Tv Talk quinta puntata: tra Freaks e The Voice Willwoosh risponde a TvBlog
Tv Talk, quinta puntata: ospiti Nicola Porro, Luca Telese, Maria Volpe, Willwoosh e Alberto Puliafito.
E veniamo alla domanda del lettore di TvBlog.
La redazione di Tv Talk ha scelto quella piuttosto critica di natan93. Oggetto della questione i guadagni di uno youtuber: “Ma quanto guadagnate voi partnership di YouTube? Il tizio americano che hai copiato, Shane Dawson, non si è fatto problemi a dire che guadagna più di 1 milione di dollari e nessuno dei suoi fans lo boicotta. Perché voi youtubers italiani invece non lo dite?”.
Cauta, quasi reticente, la risposta di Willwoosh:
“E’ tutto molto legato all’attività che hai all’interno di un canale. In un anno sono arrivato a comprarmi una macchina digitale, quindi intorno ai 4.000 euro”.
Ma ancor più reticente il giovane Guglielmo si dimostra di fronte alla domanda sulla sua possibile conduzione di The Voice:
“Non ne so nulla, me lo dite voi…”
risponde come la più consumata delle star tv. C’è poco web in tutto questo ci sa…
Freaks la risposta italiana alla serialità Usa!?
“E sull’onda di 61 milioni di visualizzazioni di queste fregnacce, ecco Willwoosh“: la presentazione di Bernardini dopo aver fatto finta di non sapere chi fosse ‘sto Carneade è meravigliosa.
“Quando ho iniziato 5 anni fa a caricare video su YouTube, una piattaforma che permette di condividere video fatti a casa, ero più piccolo, quindi magari potevo permettermi di mettermi le parrucche”
…un’altra doppietta di perle di saggezza così da parte di Willwoosh e ci mettiamo a piangere. E gli devono suggerire che il ‘will’ di Willwoosh sta per Guglielmo. Racconta la storia della sua vita e delle sue opere. Per Freaks sono stati spesi, in 4, 2.000.000 euro, essenzialmente in panini per sfamare le 50 persone che hanno lavorato gratis. “Ma ora, con l’interessamento anche di Radio Deejay, siete rientrati dalle spese?” domanda paterno Bernardini? Scilla risponde di non averci guadagnato nulla, se non visibilità (e un posto a Radio Deejay no?).
“Freaks ha avuto il merito di essere stato un precursore, nel voler fare un prodotto ‘degno’ di andar in tv, tecnicamente ben fatto. Anche se poi c’è da domandarsi se You Tube debba scimmiottare quello che va in tv, magari anche molto bene, oppure se può vivere solo su You Tube. Penso a Lost In Google come web serie pensata per il web, che difficilmente potrebbe approdare in tv. Ma questo discorso meriterebbe un altro approfondimento… Il fatto per che Deejay Tv, ovvio non stiamo parlando di Mediaset e Rai, guardi a questo prodotto può voler dire che si sente il bisogno di nuove idee e di nuovi modelli produttivi”
commenta Malaparte cercando di aprire un discorso che però viene lasciato cadere nel vuoto. Certo, i costi bassi permettono di avere un prodotto originale che strizza l’occhio al pubblico giovane che fugge dalla generalista e che Deejay si candida a intercettare, spiegano Pucciarelli e la Bancone, che nota inoltre come la serie tv abbia distratto dal canale YouTube. Al di là dei flussi, Scilla si augura che ‘un giorno la tv scimmiotti il web‘ perché
“io vorrei vedere un prodotto, invece di… ogni volta vederlo tradotto… per dire un Lost tradotto in italiano. Oppure anche in Spagna fanno gli Zombie… insomma non solo dal web, ma spero che la tv guardi anche all’estero…”.
