TvBlog intervista Andrea Palazzo, capo progetto di Grande Fratello: “Il televoto mai chiuso fuori scaletta. Mauro Marin? Forrest Gump, Veronica Ciardi la bad girl. Sgarbi al GF11? Perchè no?”
Con la puntata riepilogativa di ieri sera, “La nostra avventura“, si è chiusa la decima edizione, la più lunga nella sua storia, del Grande Fratello. Abbiamo intervistato in esclusiva il capo progetto del reality, Andrea Palazzo che lo segue sin dall’inizio chiedendogli anche di tracciare un bilancio di questi dieci anni di successi. In questa
Con la puntata riepilogativa di ieri sera, “La nostra avventura“, si è chiusa la decima edizione, la più lunga nella sua storia, del Grande Fratello. Abbiamo intervistato in esclusiva il capo progetto del reality, Andrea Palazzo che lo segue sin dall’inizio chiedendogli anche di tracciare un bilancio di questi dieci anni di successi. In questa lunga chiacchierata, il coordinatore degli autori parla delle modalità del televoto che tanto hanno fatto discutere quest’anno, di come viene realizzata una puntata e dei concorrenti di quest’anno, dal vincitore Mauro Marin alla bella Veronica Ciardi. E sulla nuova edizione… (Nella foto, da sinistra, uno degli autori Fabio Pastrello, il Presidente e AD di Endemol Italia Paolo Bassetti e Andrea Palazzo capo progetto)
Siamo arrivati alla conclusione di questa lunga, decima edizione del Grande Fratello. E’ soddisfatto dei risultati raggiunti?
“Molto soddisfatto visto che la media che abbiamo raggiunto quest’anno sul target commerciale è del 30,5% e sul totale individui del 27.52%. Non si può non essere contenti di questi numeri perché un programma alla decima edizione come Grande Fratello aveva alla partenza molte insidie (la lunghezza inconsueta, le incognite del cast) e invece ancora una volta siamo riusciti a raccontare delle storie avvincenti”.
Qual è secondo lei il segreto di questo format che, nonostante sia in onda da dieci stagioni, ottiene sempre così larghi consensi di pubblico?
“Credo che il format sia affascinante e meraviglioso: una scatola apparentemente vuota in cui la realtà viene travasata con vari elementi ed esperienze diverse di ragazzi che danno vita ad un microcosmo imprevedibile. Non c’è niente di scritto in tutti gli sviluppi delle storie; sarebbe molto più complesso immaginarsi un copione, un indirizzo da dare loro, rispetto a quello che è semplicemente la realtà. Il segreto credo sia proprio questo: ci sono dei ragazzi che convivono all’interno di una casa, si raccontano e a volte commettono anche alcune ingenuità, come accaduto quest’anno”.
Immagino si riferisca alla questione bestemmia che ha provocato l’espulsione di Massimo Scattarella dal gioco. Come mai c’è stato un differente trattamento rispetto per esempio a Guido Genovesi, scomparso poi dai programmi televisivi?
“Quando i ragazzi entrano, firmano un regolamento in cui viene detto loro che si assumono totalmente la responsabilità di quello che dicono. Se uno si lascia scappare un’espressione offensiva fa i conti con la realtà esterna e ne paga le conseguenze. Nel caso di Massimo Scattarella è stata più che altro un’espressione irriverente, certamente offensiva della religione, ma intendeva usare un paradosso per far capire che per la sorella avrebbe fatto quanto di più impensato. Ha commesso un errore, se ne è accorto e si è scusato subito. E’ stato squalificato in un momento in cui per noi era importante e centrale rispetto alle dinamiche del gioco: ma è stata una giusta decisione. La punizione c’è stata, l’accanimento sarebbe stato ingiustificato”.
Nel 2000 il GF fu un programma evento con una finale nella quale vinse la bagnina Cristina Plevani seguita da oltre 16 milioni di telespettatori e più del 60% di share, tutt’ora record imbattuto tra i programmi delle reti commerciali. Oggi come possiamo identificare questo programma dal quale hanno preso spunto anche altri reality show?
