Tv Talk: la puntata di sabato 8 dicembre 2012
16.27 La nuova formula innovativa di Telethon
Telethon cambia veste in chiave innovativa. Telethon “solo per te” ha per protagonista il paziente, intorno a cui ruotano artisti vari e il conduttore. La normalità della sua vita, nonostante la malattia, sarà raccontata come nella notte degli Oscar. Frizzi:
“Si cerca sempre di fare un passo avanti, come i ricercatori. In prima serata è una grande responsabilità. Fino all’anno scorso c’erano programmi preesistenti abbinati a Telethon”.
Scotti conclude: “Lo voglio dire pubblicamente. Frizzi, che è una brava persona, è un mio amico. L’altro mio amico tra i conduttori è Carlo Conti”.
Lui e Bonolis, insomma, non sono amici.
16.15 La svolta di DMax
Laura Carafoli, boss di Real Time e DMax, spiega qual è il segreto e la scommessa vinta di questo canale digitale:
“Abbiamo dato un’offerta a tutti gli uomini italiani che non si riconoscevano nel resto della televisione. Con Real Time era più facile, perché ci sono più donne davanti alla televisione. Parlare ai maschi senza calcio e fiction era più difficile”.
Il target di DMax è 20-49. La serata motori del lunedì sera, con Top Gear, supera i 300.000 spettatori. Scotti:
“Mi avevano chiesto di rifare Top Gear in Italia, ma non si riesce a fare un programma così sincero. Sulla generalista ci tolgono le inserzioni. Non si può dire da noi che un modello in vendita è una schifezza”.
Paragone apprezza che DMax abbia cominciato ad autoprodurre subito, rispetto a Real Time, format molto particolari. La Comazzi si domanda se è vero che Real Time e DMax hanno effettivamente differenza di genere. La Carafoli risponde:
“Ci sono programmi assolutamente trasversali, come quelli sulle malattie e le spese. Ci sono titoli che prendono tutti. I tutorial, invece, è ovvio siano più portati per le donne”.
C’è una diatriba tra Comazzi e Bellavita: per la prima si sta tornando alla vecchia tv pedagogica, per il secondo Clio con i suoi tutorial non è il maestro Manzi. E intanto la Carafoli dice che vorrebbe tanto Scotti per un nuovo programma sul cibo estremo: peccato che lui costi troppo. Scotti risponde diplomaticamente:
“Se avessi vent’anni in meno… sarebbe il mio genere preferito. Ma senza per forza insistere sul disgusto”.
16.09 Ti lascio una canzone e la sfida del sabato sera
La Motta porta le conseguenze della frammentazione nella sfida del sabato sera: tre milioni in meno sulla generalista, ma un aumento complessivo della platea. Scotti:
“Il calcio è diventato protagonista, come non si pensava un decennio fa ai tempi della Corrida. Le risposte di allora dei dirigenti non erano mai preoccupate. Il pubblico di Mediaset è anche quello che segue le partite. Ora che anche il lunedì hanno funzionato gli esperimenti ci vedremo tutti il giovedì”.
La Comazzi dice che al giovedì va bene anche Carlo Conti. Qualcuno la corregga: è il venerdì.
Quanto a Ti lascio una canzone, il conduttore di Io canto commenta con signorilità la sua sopravvivenza:
“Sono felice del successo della formula di Ti lascio una canzone e della signora Clerici. L’essermi misurato contro di lei con un’altra cosa ha ridato dignità a tutti e due. Che Io canto sia vivo o no lascio ad altri l’ardua sentenza. Comunque la gente a casa, coi programmi coi bambini, ha meno la puzza sotto al naso di voi che analizzate la tv”.
15.58 The Winner Is ha dato filo da torcere?
Bernardini esordisce dicendo che lo show di Scotti non ha fatto come la De Filippi, ma “ha dato filo da torcere”. Eppure la Motta sottolinea che Ti lascio una canzone si è ripreso proprio nelle ultime settimane:
“Non avevate ancora la popolarità del titolo”.
