TV CRAZY: la parade che scopiazza Antonio Ricci…
Crazy Parade è un clone di Paperissima secondo il critico Italo Moscati
Non ne sapevo niente. Mi sono trovato uno di questi giorni davanti a “Crazy Parade“. Non sapevo che fosse iniziata a gennaio 2011. Mi ci sono fermato perchè, parlando di Piero Angela e del passato (aggiornato) che passa in Rai, i commentatori del Tv Blog hanno scritto varie cose, tutte interessanti.
La loro curiosità e la stima per la Rai che non c’è più mi ha fatto venire l’idea di sfogliare gli schermi per capire quel che resiste e che dà del filo da torcere al nuovo per il nuovo, al nuovismo senza criterio, anzi senza nè capo nè coda.
E’ un’idea che mi guiderà e per la quale chiedo ai lettori Tv Blog tutti i possibili suggerimenti, indicazioni, spunti, al fine di condurre una ricerca comune. Intanto, per contrasto, mi imbatto forse in una replica: una puntata di “Crazy Parade”. A mano a mano che procedeva. trasecolavo. Mi sono detto, visto che zappettavo di qua e là: dove sono? sono nella tv di Antonio Ricci, nella sagra pollaio di papere e paperissime?
Poi, ho visto il logo del canale. Glisson. Poche volte ho potuto constatare un doppio o triplo effetto televisivo di boiata. La scopiazzatura di un format. La scopiazzatura che diventa un’ultra scopiazzatura. Non solo le papere o le paperissime. Ma anche le gag, prese pari pari da modello di Ricci & C. E non solo le gag. Gli animali e gli umani, tutti animali, doppiati con le voci di doppiatori di cartoon. Le battute parenti di altre che hanno avuto fortuna: ricordate “stiamo vicini vicini?” rubati alle Paperissime.
La sensazione è stata sgradevole. Non soltanto per la scopiazzatura come fondazione del mondo ma per il processo o progresso di degradazione della scopiazzatura che, in casi gravi come questo, significa solo: voglia di successo a buon mercato, scarsità di idee, faccia tosta.
Una faccia tosta così blindata che mi ha portato a chiedermi: e Ricci non ne sapeva niente? Non posso credere che abbia ceduto il copyright, per una svendita di una sua dignitosa, e divertente (non sempre) creatura esposta pur sempre al rischio della ripetività inefficace.
Ecco la vetta di “Crazy Parade”! Elevare al sublime e oltre la dannazione della tv che non sa più cosa fare, priva di idee, ispirata a modelli che appartengono ad altri, lo sputtanamento del format.
Davvero: SuperCrazy.
Italo Moscati