“Nel 2000 è stato un programma-evento che, però, alla prima puntata aveva ottenuto il 24% di share. Oggi il GF da evento, si è trasformato in un programma e, affinché il pubblico non si stanchi, è necessaria attenzione e cura nel pensarlo e nel realizzarlo. John De Mol ebbe l’intuizione, che poi divenne una rivoluzione di un genere che avrebbe sovvertito molte regole del linguaggio e del racconto televisivo: pensare un programma con gente comune che raccontasse storie ordinarie, di tutti i giorni. E ancora per questi motivi, cerchiamo sempre persone autentiche, attraverso una selezione molto accurata. Ne sono la prova alcuni concorrenti di quest’anno: innanzitutto Mauro che va totalmente fuori dagli schemi”.
Nell’arco degli anni, soprattutto dopo le prime edizioni, Grande Fratello è diventato meno severo, meno cinico con i ragazzi. Come mai questo cambio di rotta? (Foto, da sin. Andrea Palazzo, Salvatore Stolfi produttore esecutivo, Paolo Bassetti Presidente e AD Endemol Italia)
“All’inizio l’idea di Grande Fratello era quella di tenere delle persone, completamente isolate, sotto osservazione e che dovessero rapportarsi solo ed esclusivamente con un’entità misteriosa, Grande Fratello appunto, che era punitivo quasi come una divinità pagana. Le regole in realtà non sono cambiate: oggi è variato l’atteggiamento degli stessi concorrenti e la confidenza con l’entità che, col tempo, è divenuta meno misteriosa. I ragazzi sono più consapevoli e conoscono meglio l’ambiente in cui si muovono. Ricordo i primi confessionali con Pietro Taricone, si chiedeva cosa ci fosse fuori: abbiamo passato notti indimenticabili a parlare di qualsiasi cosa, di donne, di Heidegger, di Candy Candy, etc…”.
Un’altra novità di Grande Fratello è attingere dalla realtà di tutti i giorni, penso ad esempio a Daniela Martani nella nona edizione.
“Questo è un caso che dimostra quanto sia cambiato il GF in questi ultimi anni e lo si nota già nei provini. In questi ultimi anni si sono presentati tanti precari, molti ragazzi che vivono situazioni di famiglie allargate, è un segno dei tempi, un segnale evidente di come chi viene a fare questo programma (a parte il famoso quarto d’ora di celebrità), sia sempre di più uno specchio della società. Questo programma è fatto da storie e persone comuni che favoriscono l’effetto di identificazione con chi le guarda. Alcuni dicono che il GF è un programma trash: io più che di trash, parlerei piuttosto di un programma pop”.
Parlando di cast, può capitare che vediate ai provini una persona e che poi all’interno della casa non si riveli per quello per cui è stata presa. Alla luce di quello che è successo quest’anno, è soddisfatto del cast finale o avrebbe sostituito qualcuno?
“Quando un concorrente non coincide con l’idea che abbiamo avuto durante il provino è comunque sempre qualcos’altro e resta funzionale al programma. Mi spiego: se un partecipante al gioco ‘promette’ di essere meravigliosamente imprevedibile, leader, super-macho, dispotico in grado di andare contro le regole e poi si rivela tutt’altro, non sarà quel capo carismatico che avevamo pensato, ma sarà comunque un personaggio che farà gioco al programma mettendo in luce per esempio il suo essere un leader incapace, il suo essere a disagio con gli altri, e altri aspetti nascosti della sua personalità. Un personaggio come George Leonard si è rivelato subito il potenziale leader che avevamo immaginato ai provini, ma con mille altre sfaccettature che non potevamo certo immaginare. Ecco perché l’imprevedibile realtà resta lo stimolo più efficace nel costruire un programma come GF, anche dopo dieci edizioni”.
Ci rivela come viene realizzata una puntata di Grande Fratello nell’arco della settimana? Le riunioni tra gli autori, la stesura della scaletta e così via?