Uhm. Poche idee ma confuse… Sembra quasi che Scilla si voglia mettere ‘a confronto’ con l’industria fictional italiana (cavalcando inconsapevolmente (?) l’onda delle polemiche delle ultime due puntate di Tv Talk) e con la produzione Usa quando sottolinea l’assenza di un prodotto italiano degno della serialità d’oltreoceano. A una analista che contesta il format della web series, dicendosi piuttosto attratta dalla serialità Usa (vabbé, inconfrontabili per definizione), Scilla si ringalluzzisce:
“Vedi che mi dai ragione…. che in Italia non c’è niente che piaccia a una ragazza. Certo, una cosa è avere 5 milioni di dollari, un’altra 2mila euro per i panini”
mettendosi quindi in diretta relazione con un budget non certo da web series (e neanche da fiction italiana) di una produzione americana. Uhm. Quasi a dire che lui ha la quantità giusta di coraggio e spregiudicatezza per fare quella fiction non camomillosa che manca all’Italia. Certo, mancano quei ‘5 milioni di dollari’ per fare un prodotto alla ‘Lost’ . Ma 5 milioni di dollari bisogna saperli usare, fa notare Bernardini. E bene fa…
La domenica italiana in tv, da Cielo che Gol! a Quelli che, passando per Domenica Live
Il blobbone introduce la ‘seconda’ parte della puntata: ci si apre all’intrattenimento, con il ‘meglio della settimana. Ed ecco gli ospiti, Maria Volpe e Alberto Puliafito, presentato come direttore di TvBlog. Beh, la sintesi tv…
Chissà perché si parla sempre di ascolti tv quando si cerca di fare un bilancio della stagione. Alla domanda ‘Cosa pensate di questa stagione tv’, la Volpe risponde con un ‘beneaugurante’ “Pensavo peggio. La mia sensazione è che la tv generalista è viva e lotta insieme a noi. Ci sono programmi fatti bene, e anche rassicuranti, come Quelli che, che Tempo che fa… dei punti fissi. Ma ci sono anche tante chiusure…”. Un assist perfetto per passare la parola alla Motta per una riflessione sugli ascolti e soprattutto alla contrazione, o meglio alla continua erosione di ascolti della generalista. “Voi di TvBlog?”: così Bernardini passa la parola a Puliafito:
“Sinceramente la cosa non ci sorprende. L’abbiamo raccontato, diciamo che lo prevedevamo, avendo il polso dei commenti di quelli che impropriamente viene chiamato ‘il popolo del web'”.
Non si va sulle tematiche, ma sul DTT con Cielo che Gol!, il ritorno della Ventura al calcio in tv. Solito ‘passaggio’ di Bernardini: “Ma TvBlog cosa ne ha detto?”. “Oggettivamente c’è il calcio e ci sono i gol – risponde Malaparte – però la provocazione che mi viene da fare è ‘Ma siamo proprio sicuri che a qualcuno a cui interessano i gol interessi anche vedere quell’intrattenimento lì? Se gioca la mia squadra guardo la partita. E’ una cosa che poteva avere un senso prima delle pay“. Dello stesso avviso il professor Simonelli, che sottolinea inoltre come un programma del genere soffra a) del fatto che nel pomeriggio vanno in onda le partite meno interessanti; b) che e uno programma sulla frustrazione di non poter vedere quello che si vorrebbe vedere.
Significativo (e con una messa in scena anche piuttosto critica) il dato degli ascolti: degli oltre 18 milioni che dalle 14.00 alle 18.30 stanno davanti alla tv, la trasmissione da 185.000. Si potrebbe fare qualcosa in più, visto che anche per Cielo non è proprio un risultato memorabile. Per la Volpe Cielo che gol! è “un programma per i fan della Ventura” (che magari sono un po’ in più di 185.000…). “E’ molto Venturo-centrico il programma, lei è molto brava e mi piace molto” aggiunge la Volpe che non si stupisce di questi ascolti bassi. Sono pochi a suo avviso quelli che conoscono Cielo (ancora?!). I problemi strutturali, però, ci sono tutti: dalle interviste troppo lunghe, all’andamento lento per culminare nell’anacronismo di un format che poteva valere nel pre pay-tv.
Immediato il rimando all’intervista doppia di Belen e Virginia Raffaele a Quelli che della scorsa settimana, il video più visto della settimana su YouTube. Diciamocelo, la Raffaele sta tenendo in piedi il pomeriggio domenicale di RaiDue come dimostra anche la curva degli ascolti. Giusto per fare un numero, si segnalano 1.100.000 viewers per la Minetti della Raffaele su YouTube.