Scotti puntualizza che l’anno prossimo il programma avrà una lunga serie di otto puntate, anche se si valuta una versione preserale dedicata alle selezioni. Per il resto Scotti non ama le critiche: rinfaccia alla Comazzi la sua recensione negativa, contro la mazzetta di soldi sventolata dal conduttore a The Winner is. Poi termina:
“Sono stato obbligato a condurre tre titoli in inglese, Money drop, Italia’s got talent e The winner is. Io ce li avevo pronti i titoli. Quello che ci stava bene con la metrica era Italiani che talento, ci poteva stare. The winner is è, però, una formula talmente universale che la capisce la sciura Pina. Sono comunque tutti programmi che sento nel mio spirito, quello dei soldi, del gerrysmo”.
Rispondendo alla domanda di un analista sul suo ritiro ai sessant’anni, ne mancano tre. Per il resto Gerry vorrebbe lavorare a diretto contatto con la terra. Lavorerebbe dietro le quinte solo se suo figlio facesse il presentatore e glielo chiedesse. Quanto all’ossessione delle giurie nei talent Scotti risponde:
“Preferisco che mi facciate questa domanda e non l’abuso di vallette. Per il resto il televoto puzza di vecchio, le votazioni sui social network non sono alla portata di tutti”.
La Bancone si chiede come mai Scotti sia sparito da Twitter in cui interveniva compulsivamente (media di 74 tweet al giorno):
“Innanzitutto sapevo dell’arrivo del papa, quindi non c’è posto… Lo trovavo una cosa molto moderna, comunicare con i propri telespettatori con soli 140 caratteri. Mi piaceva l’immediatezza. Pensavo fosse il modo più giusto per rispondere alle illazioni sui blog. Mi sono accorto che da questo punto di vista non è ancora così efficace. E’ più facile alimentare una fandonia, che non difendersene. E’ diventato un circolo molto autoreferenziale. Lo leggo con piacere”.
15.52 La vendita di La7
L’esperto di economia dei media, Doglio, sintetizza a pieno la crisi di budget di La7:
“Stella ha fatto un mestiere che non è il suo, è uomo dei conti, più noto per la capacità di tagliare che di investire. Quest’anno ha investito più di 100 milioni di euro, portando l’esposizione della rete ben oltre i livelli che si attendeva. Questo doveva servire a dare più valore alla rete. Per quello che si è capito il valore non è salito. Si potrebbe dire missione fallita. Telecom ha altri obiettivi. La televisione la fa con altri sistemi di aggregazione, con Cubo”.
15.50 Gerry Scotti a tutto campo
Il presentatore di Canale5 fa all’inizio il punto sulla crisi:
“E’ un periodo duro per tutti. E’ difficile anche tener vita le poche cose che si facevano prima. Sky c’ha gli abbonamenti del calcio, ma anche loro con la raccolta pubblicitaria… Nonostante questo panorama ritengo che in fin dei conti la stagione ci abbia regalato delle cose discrete. La televisione in questi sei mesi è riuscita a cavarsela un po’ meno peggio di come le cose stanno accadendo in Italia. Alla faccia dell’è morta la generalista, è ancora viva”.
Per la Comazzi fa tendenza parlar male della televisione: lei fa sempre la critica (?) sol sorriso sulle labbra, infatti. Scotti aggiunge, come telespettatore, di essere fanatico di informazione di sport. E paragona Rai3 a Italia1 (quella di una volta) come laboratorio creativo (aiuto!!!).
Si commenta il Festival di Perugia che ha parlato di frammentazione digitale, con interventi illustri di Guglielmi e Ghezzi. Gerry ritiene che la digitale serve a esaudire le nicchie di appassionati:
“Ogni anno a Tv Talk mi tagliate un intervento. Se un vaso cinese si rompe in quattro parti possiamo metterlo insieme, se si mette in diecimila pezzi è quasi impossibile ricostruire il totale della frammentazione”.