“Noi lavoriamo con un’impostazione di massima già intorno a martedì-mercoledì. Diamo per scontato che ci debbano essere tutti gli ingredienti, il momento di alleggerimento, quello più forte, i concorrenti in nomination, le discussioni accadute durante la settimana e, naturalmente, gli imprevisti… Naturalmente vengono lasciati veri e propri ‘buchi di scaletta’ che, spesso, si colmano solo il lunedì mattina. E’ capitato di aver messo in puntata un filmato di una litigata tra due persone e poi di eliminarlo perché queste erano riappacificate poche ore prima della diretta. In ogni puntata si buttano via sempre 3-4 filmati, anche la prova viene preparata ma, spesso, come quest’anno, siamo costretti a cancellarla per dare spazio ad argomenti più d’impatto”.
Una delle domande che spesso vengono fatte è sul televoto. Quando decidete di chiuderlo? Viene deciso prima della puntata, quindi in scaletta o durante a seconda dell’andamento?
“Viene deciso in scaletta, non potrebbe essere altrimenti. Non si potrebbe chiudere il televoto in orari differenti da quelli stabiliti in scaletta. Proviamo la puntata con tutti i reparti e non è possibile fare questo tipo di cambi in corsa qualcuno rimarrebbe spiazzato. Un programma così complesso è fatto di tantissimi incastri, non è possibile andare a braccio”.
Da cosa nasce la ‘novità’ di quest’anno, specie per le ultime settimane, di aver spostato l’ingresso dell’eliminato in studio alla puntata seguente?
“Far entrare l’eliminato in studio nella puntata successiva, fa si che gli si possa dedicare più tempo, che si possano avere filmati pronti. Capitava negli anni passati che per motivi di tempo arrivasse un personaggio importante che stava 7 minuti a discutere e, invece, avrebbe potuto parlare di sé molto più a lungo provocando confronti con gli altri coinquilini. Grazie a questa scelta, abbiamo potuto approfondire meglio alcune dinamiche”.
Parlando sempre di cast, Mauro Marin ha superato su Facebook i 400.000 fans, una cifra impressionante che fa sbiancare molti attori o cantanti di fama. Perchè è così amato? Pensavate nei casting di avere tra le mani un fenomeno mediatico o è sbocciato nel corso del reality?
“E’ un segnale della vitalità di questo programma. Nei primi anni, quando il fenomeno era ancora insolito, arrivavano sostenitori muniti di striscioni e schieramenti per uno o l’altro concorrente. Il personaggio Marin ha un valore particolare: è un outsider, ha sovvertito molte regole all’interno della casa perché con i suoi comportamenti ha scatenato reazioni opposte con tutti. E’ una specie di Forrest Gump in un mondo che da una parte gli appartiene (perché sa bene come funziona il gioco) e, dall’altra, vive con estrema e grandissima emotività tutto quanto gli accade. Mi ricordo uno dei primi provini che ha fatto: è venuto con in tasca il numerino del primo provino che aveva fatto anni prima perché questa cosa diceva, sarebbe stato un segno del destino. Il fatto che abbia così tanto seguito su Facebook ci fa molto piacere e credo che anche questo sarà un argomento di cui tenere conto dalle prossime edizioni. Ma Mauro non è stato il solo protagonista di questa edizione”.
Immagino si riferisca a Veronica Ciardi. In che modo è entrata a far parte del cast quella che secondo molti è stata la chiave di volta dell’andamento della decima edizione?
“Anche. Veronica è stata la bad-girl per antonomasia. E’ la classica ragazza che non è quello che sembra. Ha un aspetto esuberante, apparentemente più attenta all’esteriorità invece è una ragazza che ha fatto della sua fragilità la propria forza. Ai suoi detrattori appare come una che è passata da un letto ad un altro senza essersi mai invaghita realmente di qualcuno, in realtà è una persona coerente nella sua incoerenza, che ha vissuto la realtà della casa come una parte della sua vita senza pensare al gioco. Veronica è stata quello che si è mostrata nei provini, una persona piena di dubbi e tormenti anche a causa delle esperienze vissute in precedenza”.
E per quanto riguarda Maicol, il primo gay dichiarato nella storia del Grande Fratello?
