TV OGGI 2: e domani? meglio girare la testa da un’altra parte?
Fine della televisione delle Feste. Qualche buon film, per il resto lustrini e battute ripescate in rigatteria come gli alberi di natale, il presepe degli ospiti, la gara degli ascolti tra chi fa peggio nel dare i numeri, pensieri di capodanno da cui si capisce che l’anno nuovo, il vergine (ma mica tanto) 2012, sarà
Fine della televisione delle Feste. Qualche buon film, per il resto lustrini e battute ripescate in rigatteria come gli alberi di natale, il presepe degli ospiti, la gara degli ascolti tra chi fa peggio nel dare i numeri, pensieri di capodanno da cui si capisce che l’anno nuovo, il vergine (ma mica tanto) 2012, sarà uguale al 2011. O no?
Le sfere di cristallo degli oroscopisti pagati dalle tv che devono dipingere scenari favolosi per tutti, seminando qualche brivido di suspense sciolto nel liquore del lieto fine, le lascio nell’etere, anzi le prendo metaforicamente a calci, sperando di andare in gol negli inferni delle stoltezze o delle cagat…alla Iva Zanicchi (un pezzo di 12 anni fa di mostruosa attualità storica nella cornice di Raffa e soubrettine, e maghi delle deiezione).
Per fortuna c’è sempre qualcuno che ci dà una mano per uno stop serio e un invito a guardare avanti. Questa volta è Giovanni Valentini che sulla Repubblica tiene la rubrica Il Sabato del Villaggio e ha scritto, guardando alla situazione tv, un articolo intitolato “Una Rai del presidente al servizio dei cittadini”. Siccome oggi si raggiunge tutto su internet invito a leggerlo. Mi limiterò a sottolineare il fatto che l’autore pone con chiarezza: a marzo scadrà l’attuale consiglio di amministrazione della Rai, c’è qualche idea in proposito? chi comanderà? e con quali progetti?
Non ci sono risposte, c’è un atteggiamento serio per porre la questione in termini di urgenza e di utilità per il Paese e per i telespettatori in particolare.
Senza la Rai, si spera rinnovata, depurata da influenze negative esterne e interne, liberata da una soggezione che dura da molti anni a causa di una cattiva politica le cui responsabilità non risparmiano alcun partito o schieramento, la televisione italiana non esisterebbe più. Non c’è alcun dubbio. Guardiamo avanti, se è possibile.
Spesso non è possibile. Lo dimostra ad esempio il modo con cui la televisione parla di se stessa e i protagonisti tv parlano di se stessi. Mi è capitato di osservarlo in alcune trasmissioni comparse sul video proprio nei giorni malinconici della feste forzate e delle cene pantagrueliche del nulla del piccoli schermi che diventano sempre più grandi.
La solitudine dello spettatore a volte arriva a vertici insospettabili.
Vanno in onda programmi che non stupiscono perchè il convento cucina male minestre scaldate: le gare di ballo, i talent a go go, gli x e j factor, gli auguri, i tappi, i rutti, i blob consunti e compiaciuti dei loro denti guasti, eccetera.
Lo spettatore senza nome va sprovveduto incontro alla overdose, ipnotizzato, a immergersi per suicidarsi nell’auditel.
Il giorno dopo coloro che preparano lo show, i suicidatori inconsapevoli (ma sono consapevolissimi) si fregano le mani, felici dell’apocalisse al ritmo della lambada del lato C o B delle belle Belen, l’innocenza fatta soubrette.
Vanno in onda approfondimenti da stagno di acque stanche.
Ed ecco l’opinionista- situazionista che cambia opinione a seconda del cambio di governo o delle sue mire da guru sulle poltrone o sui seggioloni alti delle dirigenze, vive della sua pappa e pensa di imboccare tutti.
Ecco il criticone che dà una mano all’opinionista-situazionista perchè insieme hanno emesso vagiti massmediali in un fort apache cinefilo cinquant’anni fa.
Ecco lo psichiatra che fa il muso duro e difende i suoi maglioncini quando varca le porte di una porta che porta si sa dove, al manicomio della ripetizione organizzata: la coazione vuoto a perdere per riempire serate vuote.
Ecco chi lo contesta poco poco, per tenere fede alla sua figura di cerbeto senza peli in nessuna parte del corpo e tanto meno in bocca. Ecco…
Mi devo fermare. Inutili i nomi. Inutili i titoli. Devo dire che si campa bene anche così.
Come ho detto ci suò divertire davanti allo show della compagnia di giro di guru,opinionisti, addetti ai lavori. Ma, così facendo, essi stessi confermano che la situazione tv è paralizzata, nonostante la moltiplicazione dei pani e dei pesci (roba da macero, spesso), la chiacchiera vittimista diretta o indiretta dei profeti-capitone (carne secca), la spaesata voglia di esistere dei conduttori che vecchi o nuovi sono convinti di essere loro il domani.
Ah! Fantastico! Un commento in coda al post sulla Grande Iva da pagare,la cretinata ri-mandata in onda: dice che la si cita, la si sbeffeggia per la caga…per ragioni politiche perchè notoriamente politica, essendo lei di destra.
E’ un frutto maturo che pendola da tempo sulla corruzione nel rapporto fra cittadino e tv (causato dalla tv e dai media da molti anni in qua.
Non sarebbe ora di cambiare tutto un sistema? Salvare e cambiare la Rai. Salvare e cambiare tutto un sistema per creare un vero, serio pluralismo, al posto di tanti pappagalli che becerano.
Italo Moscati