Tv2000, Paolo Ruffini a Blogo: “Siamo soddisfatti ma dobbiamo fare di più. Papa Francesco ha aperto un varco nel quale ci siamo inseriti”
Il direttore di Tv2000 ha anche commentato il caso riguardante l’ospitata annullata di Vladimir Luxuria: “E’ stato un caso di cui si è parlato molto ma è stato un caso mal raccontato, mal interpretato e mal capito”.
Paolo Ruffini, ex direttore di Rai 3 e La7, ricopre la carica di direttore di Tv2000, l’emittente della Conferenza Episcopale Italiana, da poco più di un anno.
Intervistato da Blogo, Ruffini ha stilato un bilancio di questo suo primo anno da direttore. Si è trattato di un bilancio in fieri, con lo sguardo sempre proiettato verso il futuro e verso nuovi orizzonti.
Paolo Ruffini ha parlato con noi degli obiettivi di ascolto raggiunti, dei nuovi programmi che ha lanciato, dell’influenza di Papa Francesco nella crescita di Tv2000 e ha anche parlato del caso legato a Vladimir Luxuria. Come ricordiamo, nel novembre 2014, Luxuria fu invitata ad un talk show ma la sua presenza destò qualche polemica di cui si fece portavoce soprattutto il giornalista cattolico Mario Adinolfi.
Questa è l’intervista completa.
Qual è il bilancio di questo suo primo anno da direttore e quali sono gli obiettivi di share che sono stati raggiunti?
Il bilancio è sempre positivo e ovviamente si tratta di un bilancio di una cosa che è in cammino, non si tratta di un bilancio definitivo. Penso che ogni giorno sia l’occasione di misurarsi. E’ passato un anno. Gli ascolti sono cresciuti del 15-20%, siamo sull’0,80% sul totale individui e a più dell’1% sui responsabili acquisto. La cosa positiva è che siamo cresciuti in tutte le fasce orarie e anche nelle diverse tipologie di programmi. La cosa positiva dentro questa crescita è che Tv2000 ha consolidato la propria immagine, ha accresciuto il proprio prestigio e si è posta all’attenzione dei telespettatori come una tv piccola ma di qualità, piccola ma con grande attenzione e rispetto verso i telespettatori e con coerenza tra il palinsesto e la contemporaneità, con il costante racconto della realtà. Tra il TG e i programmi, possiamo essere soddisfatti ma non contenti perché dobbiamo fare di più.
Tv2000 attualmente ha un palinsesto che si può definire generalista. Quale altro tassello può essere inserito in futuro?
Sicuramente possiamo lavorare ancora di più, cercando di costruire dei cicli che in qualche modo affezionino i telespettatori ad un’offerta che abbia un senso e che recuperi un aspetto un po’ perduto della tv generalista come, ad esempio, il cinema rispetto che alla fiction. Poi penso che potremmo lavorare ancora di più su progetti come quelli di Alessandro Sortino ossia su progetti che mettano assieme più linguaggi televisivi: reportage, interviste, talk, momenti di teatro, performance dal vivo, mischiando più generi che possano parlare il linguaggio della contemporaneità. Poi mi piacerebbe fare altre cose che ora non possiamo permetterci come momenti di spettacolo più intensi o di lettura paradossale come può essere la satira ma in questo momento dobbiamo fare un passo per volta.
Lei ha dichiarato che la crescita di Tv2000 è stata anche merito di Papa Francesco. In che modo, il Papa può aver influenzato gli ascolti?
Io penso che il Papa stia aprendo dei varchi di attenzione verso la fede cristiana anche in chi non crede, nei quali Tv2000 si è inserita in qualche modo. Penso che la grande attenzione che c’è verso il Magistero del Papa, quello che il Papa ogni giorno ci invita a pensare abbiamo aperto un varco di attenzione. Tv2000 è la tv che certamente, più di tutte, racconta meglio quello che fa e quello che dice il Papa e che cerca di tradurre anche questo suo modo di interpretare il Vangelo nel mondo contemporaneo, in una tv contemporanea. Questo, in qualche modo, ha illuminato la televisione.
Qual è il progetto che ha lanciato di cui va maggiormente fiero e qual è il progetto di cui si è parlato di meno?
E’ come chiedere a quale figlio si vuole più bene… Non c’è mai un progetto preferito. Secondo me si è parlato poco di programmi come Revolution, Siamo Noi e Bel tempo si spera. Sono tre programmi che hanno segnato questa stagione. Sono comunque affezionato a tutti i programmi. C’è un programma di interviste one-to-one che si chiama Soul che è un piccolo gioiellino.
Lavorando in una tv cattolica-cristiana, quali sono i limiti da non superare? Il riferimento, soprattutto, è all’ospitata di Luxuria…
La questione del limite si pone con la responsabilità. La responsabilità è sapere chi sei e che cosa vuoi rappresentare. L’atteggiamento giusto non è dividere le cose in quelle che sono permesse e quelle che sono vietate, come se fosse un catalogo. Riguardo il caso di Vladimir Luxuria, chiaramente è stato un caso di cui si è parlato molto ma è stato anche un caso mal raccontato, mal interpretato e mal capito, nel senso che si è pensato che la tv dei vescovi desse a Luxuria il compito di interpretare la tv dei vescovi. Così è stato venduto e così non doveva essere. I cattolici si pongono il tema dell’incontro con il mondo senza perdere la propria identità. Questa è una cosa che fa qualsiasi parroco e che fa qualsiasi buon giornalista. Il limite, quindi, è sapere quello che vuoi raccontare.