Tu si que vales e il palcoscenico concesso ai complottisti. Ciò che nasce a La Zanzara deve restare lì
A Tu si quel vales viene dato spazio a Shinsekai, personaggio che spesso interviene a La Zanzara. Ma se Cruciani e Parenzo disinnescano a monte certe prese di posizione, su Canale 5 il pubblico ha assistito ad un confronto alla pari
Tutto quello che nasce alla Zanzara deve restare alla Zanzara. Non deve uscire di lì, non deve oltrepassare i confini. È una regola non scritta che ben conoscono gli ascoltatori della trasmissione di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, abituati a circoscrivere i temi affrontati, ma soprattutto i personaggi che vi bazzicano.
Sempre più spesso, invece, accade che determinati protagonisti spuntino anche altrove, come è accaduto sabato sera a Tu si que vales, quando in studio è apparso Gabriele Ceracchini, in ‘arte’ Shinsekai.
“Sono tra i fondatori di un nuovo movimento religioso che rende sacra la possibilità di creare un proprio mondo”, ha affermato nella presentazione. Con addosso un mantello verde e in mano una mela “in rappresentanza della natura”, il 41enne ha goduto del suo palcoscenico in prima serata, all’interno dello show più visto d’Italia: “Siamo espressione di una minoranza, coloro i quali la maggioranza definisce complottisti. Vediamo scie chimiche, quando sentiamo parlare di pandemie e crisi climatiche pensiamo a fatti organizzati da elìte che tenta di sottomettere tutta la popolazione mondiale. Inoltre pensiamo che la terra sia ferma e piatta”.
Nulla di nuovo sotto il sole per chi ogni giorno si sintonizza su Radio 24. Tuttavia, in questo caso viene a galla un trattamento decisamente diverso. Se Cruciani e Parenzo disinnescano e ridicolizzano a monte certe prese di posizione, premendo sul tasto dell’esasperazione dei toni e dell’assecondamento strategico, a Tu si que vales il pubblico ha assistito ad un’indignazione generalizzata accompagnata al contempo dalla volontà di intavolare un confronto con il concorrente.
“L’argomento può essere discusso, accetto le tue osservazioni”, ha dichiarato a sorpresa Gerry Scotti, mente Maria De Filippi ha acceso i fari sulla questione del covid: “Anche quelli che finivano in terapia intensiva sono morti per una epidemia mediatica?”. Di fronte alla prevedibile irremovibilità di Ceracchini, lo stesso Scotti ha ripreso la parola, con voce quasi strozzata: “Mi spiace essere tirato in ballo. Io sono stato in terapia intensiva, ho visto morire la gente davanti a me”.
La disapprovazione collettiva è finita pertanto ai voti, con un clamoroso 6% dei presenti che ha avallato le tesi di Shinsekai. Non proprio il massimo, anche a fronte del drammatico racconto di Scotti e di un clima da trasferta che avrebbe lasciato presagire (e sperare) un rifiuto su tutta la linea.
Non trattandosi di una parentesi improvvisata, dato che – come tutti – Ceracchini sarà stato prima ricontattato dalla redazione del programma e poi provinato, ci si domanda quale volesse essere il fine dell’operazione. L’epilogo migliore sarebbe stato magari l’ingresso del camioncino della ‘scuderia’ di Gerry. Un modo perfetto per agire davvero da Zanzara.