Tutto chiede salvezza, Andrea Pennacchi, Vincenzo Crea e Lorenzo Renzi: “È una sceneggiatura ‘millefoglie’. Per noi salvezza è…”
I tre attori, interpreti di Mario, Gianluca e Giorgio, ci hanno raccontato la loro visione dei personaggi a cui hanno dato volto
In Tutto chiede salvezza, la miniserie di Netflix tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli e diretta da Francesco Bruni, per il percorso che il protagonista Daniele (Federico Cesari) intraprende durante il suo ricovero in Psichiatrica diventano fondamentali i suoi compagni di stanza. Oltre ad Alessandro (Alessandro Pacioni) e Madonnina (Vincenzo Nemolato), Daniele dialoga soprattutto con Mario (Andrea Pennacchi), Gianluca (Vincenzo Crea) e Giorgio (Lorenzo Renzi).
Proprio con loro tre abbiamo avuto occasione di parlare (video in basso), in vista del lancio della serie, che attualmente è tra le più viste della piattaforma in Italia. Con Pennacchi, Crea e Renzi abbiamo voluto fare un ragionamento particolare: vedendo i sette episodi della serie, ci è parso infatti che i loro personaggi rappresentassero ciascuno una differente fase della vita di ciascuno di noi.
“Non ho pensato in maniera così chiara a questo aspetto”, ammette Crea. “I personaggi, probabilmente, avevano già questa caratteristica in scrittura e non l’avevo letta tra le righe. Ora che me lo fai notare, vedo questo disegno. Per me, almeno, l’amore che prova Gianluca è preadolescenziale: ho tirato fuori ricordi di cotte e desideri di quella fase…”
“È una scrittura a millefoglie”, dice invece Pennacchi commentando e scherzando sulla sceneggiatura, “è piena di strati”. L’attore, però, ammette anche che “per noi attori lavorare su questi aspetti metaforici sarebbe difficile. Noi lavoriamo più sul singolo aspetto. Ho percepito il fatto che l’età dei personaggi rappresentasse una crescita: il bambinone Giorgio, l’adolescente Gianluca… Quello si percepisce. Però, effettivamente, a vederli insieme sembra la stanza della mente di Daniele”.
“Sì, adesso che me lo dici devo andare a girare tutto daccapo perché ho capito di aver sbagliato!”, scherza Renzi. “Faccio un pensiero abbastanza scolastico e forse di crociana memoria: lo spettatore vede -e questa è la bellezza di questa serie- i vari strati che gli permettono di identificarsi in uno o nell’altro”.
Da una riflessione ad un’altra: la serie, fin dal titolo, parla di salvezza. Ma secondo loro, che cos’è la salvezza?Crea: “Il riconoscersi e mostrare le proprie vulnerabilità senza troppi mezzi termini, farlo nella maniera più autentica possibile il più delle volte paghi. Solo in questo modo si creano degli incontri che hanno al loro interno della magia”.
Pennacchi: “Sono d’accordo: conoscere se stessi è faticoso, però è lì che sta il nucleo della salvezza. Impari a conoscere i tuoi limiti, ti puoi aprire agli altri e trovare una rete di relazioni”.
Renzi: “Se dovessi trovare due ingredienti per aiutarci a trovare la salvezza, direi l’ascolto ed anche una necessità di rallentare in modo sano i nostri ritmi. Viviamo in un mondo estremamente frenetico che ci distrae da qualsiasi cosa, anche e soprattutto dall’altro”.