Tv Talk e la tv dell’emergenza
La puntata del 2 giugno del 2012 del talk di approfondimento sulla televisione.
Tv Talk apre la sua puntata del 2 giugno 2012 con un’analisi delle scosse di terremoto in Emilia in diretta tv: dopo il montage delle trasmissioni televisive che erano in onda in quel momento, ecco il racconto – un po’ retorico – di Mirella Poggialini (nell’immagine), che scomoda addirittura la celeberrima Hunde wollt Ihr ewig leben (o, secondo altra tradizione, Ihr Racker, wollt ihr ewig leben, che tradotto significa: «Cani, volete vivere per sempre?») di Federico II Re di Prussia per raccontare le sensazioni provate durante la scossa di terremoto («Era come se la terra volesse dirmi perché non vuoi crepare?»).
Poi si parla della tempestività dell’informazione. Per esempio, approfittando di Marcello Masi, si parla del Tg2 che è andato in onda con il primo speciale su Rai2 a mezzogiorno.
«Avrei potuto anche fare una straordinaria prima, chiedendo un’autorizzazione. Ma nel momento in cui inizia l’informazione per mettere in condizioni chi sta a casa di preoccuparsi o meno, devi preoccuparti anche di dare informazioni e di essere in condizione di farlo»
Poi si parla della questione dei programmi-contenitore che si occupano anche di fatti di cronaca. E arriva la battuta del Prof. Bellavita:
«Il terremoto ha anche una funzione didattica: la D’Urso ha scoperto che ci sono gli Appennini al centro dell’Italia, no».
Quindi, Bellavita spiega meglio il concetto, introdotto con l’ironia, e fa anche una sua proposta:
«Quando si ha una finestra televisiva in direta e accade qualcosa, si sente la necessità di renderne conto. Io penso che oggi ci siano molti spazi all’interno dell’offerta tv dedicati alle all news, questo fa sì che probabilmente non c’è quel bisogno di colonizzare il palinsesto parlando dell’evento. Un’idea sarebbe forse quella di rafforzare i luoghi deputati e poi di riconvogliare l’approfondimento negli spazi dell’informazione».
La Poggialini è d’accordo, quando commenta le D’Urso, le Venier che parlano di queste situazioni: «Non devono gestirle, devono solo presentarle».
Si critica, dunque, il rischio di spettacolarizzazione dell’emergenza e della cronaca. Ma la domanda è: la Rai è attrezzata per l’urgenza?
Marcello Masi dice di sì e ricorda che, al di là della partenza (che forse è il problema principale, dovuto, dice Masi, soprattutto alla “pesantezza” dei mezzi dell’azienda), comunque sono state confezionate 14 edizioni speciali, un dossier, per un totale di 15 ore di programmazione.