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TV LEBBROSI: SAN BEPPE NON E’ SAN FRANCESCO

Mi sono seduto in perfetta astinenza alcolica e di giornali, previsioni e fondi marci di notizie, davanti al televisore . Mi ero munito del necessario kalasnikov, il telecomando. Erano approssimativamente le 15 e già calava la sera in anticipo. Avevo davanti a me come in un film di fantascienza i monitor di ogni tipo di

26 Febbraio 2013 12:56

Mi sono seduto in perfetta astinenza alcolica e di giornali, previsioni e fondi marci di notizie, davanti al televisore . Mi ero munito del necessario kalasnikov, il telecomando.
Erano approssimativamente le 15 e già calava la sera in anticipo.
Avevo davanti a me come in un film di fantascienza i monitor di ogni tipo di divisa, disposti senza gerarchie. Ero pronto a sparare nel mucchio con il mio vecchio mitra sovietico.
Ma la violenza a poco a poco dentro di me si è trasformata in una pia curiosità, piena di commiserazione e di amore per il prossimo.
Quel prossimo di politici (ceffi ed efebi d’ogni parte) che subito le tv e i loro zelanti conduttori, il cui stipendio discende dai loro fondi neri, hanno dissolto in un’atmosfera di rara sacralità.
Loro e i loro ospiti paganti seduti come nel famoso film di Bunuel su sontuose tazze, water.
Essi pregavano. Con la bocca appesa alla bocca dei loro riferimenti politici in spirito e olio santo; fedeli,anzi marcati a fuoco lento. Con il cuore che batteva il ritmo a seconda delle notizie degli exit pollo (neanche uno azzeccato), delle videate aride ministeriali, dei conteggi degli espertoni di sondaggi e conteggi (la repubblica italiana è fondata sull’errore), dei collegamenti con medium e media d’oltretomba. Voci e corpi in attesa di essere fatta cenere.
Essi facevano voti. Per questo e quello, per questo e quell’altro; per Pantalone o per Chiesa (primo santo e martire delle corruzione negli anni dei Piedi sporchi); per questo o quello schieramento, abbarbicati al monumento, colmi di sentimento.
Il kalashnicov ad un certo punto si è inceppato. Il televisore ha scelto di fare di capa sua.
Ed ecco che la situazione è cambiata. Sono stati rottamati i dati dei polli exit e delle macchine elettroniche tarlate. Ho sentito musica di organi d’altare.
Ho creduto di vedere processioni di Grillini, senza volto, diafani come spettri.
Essi hanno cominciato ad affollare le teste vuote dei computer e dei loro manovratori, oltre che dei sussurratori e urlatori, i grandi commentatori di studio dalla chiacchiera innestata come una supposta.
Ed è stato il quel momento che ho avuto la rivelazione.
La televisione come lazzaretto, in presa diretta, collegata come vasi comunicanti. La liquidità scartata anche da Bauman, quella dello sciaccquone.
Nel lazzaretto aumentavano i lebbrosi, i lebbrosi di lingua e ipod, opinion makers, marchettatori, o esponenti di partito. Risuonava, coprendo il suono dell’organo, il tam tam ligure popolaresco, folcloristico di Grillo. Il tam tam, mezzo di intesa e comando con i suoi Grillini. Beppe li ha fatti fuori tutti i tenori del video, da Vittorio Sgarbi e Carlo Freccero.
Ho capito cosa era successo.
Grillo si è tenuto lontano dalle tv e dagli studi. Con la sua acuta vista da grande comico (grande comunicatore lui più del concorrente padrone di Balo), sapeva che lì in quelle tv, in quegli studi sarebbero arrivati, stavanp arrivando i “lebbrosi” inconsapevoli, derelitti, abbandonati da dio e dagli elettori.
Grillo sapeva dell’ aria malefica e malsana che inonda di morbi avariati gli studi lindi e tinti (spesso nei capelli di chi ci sta).
La testa chiomosa del Francesco di “Genova per noi” non è entrata nè ieri l’altro nè oggi, nè domani.
La sua vittoria è quella del santo rottamatore che non ha avuto bisogno di prendere martello pneumatico o esplosivo. Matteo Renzi non c’era più e lui, il Beppe che nuota sulla folla nelle piazze in canotto o rischia l’infarto tra Scilla e Cariddi, ha imbracciato il kalashnikov rottamatorio. Semplicemente non andando in tv, obbligando le tv a cercarlo per un lungo, eterno “chi lo ha visto?”, è diventato il pericolo pubblico numero uno, il santo degli incazzati, il salvatore.
Le masse lo hanno seguito come il messia (secondo i piani mistici della sua spalla dai capelli angelici boccoluti).
Esempio di astensione dalla tv e dalla politica della manutenzione del potere.
Beppe ha vinto con i Grillini, pinocchietti di varia umanità, perchè non ha baciato i lebbrosi della irreal politik.
Li bacerà? e i suoi li baceranno?
Per saperlo, serve un altro santo, un profeta di avventura.
Italo Moscati