TvBlogger per l’estate 2007/18
Corrado è ancora una volta il protagonista del nostro spazio TvBlogger per l’estate, con uno scritto molto interessante sulla “furberia” televisiva dello spezzettamento delle trasmissioni. Tutti coloro che non hanno ancora visto pubblicato il loro post non si preoccupino. Ne abbiamo ricevuti tanti e prima o poi quelli meritevoli verranno sicuramente pubblicati.Alcuni appunti di Storia
Corrado è ancora una volta il protagonista del nostro spazio TvBlogger per l’estate, con uno scritto molto interessante sulla “furberia” televisiva dello spezzettamento delle trasmissioni.
Tutti coloro che non hanno ancora visto pubblicato il loro post non si preoccupino. Ne abbiamo ricevuti tanti e prima o poi quelli meritevoli verranno sicuramente pubblicati.
Alcuni appunti di Storia Moderna dello Spezzettamento
di Corrado
Se penso al primo Festival di Sanremo presentato da Fabio Fazio, quello del 1999, mi vengono in mente tre cose: l’ inconfondibile e inimitabile interprete femminile della musica italiana che lo vinse, l’innovativa, veloce e spumeggiante conduzione e il fatto che per la prima volta io lessi e sentii parlare di spezzettamento di una trasmissione televisiva.
Per inciso, il 27 febbraio 1999 l’ultima parte della finale ha registrato più di 13 milioni e mezzo di telespettatori ed uno share del 77,05%.
Sicuramente io ed Anna Oxa siamo stati contenti di sapere quante persone erano sintonizzati su Raiuno in quel segmento di trasmissione in cui si è arrivati alla sua premiazione, sicuramente a livello commerciale ed aziendalistico quella dello spezzettamento è stata un’ ottima mossa, ma ai meri fini dell’interesse del telespettatore medio mi domando a cosa servisse e serva tutto questo.
La finale di Sanremo del 1999 se non è stata, in assoluto, la prima trasmissione spezzettata della nostra tv, di certo lo è stata relativamente alla storia del festival più popolare e famoso d’ Italia.
Da questa “piccola furberia” in poi, in questi anni ne abbiamo viste tante, forse troppe…tra anteprime, presentazioni, ultimi dieci minuti, finalissime e quant’ altro, il telespettatore avvezzo ai dati Auditel si è un po’ stancato!
Da allora, saltando gli anni intermedi, mi concentrerei ad analizzare e a riflettere su quello che è successo in questi ultimi mesi.
Arrivando direttamente allo scorso anno, dopo qualche mese che L’ eredità, il gioco del preserale di Raiuno, ci presentò la geniale Ghigliottina, iniziai a vedere che i dati della trasmissione cominciarono ad essere divisi in due: L’ eredità-la sfida dei sei e L’eredità. All’inizio non capivo cosa volessero dire, ma, poi, guardando sul Televideo l’orario del dato de L ‘eredità arrivai alla giusta conclusione che esso fosse riferito agli ultimi dieci minuti, quelli relativi al gioco finale. Fondamentalmente i motivi di tale divisione possono essere ricondotti a due: ai fini commerciali, questo taglio significa non condiderare nel dato i 4-5 minuti che intercorrono tra una parte e l’altra, compresi di titoli del Tg1 e di pubblicità, e il fatto che, così facendo, la Ghigliottina, con giorni in cui arriva agli 8 milioni di telespettatori e share del 37%-38%, compare sempre agli occhi di chi guarda i dati come uno dei programmi più visti della giornata di Raiuno e, magari, i più non sanno che quel risultato è riferito solo a quei dieci minuti e non all’intera trasmissione.
Specularmente, dall’altro lato alla stessa ora, succede l’esatto contrario: Chi vuol essere milionario viene divisa in due, con una sorta di anteprima, chiamata Aspettando il milionario e che, se altrimenti conteggiata nell’intero dato della trasmissione, essa farebbe scendere il dato della stessa, perché il programma all’ inizio non è così seguito come lo è alla fine.
