Home Rai 2 TvBlog consiglia: Life on Mars (l’originale della Bbc), su Raidue

TvBlog consiglia: Life on Mars (l’originale della Bbc), su Raidue

Chi ha già visto “Life on Mars” della Bbc (non il remake Abc) su Jimmy, vi dirà che è un piccolo capolavoro della tv di oggi. Non a torto, dal momento che questa serie britannica andata in onda per due anni dal 2006 e da stasera alle 22:40 su Raidue è diventata in breve tempo

pubblicato 7 Giugno 2009 aggiornato 6 Settembre 2020 03:16

Chi ha già visto “Life on Mars” della Bbc (non il remake Abc) su Jimmy, vi dirà che è un piccolo capolavoro della tv di oggi. Non a torto, dal momento che questa serie britannica andata in onda per due anni dal 2006 e da stasera alle 22:40 su Raidue è diventata in breve tempo un cult che un appassionato di telefilm deve conoscere.

Così come l’adattamento americano (e quello futuro italiano), alla base della storia c’è un incidente stradale, che porta l’investigatore Sam Tyler (John Simm) dai giorni nostri al 1973, dove rimarrà sì un detective, ma circondato da persone a lui sconosciute. Un viaggio nel tempo che, a prescindere dal fatto che sia o meno realtà o frutto di uno stato comatoso del protagonista, dovrà essere vissuto da Sam fino in fondo.

Questo vuol dire confrontarsi con i vecchi metodi investigativi, tenere testa al suo superiore, l’Ispettore Gene Hunt (Philip Glenister) e soprattutto cercare di capire cosa sia successo al “suo” mondo, di cui ogni tanto avrà dei flash (ovvero visioni e voci) e di cui non potrà far riferimento se non con la collega e poi amica Annie (Liz White). C’è molto di più del solo mistero e del poliziesco in “Life on Mars”: il suo creatore Ashley Pharoah ha creato un mondo multiplo, fatto di spazio e tempo, ma anche di simboli, mitologie e sensi della vita che spiazzano come poche altre serie sanno fare.



La vita di Sam si trova ad un bivio: accettare il nuovo tempo che inspiegabilmente deve vivere oppure lottare per tornare là dove la perfezione e la sicurezza -ma anche la freddezza- dominavano la sua esistenza? Nel cercare di ascoltare il proprio destino e la propria anima (che secondo alcuni è identificabile proprio nel personaggio di Annie), il protagonista di “Life on Mars” vive un’esperienza più sensoriale che extrasensoriale.

Nel 1973 molte cose sono diverse, compresa la percezione della vita stessa. Se fosse quella la vera vita, ciò che abbiamo sotto i nostri occhi ogni giorno sarebbe una sorta di Matrix che ci stordisce ed anestetizza i nostri sensi reali. Si parla di Dio, di realtà virtuale e di quella vissuta. Tutti argomenti non inediti nella letteratura, ovviamente, ma che non siamo abituati a ritrovare raccontati in una serie televisiva e con un’attenzione ai dettagli così precisa.

In soli 16 episodi -e un finale shock- con una media inglese sempre oltre i 5 milioni di persone, un Emmy come migliore serie straniera e vari adattamenti (America -con lo stesso titolo-, Italia -sarà “29 settembre”– e Spagna –“La chica de ayer”-), “Life on Mars” non è solo interessante per i telespettatori, ma andrebbe visto anche dagli addetti ai lavori, per la scrittura accattivante e la commistione di generi che allo stesso tempo non ne tradisce nessuno.

E non poteva mancare il suo spin-off, “Ashes to ashes” (ancora un volta il titolo è un omaggio a David Bowie), già in odor di terza stagione, ambientato nel 1981-82 e con protagonista l’Ispettore Hunt e nuovi personaggi, alcuni dei quali seguiranno la lezione del loro predecessore Sam.

Il nostro consiglio è di dare più di una chance alla versione originale di “Life on Mars” (se avete visto la quella della Abc, non preoccupatevi: le differenze sono tante), perchè non ne rimarrete delusi. Ma attenzione al palinsesto: a breve Raidue raddoppierà l’appuntamento col telefilm, trasmettendolo, oltre che di domenica, anche di lunedì, sempre in seconda serata.



Life on Mars Uk

Rai 2