La domanda è inevitabile…
“E’ proprio vero che ormai la generalista serve per essere spacchettata dalla rete” osserva Bernardini chiedendo un’opinione a TvBlog (tutta, incarnata dal suo direttore…). Che così risponde:
“Sì, vale per quei contenuti che hanno una viralità intrinseca, nel senso che sono fatti per essere viralizzati, ovvero diffusi attraverso i social network, le condivisioni… magari qualcuno ha sentito parlare di quell’intervista doppia e quindi la va a cercare, però secondo me è un tipo di fruizione a cui la generalista dovrà abituarsi perché sempre più spesso, e parlo anche per esperienza personale, io vado a cercare su YouTube quei pezzi che non sono riuscito a vedere…”
E la Volpe aggiunge, sull’onda dell’esperienza di CorriereTv che ‘cavalca’ il trend: “E’ un modo nuovo di fruire la tv generalista, una sorta di meglio di, è come se ci facessimo una specie di blob….”.
E a proposito di blob, veniamo al passaggio di consegne tra Vinci&Scampini e la d’Urso, che quando l’azienda chiama lei risponde. Ci si interroga sul perché di questa debacle. Per la Volpe c’è stato un errore clamoroso di fondo, metterci Vinci, che non è un viso popolare. A questo si aggiunge, secondo la Volpe, lo scarso tempo a disposizione per fidalizzare il pubblico a un nuovo programma, con tempi sempre più ristretti nella tv di oggi, che si è tradotto in un rapido cambio della guardia.
Malaparte va diretto al modello di ‘giornalismo’ cui Vinci ha detto di aver voluto puntare
“Se c’era un’idea e l’idea era quella di portare questo ‘giornalismo anglosassone’ di cui si parla tanto – ammesso che questo giornalismo anglosassone esista veramente in Inghilterra, non l’ho visto nella domenica pomeriggio di Vinci: penso all’intervista a Corona o a quella alla Minetti… Insomma non trovo l’idea.”
E in effetti… Per gio. Il Simonelli, apocalittico, ormai non c’è più il programma della domenica pomeriggio. La domenica, ormai, è in giorno come un altro. In questo la tv si adegua ai ritmi del tempo libero /tempo di lavoro: la ‘sacrostanta’ domenica ‘in famiglia’ ci sa che non esiste più. Normale che la tv non riesca a raccontarla come ‘un tempo’.
L’uragano Sandy sp(i)azza la tv Usa
Un provato Andrea Salvadore, senza elettricità e acqua corrente da giorni, racconta, senza voler cedere ai toni catastrofistici abusati soprattutto dalla nostra tv in questi giorni, la vera portata dell’uragano Sandy, che ha spazzato New York, ma ha spiazzato anche la tv Usa, come raccontato qualche giorno fa. Se i set si sono necessariamente bloccati, la programmazione non si è fermata, con i palinsesti che non sono stati stravolti, ma con gli ascolti ‘deviati’ sulle reti all news e sui canali meteo. Quanto peserà tutto questo sulle Elezioni Presidenziali? Beh, se ne parlerà la settimana prossima, mentre su In Onda stasera parallelo tra Chrysler e Pomigliano…: la costante è la Fiat. Anche questa, ormai, è America.
Due modelli di talk: dal rock de L’Ultima Parola alla scrivania di In Onda. Ma per Grillo son tutti uguali…
In questo viaggio tra politica, informazione, giornalisti e televisione potevamo risparmiarci una puntatina su Paragone rockstar a L’Ultima Parola? Ovviamente no, ma un’immagine vale più di mille parole… Ce lo ritroveremo giudice a The Voice? Telese ribattezza il format come song-show: Ci viene da dire che ‘saltata’ la Lega Paragone si è liberato di tutta la ‘nebbia padana’. Sulla curva degli ascolti il rock aiuta, ma poi il talk è in grado di mantenere i telespettatori, al di là dei fuochi d’artificio. Simonelli scova il modello di riferimento, Quelli che di Iannacci. Uhm… Il teatro-canzone lasciamolo a chi lo sapeva fare, please.
E’ giunto il momento di mettere ‘sotto torchio’ gli ospiti Luca Telese e Nicola Porro, ‘portatori sani’ di doppia opinione e di un format più radiofonico che tv, dice Sebastiano Pucciarelli. E come ascolti?
“Spiccano per piattume nel panorama degli ascolti de La7: sono rimasti sul loro 3% e reggono le due ore”
sentenzia con toni apparentemente ‘tranchant’ di Silvia Motta. Ma tanto per Grillo sono tutti uguali….