“Su Maicol c’è un aneddoto simpatico. E’ stato trovato attraverso lo scouting che facciamo durante tutto l’anno alla ricerca di possibili concorrenti. Non si pensi che quando vengono contattati dalla redazione tutti accettino di fare un provino: Carmela, ad esempio, si chiedeva perché dovesse interessare, visto che non si riteneva un personaggio da reality, Maicol, invece, si è comportato esattamente al contrario: praticamente non aspettava altro. Ricordo ancora quando venne a fare il primo provino, ci disse senza remore: ‘Vi prego prendetemi, perché non so cosa dire a mio padre che mi ha prestato i soldi del biglietto del treno per venire qui!”. Stare nella casa di Grande Fratello non è una cosa da niente, è necessario avere persone motivate che siano disposte a vivere un’avventura tutt’altro che facile”.
Lei è il capo progetto di una macchina complessa come questa che vede la partecipazione di altri 8 autori, solo in questa decima edizione. Quali sono i concorrenti che le sono rimasti più impressi? E quale è stata per lei l’edizione migliore?
“Sono legato emotivamente e sentimentalmente alla prima edizione, dando per scontato che, anche tutte le altre, hanno contrassegnato momenti importanti di questa mia esperienza, sottolineati anche dai cambi di conduzione che creano piccole-grandi rivoluzioni all’interno del programma. Se mi si chiede un nome, non posso non citare Pietro Taricone, beccato nel mucchio al quale ho fatto il primo provino e ho stabilito una sintonia divertente e quasi complice. Una persona attraverso la quale ho capito la forza e l’energia di questo programma, che ha vissuto con me gli esordi di un mondo nuovo della tv; lui la viveva da protagonista insieme agli altri nove inconsapevoli concorrenti, io e gli altri autori incuriositi da una macchina produttiva così nuova e complessa”.
Alla luce del successo di quest’anno possiamo affermare che ci sarà presto l’undicesima edizione?
“E’ una decisione che non spetta a noi ma, prima di tutto, a Mediaset e poi ad Endemol Italia. Dal mio punto di vista, posso solo dire che un programma di successo come questo abbia alte probabilità di essere riproposto”.
Da anni si parla di realizzare il GF VIP che in Inghilterra e in altri Paesi ottiene grande successo. Di recente Vittorio Sgarbi si è auto-candidato per entrare nella casa. Come lo vedrebbe e soprattutto, è proprio tramontata l’ipotesi di un Celebrity GF?
“Sgarbi proprio per il suo codice genetico credo sia un concorrente formidabile, capace di sovvertire qualsiasi regola: semmai dovessi decidere di prenderlo non avrei nessun dubbio. L’ipotesi di un GF VIP è affascinante e allo stesso tempo divertente, scatenerebbe dinamiche sorprendenti che piacerebbero al pubblico, ma non dimentichiamo che il segreto di questo programma è che chiunque può diventare protagonista di un racconto non scritto. Abbiamo in questo senso molte ipotesi sul futuro ma ancora non abbiamo preso una decisione”.
Del GF si parla anche al cinema. Ha avuto modo di vedere il film “Genitori e figli-Agitare prima dell’uso” di Giovanni Veronesi? Uno dei figli protagonisti della storia vorrebbe entrare nella Casa del Grande Fratello, nonostante il dissenso dei genitori, che pensano sia un modello negativo. Come risponde a questa provocazione?
“Non ho nessun tipo di pregiudizio verso chi intravede il demone nel Grande Fratello, anche se guardare questo programma sempre con il dito puntato contro, non mi trova d’accordo. Credo che quello che viene raccontato nel film sia uno dei tanti punti di vista di un genitore, ma non mi fermerei a dire che Grande Fratello produca chissà quale contenuto che il giovane non deve vedere. Intravedere in questo programma il ‘male del secolo’ è esagerato. In questo caso vale la vecchia regola: se se ne parla significa che scatena ancora dinamiche interessanti”.
La ringrazio per la cortesia e disponibilità e, complimenti nuovamente a tutta la vostra squadra di lavoro per i risultati raggiunti anche quest’anno da Grande Fratello. (Share)