15.27 Il “reality Sallusti”
Per Paragone era naturale che con Sallusti si arrivasse al racconto in presa diretta, per l’ossessione della telecamera nascosta. A Paolini la vicenda ricorda la radiocronaca della chiusura di Radio Alice:
“Il Giornale è una specie di lotta continua di destra”.
Pucciarelli sentenzia:
“Spesso ci dimentichiamo che non è presa diretta, ma costruzione narrativa di un punto di vista”
Prima di andar via Gregorio Paolini rassicura Bernardini, che temeva di avere un clone di Tv Talk: Via Teulada 666, di cui TvBlog vi ha parlato in anteprima, sarà un programma comico e satirico sulla tv.
15.19 L’ultima parola di Paragone
Paolini rivendica di essere stato tra i primi a dire che Paragone sarebbe stato una novità televisiva di cui fare i conti. Dice che è un esponente della “destra impegnata”, come anche Del Debbio, che “porta l’indignazione più pettinata del padre di famiglia”.
Un analista gli chiede la ragione di insistere televisivamente sulla piazza. Paragone risponde:
“Non è un’ammucchiata. E’ la piazza di un caso specifico”
Il giornalista ammette che gli piacerebbe ridurre la parte talk a vantaggio di monologhi e rvm, ma gli autori del programma non sono dello stesso parere. Quanto al rischio del populismo, Paragone non lo esclude:
“Può anche darsi. Ma dietro le parole ci sono sempre casi concreti”.
La Bancone offre un dato importante: L’ultima parola è al terzo posto su Twitter dopo Servizio pubblico e Porta a porta.
14.55 I discorsi delle Primarie di Renzi e Bersani e il caso Grillo
Si parte col punto sull’exploit mediatico delle primarie del centrosinistra. Bernardini domanda se la politica è stata rilanciata attraverso la televisione o se la politica si è definitivamente asservita alle logiche televisive. La Motta si fa portavoce come sempre delle logiche Auditel, per cui è stata la politica ad aver aumentato gli ascolti dei talk di informazione, come Agorà e Porta a porta. Così, invece, la pensa Paragone:
“Credo che la televisione abbia fatto la televisione e la politica ha inseguito la televisione. Anche se non trovo che i talk spostino i voti”.
Gregorio Paolini esordisce dicendo di non sopportare più questi discorsi:
“Alla fine in politica si vince politicamente. La televisione non sposta i voti, ma sposta l’agenda. In questo mese è successo che il Partito democratico è riuscito a far vivere il dibattito nel Paese. La cosa di Sky ha fatto molto bene a tutta la televisione, ha scrollato di dosso l’abitudine alla chiacchierona interminabile”.
Il produttore e autore aggiunge che ci sono stati errori di comunicazione nella campagna di Renzi:
“Il limite di chi ha seguito Renzi – non è solo Gori, anche Fausto Brizzi – è che conosce poco il popolo di sinistra”.
Si passa a parlare di Grillo, su cui Paragone è molto scettico:
“La via di nomina delle parlamentarie è stata nuova. Il giorno in cui queste persone le ritroviamo in parlamento, però, di che ci ritroviamo a parlare e sorridere?”.
Poco più avanti Bernardini sfotticchierà Paragone, dandogli del politico o della rockstar prestata alla tv.
A Paolini Grillo ricorda lo stile di Funari. Lo stesso Paolini, quando Bernardini vuole parlare di tv-anti spettacolo passando all’incontro Monti-Hollande, fa sarcasticamente il nome di Gad Lerner. Si merita l’appellativo di “perfido” dal conduttore”.
Anteprima
Anche oggi seguiremo in tempo reale la puntata del sabato di Tv Talk, con protagonista Gerry Scotti a poche ore dalla finale di The Winner is… (che pure seguiremo questa sera live).
Massimo Bernardini ha esordito nell’anteprima definendo Scotti “un amico della concorrenza, un quasi Rai”. Scotti gli ha fatto capire di non esagerare.
In arrivo nel corso della puntata Gianluigi Paragone, Gregorio Paolini e Alessandra Comazzi.