TV PENSIERI A VUOTO E CONOSCENZA: una lezione dall’Infedele
Questo post mi scappa di mano. Devo assolutamente scriverlo prima che la puntata del 1 novembre dell’ “Infedele“, la trasmissione condotta da Gad Lerner, finisca nel tritamonnezza tv che tutto mischia senza raccolta differenziata. Non starò a raccontare la trasmissione che si è protratta fino a mezzanotte, e l’ho salutata stanco ma felice, prima di
Questo post mi scappa di mano. Devo assolutamente scriverlo prima che la puntata del 1 novembre dell’ “Infedele“, la trasmissione condotta da Gad Lerner, finisca nel tritamonnezza tv che tutto mischia senza raccolta differenziata. Non starò a raccontare la trasmissione che si è protratta fino a mezzanotte, e l’ho salutata stanco ma felice, prima di incontrare gli incubi delle tv che mi inseguono anche quando non le vedo. Esagero, ma a volte come non specchiarsi, noi tutti insieme, negli incubi che resistono alle fiamme dell’inceneritore della memoria.
Vado per persone. E comincio da Umberto Eco che ho incontrato l’ultima volta a Busto Arsizio in un piccolo convegno, davanti a studenti: non aveva la barba, scopriva un bel volto paffuto. Quando gliel’ho fatto rilevare ha risposto, stando allo scherzo, che poteva comprarsi i dopobarba più cari poichè gli ultimi suoi libri erano stati comprati all’estero con un bel gruzzolo di diritti per lui e la sua casa editrice. Un’unica osservazione sulla rasatura della barba, prima di passare a cose serie.
Nella puntata a cui mi riferisco dell'”Infedele” alcuni spietati primi piani hanno suggerito (solo a me?) che il baffetto rimasto, unito al pallore del viso e alla chioma rada portano a una strada somiglianza con Hitler. Attento Umberto, tu fai la parodia del dittatore, con gran classe, ma le recensioni negative al tuo ultimissimo libro, a cui faccio pubblicità anche se non cito il supercitato titolo, te la stanno facendo pagare questa involontaria parodia. Mi hai convinto a leggere il libro, senza chiederlo. Grazie.
Eco, nella puntata di cui voglio parlare, si è dimostrato in grandissima forma, pronto alle risposte, profondo nella sua leggerezza dell’argomentare, scaltro nell’evitare voce grossa e svicoli dialettici. Impagabile la splendida battuta in cui, a domanda capziosa, ha risposto che non è sua abitudine intavolar scambi e reazioni con i critici. Pareva di sentire parlare Vittorio Sgarbi, specialista nelle repliche spesso salate nelle dirette o nelle registrate in nome dello show televisivo!
Eco ha portato acqua al mulino di quanto affermo nel mio più recente post- qui sotto o in “categoria”- in cui indico nel pensiero vuoto di tante trasmissioni il vero tradimento della conoscenza (anche un musical o una comica possono essere parte della conoscenza) sui tanti schermi del narcisismo intellettuale o pseudo intellettuale, peraltro profuso da soubrette sia maschi che femmine.
Secondo personaggio da segnalare: lo storico Sergio Luzzatto che si deve un poco sciogliere nelle poltrone da video ma che, come Eco, ha dato in vari punti del programma contributi di conoscenza, specie quando è intervenuto sul grande tema dell’Unità d’Italia spiegando le sue idee sul recupero del borbonismo e dei federalismi montanti: residui di passati che tornano a galla. Lacune vere lasciate a partorir esondazioni per colpa dei cattivi insegnamenti sulla storia patria, su cui si è fatta tanta retorica e tanto sterile nazionalismo anzichè ricordare le contraddizioni, le spine, il sangue sparso e le delusioni del processo unitario.
Ci sarebbero altri personaggi, altri spunti da sottolineare in questa puntata dell’ “Infedele”,ma vorrei concludere, per non rubare altro spazio alla brevità, citando il conduttore Gad Lerner che apprezzo da quando lavorava a Rai3 e al Tg1. Ha acquistato perfetta padronanza dello studio. Non imbecca i suoi ospiti ma li stimola. Non fa il furbo con subdole provocazioni ma cerca di lasciare qualcosa nell’etere, il suo sforzo di contribuire a far fare allo spettatore qualche passo nella conoscenza.
Per esempio, nella puntata di cui sto scrivendo, ha affrontato scandali politici e i tanti scandaletti di costume imbastiti sulle ragazze amate dal potere o dal sottopotere senza strepiti, senza moralisti e toni di polemica compiaciuta, ad effetto. Ha dato la parola all’autrice di un documentario e un libro dedicati “al corpo delle donne”, e a una giovanissima esponente del Pdl, una berlusconiana critica, dalla parlantina sciolta e dai concetti “puliti”. Entrambe hanno argomentato con intelligenza e hanno evitato di cadere nelle trappole di solito predisposte da altri talk del piffero.
Non so quando farà o ha fatto in ascolto questa puntata dell'” Infedele”. I dati vengono pubblicati di solito in tarda mattinata. Ma chi se n’importa. Gad vai avanti così.
ItaloMoscati