All’indomani del Family Day e a pochi giorni dalla discussione del ddl Cirinnà, la tv italiana incrocia storie e racconti per narrare la variegata realtà familiare della società italiana. Tutto talmente concentrato da creare un piccolo cortocircuito tra Rai 3 e Real Time, che quasi nello stesso momento si ritrovano a parlare delle pubblicazioni della casa editrice Lo Stampatello.
Da una parte, infatti, Riccardo Iacona racconta la campagna scatenatasi a Venezia, innescata dal Sindaco Luigi Brugnaro, contro libri come Piccolo Uovo, scritto da Francesca Pardi e illustrato da Altan, incentrato sulla storia di un uovo che prima di schiudersi conosce tante famiglie diverse, tutte belle e piene d’amore.
Altro che tabù del sesso qui da noi in Italia si alza un muro ogni volta che qualcuno propone di inserire nelle scuole…
Pubblicato da PresaDiretta su Domenica 31 gennaio 2016
Dall’altra Real Time porta in tv uno scorcio della vita di Francesca, alias Mamma Francy, e della moglie Maria Silvia, proprio l’autrice del libro incriminato e la titolare della casa Editrice specializzatasi in testi che per certi gruppi ‘diffonde l’omosessualità’.
Così come, mentre in Di Fatto, Famiglie si snocciolano storie d’amore genitoriali, simili a tante altre che spesso sono protagoniste di docureality targati Discovery, Le Iene su Italia 1 dedica una parte della sua puntata domenicale al racconto di famiglie comuni, viste dal punto di vista dei bambini: storie talmente comuni da essere praticamente impossibile capire se i piccoli siano cresciuti in nucleo omogenitoriali o etero.
A chiudere la serata Gazebo, su Rai 3, tutto dedicato alla ‘sortita’ di Zoro e della sua famiglia tv al ‘Family Pride’ per una puntata raccontata fuori e dentro il Circo Massimo, con il solito sguardo pungente di Diego Bianchi, Andrea Salerno, Makkox.
Pubblicato da Gazebo su Domenica 31 gennaio 2016
La tv, quindi, si accende su modelli familiari già presenti da tempo (consolidati, forse, è una parola ancora grossa) in Italia, come dimostrano le storie dei protagonisti del docureality di Real Time. Intanto la politica conta i voti sul pallottoliere per cercare un minimo d’accordo su una legge che tuteli dei diritti civili. Il confronto tra racconto tv e (aberrante) ‘storytelling’ politico si chiude, ancora una volta, a vantaggio del piccolo schermo, solitamente etichettato come conservatore, reazionario, ottuso e ottundente. Certo, far partire la puntata di PresaDiretta alle 22.00 per la fascia protetta non è certo dimostrazione di brillantezza: il contenuto della puntata, però, ha vendicato l’ipocrisia della scelta. I vertici, alla fine, finiscono per apparire meno lungimiranti della base. Anche nella tv di Stato.