Tutto il mondo è paese, la fiction con Beppe Fiorello sparisce dal palinsesto Rai, che chiarisce: “Sospesa per indagini su Lucano”
Beppe Fiorello accusa la sospensione dai palinsesti della sua fiction Tutto il mondo è paese, che racconta la vicenda del sindaco di Riace, ma la Rai chiarisce i motivi dello stop
La fiction è stata girata, montata ed è pronta per andare in onda. Eppure, di Tutto il mondo è paese, il film-tv con protagonista Beppe Fiorello, non c’è traccia nel palinsesto di questa stagione della Rai. Un vero e proprio blocco, accusa l’attore, che su Twitter non le manda a dire e ricorda i precedenti di altre sue produzioni:
Non è la prima volta che una mia #fiction viene bloccata, anni fa le #foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di #graziellacampagna, l’allora Min. della Giustizia si indignó, ora #Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire.
— Giuseppe Fiorello (@BeppeFiorello) 10 settembre 2018
“Non è la prima volta che una mia #fiction viene bloccata, anni fa le #foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di #GraziellaCampagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora #Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire”.
Per capire meglio questa polemica, è necessario fare un passo indietro. Beppe Fiorello ha girato, per la regia di Giulio Manfredonia, il film-tv Tutto il mondo è paese, prodotto da Picomedia, Ibla Film e Rai Fiction. Tratto dal libro “Riace, terra di accoglienza” di Chiara Sasso, la fiction racconta la storia del borgo in provincia di Reggio Calabria e del suo sindaco, Domenico Lucano, artefice di quello che è diventato il “metodo Riace”.
Parliamo di gestione dei migranti, e di come Lucano sarebbe riuscito a ripopolare un borgo che stava via via perdendo abitanti grazie all’integrazione ed accoglienza di numerose persone in cerca di una nuova casa. Un sistema che ha portato il nome di Lucano alla ribalta, tanto da essere inserito al 40esimo posto dei leader più influenti del mondo.
Una storia che la tv non poteva fare a meno di raccontare, e così si mise in moto la macchina produttiva della fiction, con Fiorello pronto ad interpretare -come già fatto in passato- un altro personaggio che contro tutto è riuscito a migliorare la realtà che lo circondava.
Eppure, a fiction terminata, è arrivato lo stop. Ad influenzare la decisione due relazioni prefettizie sul caso contraddittorie: la prima, del 2016, contestava l’effettiva efficacia del metodo Riace, sostenendo alcune irregolarità che hanno portato ad un’indagine che vede Lucano accusato di truffa e concussione; la seconda, invece, era di tutt’altro parere.
Il deputato democratico Antonio Viscomi ha intanto chiesto chiarimento alla Commissione di Vigilanza Rai. Ma è proprio la tv di Stato a fermare le voci, con un comunicato che svela le ragioni dello stop: “Non esiste alcun blocco della messa in onda”, precisa l’azienda. “La fiction è stata semplicemente sospesa dal palinsesto in quanto, come da tempo è noto, al sindaco Lucano è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della Procura di Locri per alcuni presunti reati collegati alla gestione del sistema di accoglienza. Non appena la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine, il Servizio Pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti”.
Al momento, quindi, il film-tv non può andare in onda per queste ragioni. Se dalla Rai è arrivata una risposta, Fiorello resta comunque dispiaciuto sul silenzio intorno alla notizia, che non ha trovato il sostegno dei suoi colleghi, pronti, invece, a parlare di altro:
Sono tanti,intellettuali, registi, scrittori,attori, attrici giornalisti che si indignano per l’esclusione di una giurata da un talent show,pochi invece pronunciano parole di denuncia per questa vicenda che rischia di trasformarsi in censura,#iostoconriace https://t.co/TFm3NweT5C
— Giuseppe Fiorello (@BeppeFiorello) 9 settembre 2018
“Sono tanti, intellettuali, registi, scrittori, attori, attrici giornalisti che s’indignano per l’esclusione di una giurata da un talent show, pochi invece pronunciano parole di denuncia per questa vicenda che rischia di trasformarsi in censura, #IoStoConRiace”.