TV, VENEZIA E DINTORNI (3): VIDEOBAMBINI?
Ho visto “Baaria” di Giuseppe Tornatore. Ne sentirete parlare. Litigheranno e tutti porteranno bene al film che è robusto, un pò lungo, e spettacolare, anche se non aggiunge molto a quel che sappiamo del regista di “Nuovo cinem Paradiso” e “La sconosciuta”. Pregi e difetti li verificherete di persona.Riprendo i tasti in mano per sottolineare
Ho visto “Baaria” di Giuseppe Tornatore. Ne sentirete parlare. Litigheranno e tutti porteranno bene al film che è robusto, un pò lungo, e spettacolare, anche se non aggiunge molto a quel che sappiamo del regista di “Nuovo cinem Paradiso” e “La sconosciuta”. Pregi e difetti li verificherete di persona.
Riprendo i tasti in mano per sottolineare un fatto che mi pare si riproduca nel cinema e soprattutto nella tv. Anzi,penso che sia proprio la tv, in tutti i paesi del mondo, a dominare la situazione. I bambini sono protagonisti della tv, delle tv. Ci sono dovunque. In Italia, senza i bambini o senza gli adolescenti (età che si raggiunge presto ormai) non ci sarebbe il successo dei “Cesaroni”. Non parlamo degi Usa e di tanti altri paesi in cui canali specializzati o canali comuni continuano a proporceli.
C’è una vecchia massima del cinema che oggi è valida sia per il cinema che per la tv, eccola: “sei vuoi fare quattrini proponi cani e bambini”. Vogliamo ricordare Rex che si è italianizzato?
Poi c’è un caso che conosciamo più o meno tutti. Eccolo. Il film “Millionaire”, anglo indiano, più anglo che indiano, premiatissimo e vistissimo, propone un intreccio interessante. Come ricorderete, il protagonista è un bambino malato fanatico di tv, cresciuto davanti ad essa, un bambino che crescerà e diventerà campione del programma di quiz più famoso nel globo, senza sapere niente. Grazie alla magia delle tv che spargono nell’aria semi di sapere. Una licenza poetica, una invenzione, un paradosso. Che vale però. Forse vuole dimostrare che solo i bambini o adolescenti sono in grado di approfittare di questa magia mentre gli adulti sono in genere rincoglioniti con la birra davanti al calcio o le unghie da laccare.
Detto questo, cito un articolo del “New York Times” intitolato “Il programma di infatilizzazione di Hollywood”. Parla dei film di oggi o di appena ieri, come se tutta la storia del cinema, cento anni e passa di storia,non fossero stracomi di bambini, dalla culla alla notte prima degli esami e anche dopo.
Questo articolo del NYT naturalmente parla di infantilizzazione tirando dentro gli adulti (che non smetteranno mai di essere dei bambini, talvolta,e come accade quasi sempre a registi e scrittori). L’infanzia è un bel motore di ricerca per la creatività. La infantilizzazione più che oggetto di consumo per cine a tv (e lo è) mi pare sempre più il nostro personale motore di ricerca per andare a riproporre a noi stessi momenti incontaminati e magari drammatici e dolorosi, ma non per questo capaci di farci vivere o rivivere qualche emozione autentica. In un mondo plasmato dal plasma del conformismo, televisivo, cinematografico, ma non solo. Non solo. Non solo. Siamo cannbali di carne fresca, ma in buona fede.
Italo Moscati