Tutti pazzi per amore 3: la quotidianità non rallenta il ritmo, ma il budget frena i momenti musicali
Tutti pazzi per amore 3, nonostante la scelta di raccontare la quotidianità di una famiglia giorno per giorno, non perde il suo ritmo ma risente dello scarso budget
“Tutti pazzi per amore 3” non ha bisogno di essere recensito. Almeno non del tutto. La terza stagione di “Tutti pazzi per amore” mantiene infatti quasi tutti gli elementi che l’hanno portata al successo in precedenza. Certo, si sente la mancanza della signorina Carla, del professor Freiss e degli intermezzi metatelevisivi, ma la serie non ha smesso di non prendersi troppo sul serio.
La novità più forte di queste nuove puntate è indubbiamente la decisione di raccontare una giornata ad episodio. Basta, quindi, raccontare un anno a stagione, preferendo la focalizzazione su un periodo temporale più definito, di 26 giorni. Una novità, però, che rappresenta un rischio, stando anche a quanto hanno scritto i lettori di TvBlog più affezionati alla serie.
Scegliere di restringere l’arco temporale in maniera così drastica, infatti, secondo molti comporterebbe una riduzione del ritmo dell’intera fiction, che si è distinta dalle altre serie tv della Rai proprio per la sua capacità di non soffermarsi troppo a lungo sulle singole scene. Eppure, da queste prime due puntate, il rischio sembra essere stato evitato: “Tutti pazzi per amore” resta la serie surreale di sempre, dove la coppia protagonista, Paolo e Laura, ormai non sono più al centro dell’attenzione degli sceneggiatori, che sono riusciti a dare il giusto spazio a tutti i personaggi del cast.
Tutti pazzi per amore 3, Carlotta Natoli e Ricky Memphis di nuovo insieme dopo Distretto di Polizia
Tra le conferme, invece, il gusto per dei dialoghi più originali possibili, nei quali quest’anno si è fatta più attenzione (più che nelle scorse puntate) all’uso di citazioni cinematografiche più o meno note al pubblico. Così, sentiamo citare “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Il pranzo di Babette”, “American Gigolò” e “La corazzata Potëmkin”, “Full metal jacket”. Citazioni non nascoste e sempre molto didascaliche (“Lucy Van Pelt… Quella di Charlie Brown”), sia chiaro, ma è pur sempre il pubblico di Raiuno quello che si sta cercando di convincere a non cambiare rete.
Se “Tutti pazzi per amore” andasse in onda su un altro canale, forse, vedremmo scene più elaborate, “difficili” per il pubblico generalista ma azzeccate per una serie tv sperimentale come questa. Ma il risultato non è assolutamente da buttare via, e nonostante i limiti imposti dal contesto televisivo, la serie resta una family comedy godibile.
Sugli intermezzi musicali, poi, c’è da dire una cosa: tutta questione di budget. E’ evidente che il limite di spesa abbia influito sulla possibilità di realizzare delle scene migliori, portando in questa prima serata poche scene musicali, realizzate non benissimo e con coreografie scarne. Ma siamo solo al debutto, e confidiamo nelle puntate future.
Infine, i nuovi personaggi: questa sera abbiamo visto Martina Stella e Ricky Memphis (Anita Caprioli e Lucrezia Lante della Rovere devono ancora arrivare). La prima, nei panni del grafico Elisa, ha confermato i suoi limiti, caricando eccessivamente un personaggio i cui presupposti comici avrebbero potuto farlo diventare uno dei punti forti della stagione. Il secondo, visto solo di passaggio, avrà sicuramente fatto felici i fan dei primi “Distretto di Polizia”: la sua non-storia con Monica, con tanto di visioni “storiche”, è un buon pretesto per riformare parte del trio della fiction di Canale 5, contro cui si è scontrata stasera e di cui faceva parte Carlotta Natoli: ora non ci resta che Giorgio Tirabassi passi dall’altra parte (anche solo per una puntata, la prossima stagione) per avere un reunion come si deve.
Tutti pazzi per amore 3, Carlotta Natoli e Ricky Memphis insieme dopo Distretto
