Tv con la coda fra le gambe: e l’autunno?
Profezie per la tv che verrà
Ancora prima che le Olimpiadi di Londra cominciassero, si era notato che lo sport è il genere tipico della tv in estate. Prima delle Olimpiadi, ci sono stati gli Europei di calcio che per il vecchio continente sono sempre interessanti grazie ai duelli tra squadre antiche e rivali. Quest’anno poi, con i magoni dell’euro, tutti stavano con gli occhi sul pallone e con il pensiero sull’andamento dello spread.
E’ fatale che accada. La televisione, tutta insieme, pare scarica di idee e di appuntamenti decisivi, sia all’interno dei singoli paesi sia nel mondo globalizzato. Circolano più o meno tutti gli sport e piacciono oltremodo le cerimonie augurali.
Quella olimpica londinese ha poi addirittura meritato unanimi elogi, ben fatta, luci giuste e giusta ironia, ma il sapore di fondo non era proprio straordinario, anche se il regista, quello di “Millionaire”, premio Oscar, è uno che ci sa fare.
Bisogna, o meglio basta in questi casi abbacinare il pubblico ufficiale, e quello che se la gode a casa davanti al plasma dai molti pollici, con altrettanto e più pollici di storia patria,e di epica a suon di musica. Apprezzabile e prevedibile.
Ho la netta sensazione che cappelli o cappellini trionfali come questi agiscano per il bene del grande sport, e aiutino a passare sui ponti con gli archi di luci. Mentre le acque del Tamigi, della Senna, del Po e del Tevere, e di tanti altri fiumi tra cui quello di Berlino, la Sprea, si trascinano le rispettive televisioni come limacciosa zavorra.
Si dirà che così accade tutte le estati che dio manda in terra, specie in Italia dove i tagli vanno in profondità e sforbiciano i cervelli di chi guarda e di chi produce.
L’estate sta morendo ma temo che stia morendo anche con lei l’autunno, e poi l’inverno…, la primavera, …l’estate prossima ventura già presente, fermata ai blocchi di partenza.
Per dir male, per mettere le mani avanti e reggere l’urto della noia e del fastidio, non voglio scegliere tra gli annunci solo la notizia sulla possibilità, già circolata, che Emanuele Filiberto prenda il trono del giovedì sera di Rai. Abbiamo visto di peggio.
Voglio solo premettere, e concludere, che sarebbe il caso di rivendicare in Italia una televisione meno loffia e ripetitiva. I pochi soldi che ci sono, vanno sottratti ai dirigenti incapaci e debbono essere spesi da altri per cercare il meglio che c’è, e andarselo a cercare.
Il capolavoro della politica televisiva, quella dei partiti del centro destra, è stato quello di aggravare una situazione. Adesso sia Rai che Mediaset si guardano oziosi, e rinunciatari, scarichi di energia e di iniziativa. Come in uno stesso specchio che li riproduce e li condanna.
Zombie d’estate; ma anche per tutto l’anno? La protesta salirà e punirà qualità, ascolti, pubblicità.
Italo Moscati