Tutti pazzi per la tv: Antonella Clerici interagirà col pubblico come la Cara Tv di Paone?
Antonella Clerici, nel suo percorso televisivo, ha sempre rivitalizzato dei generi che sembravano morti e sepolti. Lo ha fatto prima nel 2003 con Adesso Sposami e poi nel 2006 con Il Treno dei Desideri: due format che, pur nella loro prevedibilità, hanno segnato la rinascita del sentimentalismo in prime time dopo il capitolo chiuso di
Antonella Clerici, nel suo percorso televisivo, ha sempre rivitalizzato dei generi che sembravano morti e sepolti. Lo ha fatto prima nel 2003 con Adesso Sposami e poi nel 2006 con Il Treno dei Desideri: due format che, pur nella loro prevedibilità, hanno segnato la rinascita del sentimentalismo in prime time dopo il capitolo chiuso di Carràmba.
Ora che il caschetto della Raffa nazionale è di nuovo in agguato, Antonellina è pronta a dedicarsi a una nuova missione: svecchiare il baudismo. In attesa di ritornare con i suoi bambini prodigio di Ti Lascio Una Canzone (non prima della primavera 2009), dovrebbe condurre dall’autunno 2008 una nuova trasmissione al martedì sera, che pare un restyling dei varietà-memoriali di una volta.
Stando alle ultime indiscrezioni, si tratta di un format francese intitolato Tutti pazzi per la tv (o Tutti pazzi per la tele), basato sulla presenza in studio di personaggi noti che si raccontano con l’aiuto di filmati. Sul sito del suo fanclub viene indicato come periodo orientativo di messa in onda 23 settembre-15 novembre, per un totale, quindi, di 10 puntate.
L’estrosa Clerici, insomma, pare destinata a non proporre mai nulla di particolarmente nuovo, ma in compenso ad adattare vecchie idee ai linguaggi di nuova generazione. Senza sentire il bisogno di affidarsi a format d’importazione, lo stesso Pippo nazionale ha fatto del suo stile un’eterna amarcord, impostando il suo Ieri oggi e Domani delle ultime Domenica In sui toni di un revivalismo nostalgico. Ma basta tornare indietro nel tempo per trovare mille titoli baudiani impostati sul best of catodico.
Tra gli ultimi come dimenticare Novecento, una delle più gloriose trasmissioni da lui condotte agli inizi del nuovo millennio (nel 2002, con la promozione a Raiuno, ha segnato il ricongiungimento di Pippo Baudo con l’ammiraglia che lo aveva epurato). In ogni puntata, il presentatore ripercorreva alcuni episodi di costume, cultura o spettacolo appartenenti alla nostra storia recente con l’ausilio di documenti visivi e sonori dell’Istituto Luce e delle Teche Rai (riesumate nelle estati passate anche dalle interviste ai vip di Matinée e Soirée). Anche in quel caso, come in qualsiasi salotto mattutino o della domenica, gli ospiti venivano chiamati a commentare i loro fasti e testimonianze cult relative a propri colleghi vivi o defunti.
Ma chissà che la “novità” della Clerici, sin dal titolo, non abbia velleità metatelevisive ancora più spiccate. E’ interessante, a tal proposito, addentrarsi in un bislacco termine di paragone con una rubrica speciale, condotta da Alessandro Cecchi Paone dal 1989 al 1991 su Canale 5. Il suo nome era Cara Tv, andava in onda tutti i sabati alle 12 e si è rivelata a modo suo un apripista di contenuti autoreferenziali. Molti anni prima che la Tv diventasse invasiva e aprisse discussioni sui giornali o nei blog, i telespettatori erano chiamati forse per la prima volta a dire la loro su personaggi e programmi del piccolo schermo.
Cecchi Paone intervenne così nella prima puntata:
“Sono qui per fare da intermediario tra voi e Canale 5, Italia 1 e Rete 4, per rispondere alle vostre domande sui nostri programmi o per farvi prendere contatto con i nostri personaggi e i nostri responsabili di produzione”.
Infatti, in ogni puntata a un telespettatore veniva data la possibilità di intervistare in studio il proprio beniamino, con una “promozione a giornalista per un giorno” in virtù della propria fidelizzazione. Cara Tv, insomma, ha costituito un esperimento interessante per interagire con il pubblico e riceverne consigli utili per migliorare la programmazione. Gli ascolti ammontavano a una media di 1.200.000 telespettatori a puntata, che costituivano una risorsa in un periodo di scarso investimento al mezzogiorno.
Quattro erano le rubriche fisse, con intenti persino divulgativi:
Vocabolario, che chiariva il significato di parole del gergo tecnico televisivo ormai entrate in uso nel linguaggio familiare (audience, applausometro, steadycam, dolly), con dimostrazioni pratiche in studio.
Caccia all’errore, nella quale i telespettatori potevano segnalare errori passati in tv.
Carissima Tv, dedicata alle risposte alle lettere più interessanti di telespettatori.
Cara Tv dà i numeri, che ripercorreva dati di ascolto, record e vincite dei concorrenti nei diversi programmi.
In pratica un TvBlog ante litteram che, prima della nascita delle mail e degli sms, ha visto Cecchi Paone già precursore del bisogno interattivo (la sua attuale dipendenza dal palmare la dice tutta). Certo, oggi abbiamo Tv Talk, ma probabilmente ai toni entusiastici degli albori è subentrata un’indagine del mezzo più sospettosa, quasi radical-chic.
Tra gli aneddoti storici legati al programma, quello che vide la sua inviata Paola Rivetta, ora giornalista del Tg5, ricostruire uno dei blackout più gravi della storia della tv, che oscurò Canale 5 in tutto il Lazio durante la messa in onda de L’autunno tutto d’oro (dedicato alle novità della stagione), causando un danno incalcolabile per la rete.
Chissà che questo Tutti Pazzi per la tv, anziché essere l’ennesimo déjàvu autocelebrativo, non costituisca una nuova opportunità di dialogo multimediale tra Mamma Rai e le nuove generazioni smanettone. Se Raiuno è riuscita a ringiovanire con Ti Lascio una Canzone, questa può essere una buona opportunità per aprirsi definitivamente all’innovazione, specialmente in prime time. Sembra che le strettoie del format non precludano qualsiasi libertà creativa.