TvBlogger per l’estate 2007 /33
Sulla scia del grande successo riscosso su Tvblog dai legal drama di David E. Kelly, rispolveriamo dall’archivio estivo delle vostre segnalazioni un articolo inviatoci da Igor, che rimpiange ancora i tempi di Ally McBeal e ricostruisce le sue impressioni più significative ai tempi della visione. Personalmente, spezzo una lancia a favore della passione di questo
Sulla scia del grande successo riscosso su Tvblog dai legal drama di David E. Kelly, rispolveriamo dall’archivio estivo delle vostre segnalazioni un articolo inviatoci da Igor, che rimpiange ancora i tempi di Ally McBeal e ricostruisce le sue impressioni più significative ai tempi della visione. Personalmente, spezzo una lancia a favore della passione di questo ragazzo che, fregandosene delle logiche dell’auditel, si fa guidare esclusivamente da un interesse genuino.
Ally McBeal al pomeriggio… che bei tempi!
di Igor
In fondo amo la Tv d’estate. Perchè si fanno sempre delle scoperte, a volte belle. Io qualche anno fa ho scoperto il genere TELEFILM, che finalmente questa stagione televisiva ha rivalutato.
Questa scoperta per me aveva un nome: Ally McBeal, un serial che Canale5 programmò per tutta l’estate del 2001, nella fascia oraria pomeridiana… sì, proprio quella di solito ricoperta da Uomini e Donne della De Filippi.
Quell’anno, che mi vide costretto a passare luglio e agosto in città, ero un po’ annoiato ma quel telefilm mi stupì e appassionò cosi tanto che quasi non rimpiangevo più le vacanze perdute.
Furono trasmesse la seconda e parte della terza stagione di Ally McBeal, le più fortunate. Considero questo telefilm uno dei capostipiti di prodotti che oggi hanno grande successo come Desperate Housewives e Grey’s Anatomy.
Perché nella serie tv in questione una delle basi era la coralità della narrazione e dei personaggi, al di là del titolo. Ally era si la protagonista ma attorno a lei ruotavano soggetti davvero singolari, per non dire esilaranti, personaggi in cui era impossibile non identificarsi.
In quel pazzo studio di avvocati come non ricordare John Cage, alias “Biscottino”, con i suoi tic e le sue nevrosi: quando si sentiva scoraggiato immaginava di essere il grande Barry White, tanto da canticchiare le sue canzoncine e imitare i suoi movimenti… con questa sua “fissazione” aveva coinvolto anche i suoi colleghi: indimenticabile quella scena in cui tutti loro ballano davanti allo specchio della toilette dello studio, così, per rilassarsi dal lavoro.
In Ally McBeal la toilette, in comune tra maschi e femmine, era il “refugium peccatorum”: davanti allo specchio avvenivano confidenze, pentimenti, riflessioni, prontamente scoperte da qualcuno che era nascosto in bagno!
E Richard Fish? Faceva da contraltare a Biscottino col suo cinismo e il sottolineare continuamente che l’unica cosa importante era fare soldi, salvo poi ritrovarsi a non prendere mai nessuna decisione importante e sottostare al parere degli altri, partner comprese.
Ally, di suo, era un’avvocatessa nevrotica che per sopportare meglio la realtà si affidava alla sua immaginazione… mitiche le sue “allucinazioni”, su tutte quella del neonato che rappresentava i suoi istinti, quelli che voleva reprimere in nome della sua razionalità. Memorabile la scena in cui a fine puntata Ally balla col neonato, quando comprende che razionalità e sensi possono coesistere.
Ogni puntata si concludeva con una panoramica sui vari personaggi, una sorta di “morale della favola”, esattamente come succede alla fine di Desperate Housewives o Grey’s Anatomy, le due serie di maggior successo degli ultimi anni. Con la differenza che in Ally McBeal non c’era la voce fuori campo, ma il sottofondo era una splendida musica, spesso romantic,a che penetrava tra i grattacieli della città, rigorosamente di notte.
Da allora non ho mai smesso di vedere telefilm, qualche estate dopo ho scoperto Tru calling, chiuso in Usa per bassi ascolti, ma che in Italia non è passato inosservato agli appassionati del settore .
Quest’estate è il tempo di Ugly Betty… ma anche Jericho non è male. W la tv estiva se i risultati sono questi!
Concludo con una frase tratta da Ally McBeal che contiene la chiave di lettura del successo di tali telefilm: il saper creare personaggi incredibili e nello stesso tempo tali da permettere a tutti di identificarsi:
“Georgia: “Ally, perchè i tuoi problemi sembrano sempre più grandi di quelli degli altri?”
Ally: “Perchè sono i miei!”