A conti fatti, mentre su Raiuno viene scorporata la parte più forte, su Canale5 estrapolano quella più debole.
A questo punto, da amante dei risultati e degli andamenti delle fasce quale sono, mi domando che senso abbiano e quanto questi dieci minuti influiscano realmente sul dato dell’intera fascia in cui sono collocati. In entrambi i casi, essi sono inutili su un periodo temporale che interessa due ore e mezza di ascolti televisivi.
Cambiando semplicemente il titolo delle trasmissioni e tornando all’attualità, anche i programmi del preserale che vanno in onda in questo periodo sulle reti ammiraglie hanno gli stessi problemi e gli stessi spezzettamenti, con l’unica differenza che il gioco finale di Reazione a catena, non va così forte come la Ghigliottina e, a mio parere, se ne potrebbe anche fare a meno di metterlo in evidenza.
Troppi, troppi, troppi spezzettamenti e divisioni…ed io, come molti altri, ne ho le tasche piene!
L’ autunnale guerra in Access che vedeva i programmi finire alle 21.40, poi, ha fatto sì che l’Isola dei famosi avesse un’ anteprima che durasse tantissimo, evitando anche alcune volte di scontrarsi con il primo tempo della partita della nazionale e con buona parte del primo episodio del Dottor House.
Stesso criterio adottato quest’anno da Buona domenica e Quelli che… quando le trasmissioni si sono scontrate con il Gran Premio di Formula1: l’anteprima durava due ore e l’ inizio dei due contenitori domenicali era fissato a dopo le 15.30, non prima che l’appuntamento sportivo dall’altra parte fosse finito.
Parlando di domeniche televisive, come non ricordare le lotte tra Domenica in e la stessa Buona domenica?
L’anno scorso Raiuno aveva diviso il pomeriggio con tre “semplici” spezzettamenti di due ore ed assegnando ad ognuno di essi un conduttore specifico che ne fosse il rappresentante… Mara Venier, Massimo Giletti e Pippo Baudo.
Quest’anno, invece, le cose sono peggiorate ed io ho rinunciato da subito a capire come fosse strutturata la trasmissione..c’erano infinite divisioni, infiniti pezzi di trasmissione, L’arena di Giletti non si comprendeva quale parte precisamente fosse chiamata a ricorpire e con venticinque minuti di programma, scorporati dalla pubblicità, il conduttore si gloriava sempre di aver vinto sul diretto concorrente di Canale5, non considerando che i dati non erano confrontabili perché di durata e di struttura diverse.
Insomma, l’ avvento imperante della pubblicità e degli investimenti in essa hanno portato a questa aberrante situazione attuale e, considerati i casi esemplari da me citati, prevedo che l’ anno prossimo non si avranno miglioramenti e prospettive differenti.
Il concetto dell’apparire sempre vincenti agli occhi di telespettatori e investitori porterà per molto tempo ancora a fare mille spezzatini, pur di non conteggiare qualche minuto di blocco pubblicitario, e ad allungare il brodo delle trasmissioni sperando di finire sempre dopo il diretto concorrente, al solo fine di guadagnare qualche punticino percentuale di share in più rispetto ad esso.
Basta!
Pensando al futuro, l’unica soluzione che mi viene in mente, molto utopistica, è quella che “dall’alto” si impongano delle leggi potendo anche immaginare e sognare i programmi diretti concorrenti che iniziano e finiscono sempre nello stesso momento. Altra cosa auspicata è il ripensamento da parte di Auditel sulla divisione delle fasce giornaliere, perché, a mio parere, tre ore sono lunghe ed inconfrontabili con l’andamento delle singole e numerose trasmissioni che in esse vengono collocate.
Che dire di più?
Ottimisti, speriamo in periodi migliori e meno… spezzettati!