TvBlog, l’autorevolezza, gli pseudonimi e chi lavora in televisione
(Nota: da leggere tutto d’un fiato. Mi si perdoni, se sono troppo prolisso e se non spezzo il post, ma trovo che sia importante la sua presenza integrale in home page). Dunque, avranno notato lorsignor lettori che la presenza del sottoscritto in questi giorni su queste pagine è stata minima, in seguito a sacrosante ragioni
(Nota: da leggere tutto d’un fiato. Mi si perdoni, se sono troppo prolisso e se non spezzo il post, ma trovo che sia importante la sua presenza integrale in home page).
Dunque, avranno notato lorsignor lettori che la presenza del sottoscritto in questi giorni su queste pagine è stata minima, in seguito a sacrosante ragioni personali. Allo stesso modo, lorsignor lettori si saranno resi conto di questa sfida, lanciata alla redazione di TvBlog da Angelo Ferrari, autore e regista televisivo che, tempo fa, si è aggiunto – con nostra grande soddisfazione – alla schiera di coloro che, saltuariamente, aggiungono i loro preziosi contributi a questo nostro e vostro TvBlog.
Ora, si attendeva il mio ritorno a regime per risolvere, in qualche modo, la questione. Bene. Cominciamo da una precisazione doverosa: qui siamo tutti consapevoli del fatto che in televisione ci lavorano persone. Una critica – sia essa forte, pesante, dura, irriverente – non è mossa alle persone ma al risultato del lavoro. E’ l’etterna lotta fra chi crea e chi parla, ci sarà sempre nel momento in cui qualcuno espone il proprio lavoro al giudizio altrui. Accade per la tivvù, per la musica, per il cinema, per tutto quello che è, in qualche modo, creativo. Di fatto, il risultato del lavoro può essere buono o cattivo, con tutta una serie di grigi intermedi, ovviamente. E noi vogliamo poter essere duri, puri, entusiasti, sia nella critica sia nell’elogio.
Seconda precisazione. Qui non ci sono prezzolati, non ci sono stipendiati, non ci sono redattori al soldo di questa o quella parte. Che il sottoscritto lavori nel mondo dell’audiovisivo, non è un mistero, anzi. Ma sempre il sottoscritto si guarda bene dal tirar l’acqua a mulini personali, peraltro lontani migliaia di migliaia di miglia dalle logiche delle guerre degli ascolti della generalista. Non c’è alcun conflitto di interesse, su TvBlog.
Veniamo infine alla questione principale: l’autorevolezza e l’anonimato. Sono profondamente convinto del fatto che la rete sia fatta per parlare con nomi e cognomi e per parlare con nickname. Malaparte è il mio nickname su TvBlog, non può non esserlo, è il personaggio attraverso il quale parlo di televisione. Agli addetti ai lavori che ne hanno fatto richiesta ho esplicitato senza troppi problemi la mia identità, privatamente, e tutti hanno mantenuto un rispettoso riserbo sulla stessa.
Non credo che l’anonimato sconfessi l’autorevolezza. TvBlog si sta guadagnando, lentamente, faticosamente, riconoscimenti dagli addetti ai lavori (e quando vi sembra, per esempio, che si parli più di programmi Mediaset che di programmi Rai, be’, provate a avere a che fare con uffici stampa del pubblico servizio, poi ne riparliamo. Osservazione, questa, che non palesa alcuno schieramento. Anzi. Io sarei dall’altra parte, come sanno tutti, come ho sempre ribadito senza problemi), dal pubblico, dai lettori. Lo sta facendo perché qui si lavora sodo, si cerca di fare critica televisiva – critica dell’effimero, percarità. Ma la tv è quanto di più squisitamente pop io conosca – e la si fa a modo nostro. Coperti da un anonimato che non cela chissà quali identità, ma semplicemente la natura stessa della rete. L’autorevolezza la decreta il pubblico, che – e di questo vi siamo grati – è in costante crescita. Personalmente, sono convinto che si possa fare di più, sempre. E proveremo a farlo.