Tú sí que vales è il luna park di Maria De Filippi, Luciana Littizzetto è ancora “indecisa”
Tú sí que vales è tornato in onda, in prima serata su Canale 5, con la prima puntata della decima edizione. La recensione di TvBlog
Tú sí que vales continua a riscrivere le regole del talent show.
Come già scritto più volte in passato, il varietà del sabato sera di Canale 5 è, appunto, un varietà a tutti gli effetti, dove tutti i meccanismi tipici di un talent show, dai giudici ai concorrenti, passando per la gara, si rivelano più che altro degli espedienti per fare spettacolo, con la liturgia tipica di un talent che, praticamente, non si percepisce.
La formula di Tú sí que vales, dal 2014, è stata modellata anno dopo anno fino ad arrivare ad una sostanziale perfezione e soprattutto ad un equilibrio tra i vari protagonisti del programma, dai componenti della giuria fino ai personaggi di contorno.
Quest’anno, il varietà ritornava con l’innesto di Luciana Littizzetto in luogo di Teo Mammucari, lasciatosi “serenamente” con Mediaset, una novità che, a prima vista, appariva come una nuova fonte di idee e divertimento per Maria De Filippi e un danno per Rudy Zerbi che, com’è già noto, senza un nemico al quale fare da contraltare, praticamente non esiste (ma potrà rifarsi ampiamente ad Amici con il ritorno della “bella patata” Anna Pettinelli).
Di lampante, dopo la visione della prima puntata della nuova edizione, non distante per contenuti da quanto visto negli ultimi anni (dalle incursioni di Giovannino alla Scuderia Scotti, passando per i dispetti a Sabrina Ferilli), c’è, appunto, la voglia di divertirsi di Maria De Filippi che non si risparmia nel creare fuori programma e nel cogliere ogni pretesto favorevole per scatenare uno sketch (particolare che si nota anche nell’accurato lavoro di post-produzione che merita un plauso).
La quota di trasgressione, inizialmente, non è arrivata da Luciana Littizzetto ma proprio dalla De Filippi, come quando, ad esempio, ha spinto un concorrente a raccontare un suo sogno erotico (“Sogni Sabrina Ferilli a quattro zampe?”), con tanto di commento stupito della Littizzetto (“Ma sei pazza?”).
Una Littizzetto in “formato famiglia”, da bollino verde, rischia di non funzionare. Stasera abbiamo visto la comica torinese, ad inizio show, indecisa su quale registro utilizzare, se adeguarsi al programma o portare se stessa in esso, un’incertezza legittima tra l’altro.
Con lo scorrere della puntata, però, anche la Littizzetto ha cominciato a sciogliersi, che, nel suo caso, non significa solo esclamare parolacce ma essere semplicemente se stessa, come quando alla vista di due aitanti ragazzi di colore, ha esclamato “Che bei tobleroni!”, sfidando anche il politicamente corretto degli ultimi tempi.
“Trasgressione familiare”, possiamo chiamarla così, una trasgressione misurata, non eccessiva, a prova di famiglia: la concorrente esperta di kamasutra, vista nella prima puntata, con tanto di posizioni apparse sul ledwall, può essere un esempio, così come il concorrente masochista che si è massacrato i testicoli in più modi, sempre visto in questo primo appuntamento. Da questo punto di vista, Luciana Littizzetto può rivelarsi un acquisto azzeccato ma è chiamata a mantenere un equilibrio, tra l’essere se stessa e il non farsi influenzare dall’atmosfera familiare e popolare del programma.
Tornando al concetto di talent show, in Tú sí que vales, questo aspetto è talmente irrilevante che la novità della mini-clessidra a disposizione dei giudici, da regalare a concorrenti meritevoli di una seconda esibizione e, quindi, di una seconda chance per andare in finale (non sarebbe stato meglio inventarsi una sorta di Golden Buzzer?), è assolutamente trascurabile.
Parlando dei conduttori, poi, il fatto di aver rinunciato all’unica conduttrice di professione (Belén Rodríguez) per affidarsi a tre non conduttori di mestiere che, nei loro interventi, battono tutti i record mondiali di concisione, è sintomatico del fatto che i giudici, a Tú sí que vales, conducono a tutti gli effetti, altro elemento che allontana il programma di Canale 5 dal genere talent show in senso stretto.
E Tú sí que vales resiste negli anni proprio grazie a questa intelligente intuizione.