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True Blood, intervista esclusiva a Charlaine Harris autrice della saga

Siete appassionati di True Blood e di Sookie Stackhouse? Bene, a Roma ieri Charlaine Harris, l’autrice dei romanzi, è stata intervistata dai colleghi di Booksblog (dove potrete leggere il resto della chiacchierata). La saga, ambientata a Bon Temps una immaginaria cittadina della Lousiana vede il contrapporsi di vampiri, che si nutrono di sangue sintetico, ma

di marina
pubblicato 4 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:56


Siete appassionati di True Blood e di Sookie Stackhouse? Bene, a Roma ieri Charlaine Harris, l’autrice dei romanzi, è stata intervistata dai colleghi di Booksblog (dove potrete leggere il resto della chiacchierata). La saga, ambientata a Bon Temps una immaginaria cittadina della Lousiana vede il contrapporsi di vampiri, che si nutrono di sangue sintetico, ma anche di altre creature come lupi mannari e mutaforma, agli esseri umani che faticano ad accettarli. La serie è stata adattata per la tv da Alan Ball.

D.: Lei ha scritto una saga fantasy , ma la sensazione è che la serie si possa leggere come una metafora del diverso, “dell’altro”: quali possono essere i vampiri di questa società?

R.: Penso siano tutte quelle persone che vogliono far parte della società ma non riescono ad essere accettate. Nella serie, tutto ruota attorno a Sookie, la ragazza che vorrei essere, capace di affrontare tutte le situazioni a testa alta.

D.: Lei si è dichiarata molto contenta che i due protagonisti del telefilm Anna Paquin e Stephen Moyer stiano per convolare a nozze, in realtà per merito dei suoi romanzi: come immagina il loro matrimonio?

R.: Come minimo devo fare loro da testimone! Ma leggendo sui giornali le cose più strabilianti che riescono a fare i personaggi famosi quando si tratta di matrimoni, non so neppure se mi inviteranno all’evento…

D.: Mentre siamo già pronti per stappare la nostra bottiglietta di True Blood visto che la terza stagione è alle porte, che rapporto ha con Alan Ball che ha trasformato la storia di Sookie Stackhouse nel fenomeno True Blood?

R.: Non dico ad Alan come scrivere il suo show e lui non dice a me come scrivere i miei libri. Abbiamo un ottimo rapporto, di rispetto reciproco e di ammirazione, penso che i libri siano un bene per la serie e la serie è stata sicuramente un bene per i libri, ma sono due mezzi diversi e credo rispettabili entrambi. La prima volta che ho visto il pilota ne sono rimasta sbalordita. Ho pensato che i miei vicini non mi avrebbero più guardata in faccia!

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