“Quando strigi i grillini su ‘cosa faresti’, cosa che abbiamo fatto scientificamente con Telese, sono fragili” sottolinea Porro. Insieme al voler stare fuori dall’estabilishment sono i due motivi che a suo avviso hanno spinto Grillo a tenere lontano la tv dalla portata dei suoi ‘bambini’. Per Telese c’è qualcosa di berlusconiano, sia per la battuta sulla segretaria sia sul modo di trattare i suoi ‘eletti’ come degli avatar. “Sia Berlusconi che Grillo sono nati nella televisione” chiosa Telese. E come dargli torto…
A volte tornano: Berlusconi va, Berlusconi resta, Berlusconi lascia, Berlusconi torna. Inevitabile almeno un accenno alle varie mosse di Silvio, che deve aver perso ormai lo smalto del comunicatore con la sua 24 ore di tira e molla, nota – fingendosi ingenuo – Bernardini. Anziano, affaticato e contraddittorio, Telese etichetta il videomessaggio e la conferenza stampa (‘in stile Mubarak’) come due momenti tristissimi di colui che fu un fenomeno. Porro si ribella: “Mi avete attaccato Berlusconi per venti anni, prendendolo in giro, e ora mi dite che era un fenomeno?“. Le due cose non si eliminano a vicenda, però. “Michele Misseri di Avetrana avrà aperto una scuola di comunicazione politica?” si domanda Simonelli: ci sembra un’ottima chiosa. No, prima di passare alle lacrime di Vendola cogliamo la provocazione di Telese: nel ’94, mentre registrava il videomessaggio della discesa in campo Berlusconi ‘ce l’aveva’ la calza o no? Si aspetta una risposa definitiva.
E con buona pace di Vendola, le sue lacrime dopo la sentenza di assoluzione non ci emozionano come l’affanno di Berlusconi alla conferenza stampa della settimana scorsa.
Report e Di Pietro: L’inchiesta può uccidere un leader?
E veniamo subito al caso Giannini-Di Pietro: titolo del segmento? “L’inchiesta può uccidere un leader?”. La questione, raccontataci in anteprima da Malaparte e continuata con un post di Di Pietro rivolto a Crozza (che lo ha ‘coinvolto’ nella puntata di ieri di Crozza nel Paese delle Meraviglie), dimostra, una volta di più, come regni sempre e comunque il principio del Nimb, anche nella politica italiana.
Racconta la Giannini, collaboratrice della prima ora di Report – sua la prima inchiesta trasmessa, per intenderci – come la stagione del programma sia andata ‘quasi naturalmente’ verso il finanziamento pubblico dei partiti, ancor prima dei grandi scandali degli ultimi mesi. E più che a Di Pietro, la Giannini ricorda il suo percorso di inchiesta a Travaglio, che ha contestato in quattro punti la sua ricostruzione.
“Io sono serenissima. E’ Di Pietro che non è sereno. Io penso che i telespettatori siano rimasti colpiti dalle sue amnesie (…) Allora la domanda che uno si fa è ‘perché negare che ci sia stata un’organizzazione a tre per gestire una cassa?'”
dice la Giannini, che rimanda al mittente anche l’accusa di essere stata ‘strumentalizzata’ dagli ex amici di Di Pietro (“E allora i pentiti di mafia non vanno bene per i magistrati…“).
E Porro riporta il focus sulla tv: al di là delle carte e delle testimonianze, quel che ha colpito è stata l’agitazione di Di Pietro, la sua faccia, la sua espressione, le sue difficoltà. E sulla CNV son crollate le migliori carriere tv (citofonare Nixon, tra i primi caduti davanti a una telecamera). Ma si rimane lì: quale il rapporto tra giornalismo, informazione, magistratura e politica. Nella massima confusione di questo Paese non si sa più chi debba fare cosa… Interessante la domanda di un analista: “La telecamera a un palmo dal volto dell’intervistato è una scelta inquisitoria?“. Beh… di certo non rilassa, eh. “Dovreste chiederlo agli intervistati“, ‘svicola’ la Giannini. Per comunicare qualcosa di scomodo, e per fare giornalismo di inchiesta, meglio trovare un editore ‘lungimirante’ o andare sul web? Non è il contenitore, sono le persone a fare la ‘libertà di stampa’, risponde la Giannini, che aggiunge:
“Ho più paura dell’autocensura dei giornalisti”.
