TV STAR: Piero Angela, ho capito perchè vince
I risultati sono chiari. L’ultima puntata andata in onda di ” Superquark” ha chiamato 3.280.00 spettatori, con 17.64 di share, e ha vinto la serata. Ne sono felice. Non è un successo nuovo. Anzi. Ma in questa stagione di siccità creativa, e di esiti mediocri negli ascolti, lo si può considerare senza dubbio una sorta
I risultati sono chiari. L’ultima puntata andata in onda di ” Superquark” ha chiamato 3.280.00 spettatori, con 17.64 di share, e ha vinto la serata. Ne sono felice.
Non è un successo nuovo. Anzi. Ma in questa stagione di siccità creativa, e di esiti mediocri negli ascolti, lo si può considerare senza dubbio una sorta d’ innaffiata benefica anche nelle piaghe della Rai che arranca e che, dopo Masi, cerca di uscire dalle morte gore.
Era qualche tempo che desideravo mettermi davanti al televisore e cercare di capire quale fosse il segreto di Piero Angela e dei suoi consolidati collaboratori. Alcuni li conosco. Lavoravano con Piero, uomo lucido di testa, nelle moviola accanto alla mia. Altri sono nuovi, ma hanno appreso bene, velocemente.
Il maestro indiscusso, il timoniere, è lui, Piero. Lo conosco da anni. L’ho sempre apprezzato. Abbiamo fatto cose comuni, in incontri all’università o in trasmissioni (come TgStoria, dieci puntate sui telegiornali Rai).
La formula di “Quark” o di “Superquark” cambia ma ha una base certa, incrollabile: l’attendibilità e la precisione nei racconti proposti. Non che le puntate siano esenti da difetti, al contrario, ce ne sono stati, tuttavia sono stati risolti e recuperati nel tempo. Il gruppo di Angela è fisso da anni ed è forse il solo capace di vivere in se stesso, cioè badando a correggersi e a migliorare.
I cambiamenti non sono mai frutto di capricci ma di scelte. In questo senso ,ad esempio .le riprese in studi virtuali o con effetti speciali sono state effettuate con garbo, senza insistenze, provando e confermando, a volte provando e lasciando perdere.
Uno degli elementi che giocano a favore del gruppo di Angela è l’esperienza del capo. Cominciata a Torino nei notiziari radio e poi tv, in speciali e in inchieste. Ricordo una curiosa intervista(finta) di Piero a Vittorio De Sica. Ironica, finta ma con le carte sono scoperte a metà.
La ragione vera per cui ho deciso di parlare di Piero & Accoliti, tutte persone ultraperbene, è perchè il conduttore non assomiglia a nessuno dei conduttori in auge. Niente enfasi, niente aggressività, niente (soprattutto) improvvisazione, niente spocchia, un pizzico di saccenteria talvolta e una presa di narcisismo; e basta.
Fate voi il confronto con quel che passano i tristi conventi folli delle televisioni del momento. Non sono mai stato e non sono abituato a lodare gli inquilini tv e le dimore tv del passato. Ma il frastuono dei conduttori e dei loro contestatori (che li agevolano) è insopportabile.
Ho fatto uno strano, ma non troppo, esperimento di visione-ascolto per carpire il segreto del conduttore Piero. Ho seguito un lungo tratto della trasmissione ultima, quella dei dati sopra indicati, togliendo il sonoro.
Fantastico. Piero parla e poi lascia parlare, dopo aver introdotto il tema con un sobrio cappello di immagini. Piero ascolta. I suoi interlocutori vanno a turbo, gesticolano, le loro bocche prendono aria, gli occhi roteano nella soddisfazione dell’eloquio. I sorrisi di Piero sono commenti efficaci e si alternano a sguardi non perplessi, sempre gentili, ma carichi di avvertimenti a dominarsi. Piero senza urlare domina la situazione, la indirizza, la conclude.
Tutto queesto ho notato nei lunghi minuti di silenzio in cui ho “tenuto” lui e i suoi ospiti.
Ecco: ci sono conduttori delle sfere dell’etere, dei satelliti, del digitale che dovrebbero fare lo stesso mio esercizio. Capire le ragioni che (in parte) sono alla base di un successo che dura.
Italo Moscati