Enzo Iacchetti, spesso deriso scherzosamente per l’Inter. La trasmissione decise inoltre di seguire una squadra di dilettanti di Bologna con il sogno di portarla in Serie A: nacque l’Atletico Van Goof, prendendo il nome dal Gufo simbolo del programma e dalle previsioni di Peter Van Wood.
Tra gli altri si aggiunsero già dalla prima serie Padre Buozzi e Marcolino, che impersonavano due figure tifosissime del Bologna, Suor Paola, voce storica della Lazio, quelli di Croda, che eseguivano la parodia di Quelli che, Gene Gnocchi nei panni di Nandrolone (per sdrammatizzare il caso Juve-doping) e infine anche i Fichi D’India alle prime armi, ancor prima di Zelig. Anche telecronisti storici Rai hanno partecipato tra cui Nando Martellini.
Molti sono i volti femminili di showgirl che hanno preso parte al programma, come Alessia Merz e Alessia Fabiani, ex Letterina di Passaparola con il famoso “ballo del tagliere”, sigla del quiz di Gerry Scotti.

Nel 2001, a causa di una super-offerta del gruppo La7 che stava nascendo dalla defunta TMC di Cecchi Gori, ma anche a causa di screzi con l’allora presidente della Rai Zaccaria, che non accettava la troppa presenza di personaggi provenienti da Mediaset e la pubblicità gratuita ad alcuni programmi del Biscione, Fazio lasciò la Rai per tentare la nuova e sfortunata avventura nel “terzo polo”. Sostituire Fazio fu difficile. I due nomi favoriti furono Claudio Bisio e Simona Ventura: la scelta cadde sulla Ventura ,che con il tempo si è confermata inadatta per i veri appassionati.
L’inizio della nuova era fu problematico. Per primo lasciò Marino Bartoletti, non d’accordo con la nuova gestione, e nel frattempo stava per avvenire il cambio dei vertici Rai. L’inizio non fu malvagio:come comico arrivò Maurizio Crozza dal clan di “Mai dire Gol” e propose molte nuove imitazioni come quella di Fatih Terim. Al posto di Bartoletti arrivò Massimo Caputi prima, poi Zazzaroni e infine Varriale, il tutto condito dalle incursioni nella trasmissione di Gene Gnocchi, qui figura fissa del programma in studio. La Ventura portò in Rai anche Peppe Quintale, ex Iena, che seguiva una squadra che cambiava ogni domenica con lo pseudo-nome di Quintale Team.

Nella prima edizione della nuova era, “Quelli che…” andava in onda anche alla sera alle 21:00 per seguire il posticipo. L’idea non era male, ma causa TG2 delle 20:30 la trasmissione partì sempre tardi e non sempre si raggiungeva il feeling con il posticipo. In quella versione serale ci fu il primo cambiamento che portò alla nascita delle Schedine: veniva invitato un calciatore con lo scopo di farlo fidanzare con una promettente ragazza e già si intravadeva l’andamento verso il trash e verso lo spettacolo del programma e non più l’approfondimento calcistico e scherzoso.
Il cambiamento lo si vide maggiormente negli anni a seguire e ben presto, nonostante i diritti, il calcio venne messo in disparte per il Reality fenomeno “L’Isola dei famosi” e poi “Music Farm”, per non parlare delle imitazioni di Crozza che proponeva sempre un finto Marzullo più noioso dell’originale e i collegamenti trash con un finto comico Gigi Rock, poi sostituito da Dj Angelo e Nicola Savino di Radio Deejay.
Due ore di “isolani” e “ugole dimenticate”, azioni salienti completamente sparite, goal in ritardo, inviati dagli stadi e ospiti inadatti provenienti in maggior parte dai reality e dal Bilionaire (vedere la Marini per esempio), Gene Gnocchi con una comicità cambiata guarda caso dopo quella telefonata del Ministro delle Telecomunicazioni Gasparri. Crozza in seguito lascia il suo ruolo e arrivano Max Giusti e Lucia Ocone, proveniente dalla Gialappa’s, ma gli sketch sono ripetitivi e anche senza senso. La Ocone è bravissima nel riproporre la televenditrice, ma molte gag possono far ridere solo i leghisti della Marano Band (per farvi un’ esempio Cucchio è stato sostituito da Gayò).
La Ventura si è poi anche arrabbiata nel Campionato 2005/2006 per i goal che non poteva dare in diretta causa diritti persi e passati alla concorrenza Mediaset. Qui ci poniamo una domanda: cara Simona, devi fare mea-culpa. Come mai tranne il primo anno avete lasciato in disparte il calcio? Ordine dell’azienda forse? I diritti li avevate, ma li sfruttavate molto poco e anche gli ascolti sono crollati rispetto all’era Fazio. Mi dispiace dirlo, ma ormai ti sei dimenticata degli anni d’oro di quando eri “iena” e “Quelli che il Calcio” ormai è diventato “Quelli che il reality” o “Quelli che il trash”. Potrebbero seguire i campionati minori o anche l’Atletico Van Goof e l’unica bella novità è il Mainfredi Team che mostra una simulazione dei goal.

Quest’anno “Quelli che” rischia un tonfo incredibile, sopratutto se poi rimane Marano per favorire la Raiuno di Fabrizio Del Noce. La soluzione per salvare questo programma è molto facile: la Rai ha acquistato i diritti della Champions League. Perché quindi non fare un “Quelli che la Champions” con Teocoli, la Ventura, Fazio, le incursioni della Littizzetto e di Gene Gnocchi? Sarebbe una bella idea divertente e da “Servizio Pubblico”, dato che è sempre stato un programma di servizio che informa e diverte su uno sport che con gli ultimi fatti extracalcistici ha deluso la gente e ha fatto sempre meno appassionare i tifosi.
Per concludere, per me la colpa del cambiamento è solo della Rai e della direzione di Raidue. La Ventura ha poche colpe essendo solo una dipendente pagata che nei limiti deve stare agli ordini per convenienza, cosa che non era disposto invece a fare Claudio Bisio.

Insomma possiamo dire “C’era una volta Quelli che il calcio”!!!!

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