E in effetti… E tornano sulla questione di Di Pietro:
“Se ho sbagliato qualcosa, e ne dubito, ne pagherò le conseguenze…”.
Amen.
Eccoci, pronti a questo ‘live’ che riassume gli argomenti chiave del quinto appuntamento con Tv Talk: si parte come sempre dall’informazione e col domandone di Bernardini: “La tv italiana è all’altezza della crisi e della situazione politica italiana“?
“C’è poco al di fuori dei talk show, in cui non si capisce nulla” sentenzia la Giannini, mentre Porro difende i toni pacati del suo In onda spostando il focus sulla natura stessa della scena politica italiana, con un protagonista come Grillo, ad esempio, che non va in tv e che non vuole che i suoi partecipino ai talk. E si entra subito in zona calda, eh? Efficace la sintesi di Simonelli:
“Il modello di talk tv politico in Italia è bipolarista, viene dal Processo del Lunedì, da Biscardi. Il talk tv non ha una drammaturgia in grado di raccontare il trasversalismo di fenomeni come quelli cui assistiamo oggi, dall’astensionismo al fenomeno Grillo”.
Tv Talk, quinta puntata: le anticipazioni
Come ormai consuetudine, ci prepariamo a offrirvi gli highlights di Tv Talk, il programma di Rai Educational che ogni settimana fa una ‘ricognizione’ sullo stato della nostra tv – e spesso anche del web – e di cui ci apprestiamo a seguire la quinta puntata. In attesa di scoprire quale delle domande rivolte a Willwoosh dai lettori di TvBlog sia stata scelta dalla redazione del programma, diamo uno sguardo alla ‘scaletta’ di oggi: si spazia – come sempre – dall’informazione alla fiction, passando per l’intrattenimento, l’attualità e la politica, con una finestra sulle Elezioni Usa e sull’uragano Sandy. A discuterne con gli ospiti anche il direttore editoriale di Blogo.it, Alberto Puliafito, per gli amici – e i nemici – di TvBlog ‘semplicemente’ Malaparte.
Si parte con l’informazione: in studio Luca Telese, fresco direttore del quotidiano Pubblico, e Nicola Porro, vicedirettore de il Giornale, insieme al timone di In Onda, l’approfondimento giornalistico del weekend de La7. Un’accoppiata ben preparata per affrontare con Bernardini il tema delle Elezioni in Sicilia e del ‘ritorno’ di Berlusconi, dopo il videomessaggio con la ‘frettolosa’ risalita dal campo di cui si discusse ‘improvvidamente’ la settimana scorsa.
Del giornalismo in tv si parla anche con Sabrina Giannini, collaboratrice di Report e autrice dell’inchiesta su Antonio Di Pietro e sull’IdV andata in onda domenica scorsa (e sul caso arriva fresco fresco un post di Di Pietro sul suo blog), oggetto di una ‘velenosa’ critica da parte di Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano. Sull’argomento vi segnaliamo le succose anticipazioni pubblicate da Malaparte, che, come detto, è tra ospiti di questa quinta puntata di Tv Talk. Tra un commento sull’operato di Vinci a Domenica Live, una riflessione sulla ‘viralità intrinseca’ del cortocircuito dell’intervista ‘doppia’ Belen Rodriguez – Virginia Raffaele, una nota sull’operazione Cielo che Gol! e una valutazione sulla misurazione degli ascolti tv, Alberto Puliafito è intervenuto sul mondo delle web series, tema scelto per il cotè fictional della puntata.
Ospite Willwoosh, alias Guglielmo Scilla, assurto agli onori del web con il suo canale You Tube e con l’esperienza di Freaks, la cui seconda stagione è ora online e in onda su Deejay Tv. Dopo il lancio nel cinema che ‘conta’ (con il cinepanettone 2011 targato Boldi Matrimonio a Parigi e con 10 regole per farla innamorare, con annesso libro), per Willwoosh potrebbero aprirsi anche le porte della tv generalista con The Voice. Sarà questa la domanda scelta tra quelle poste a Scilla dai lettori di TvBlog? Lo scopriamo seguendo questa quinta puntata di Tv Talk, su RaiTre – e TvBlog – dalle 14.55.