TRITATV: scompare la storia, zero doc
Chi documenterà la tv di oggi per il mondo (tutto, spettatori e non) di domani? La domanda la pongo dopo aver presentato un dvd con altri amici, e con Donatella Barazzetti, moglie di un regista che non c’è più- Antonello Branca-, fondatrice di una associazione intitolata al regista. L’occasione era costituita dal dvd con due
Chi documenterà la tv di oggi per il mondo (tutto, spettatori e non) di domani? La domanda la pongo dopo aver presentato un dvd con altri amici, e con Donatella Barazzetti, moglie di un regista che non c’è più- Antonello Branca-, fondatrice di una associazione intitolata al regista.
L’occasione era costituita dal dvd con due documentari di Branca, scomparso ancora giovane, intitolati “Seize the time”, dedicato alle pantere nere americane, e “What’s happening?”, dedicato ai grandi artisti dell’avanguardia americana. Entrambi i film erano stati girati nell’America degli anni Sessanta, quella della guerra in Vietnam e de pacifismo usa, quella dei Wharol, dei Rauchenberg, del Living Theatre e del new american cinema.
Si tratta di un dvd molto utile perchè salta la barriera del silenzio documentaristico delle tv generaliste (prese dai reality e dai talk show), e ci riporta a un’epoca lontana, ma non lontanissima, in cui esisteva un vero e proprio conflitto aperto fra la informazione delle tv generaliste (parlo anche di quelle straniere) e la cosiddetta informazion indipendente resa possibile da sempre più agili strumenti di ripresa sonora e visiva.
Nel contrasto poteva accadere che persone come Branca- un professionista, un artista- riuscissero a trovare spazio alla Rai che trasmise dei suoi doc in Tv7, una rubrica un tempo prestigiosa, in cui Branca raccontava ad esempio con immagini forti, strazianti e indimenticabili il disastro del Vajont in cui morirono migliaia di persone. Qualcosa che poi si è ripetuto molto raramente. Una denuncia seria, una rappresentazione senza reticenze sulle responsabilità anche politiche della sciagura.
“Seize the time” e “What’s happening?” risultato anch’essi ugualmente forti, carichi di voglia di mostrare e di capire senza ombre. Le ragioni dei neri sono esposte nel primo con chiarezza , con la voglia di documentare e non di falsificare le stesse ragioni e il movimento delle pantere nere per ordini superiori o per la grancassa ostile di certi massmedia.
Le ragioni degli artisti, capaci di intuire l’ormai vicino tramonto del sogno americano, sono raccontate senza interferenze. Due doc in cui si vede un album storico che chiama in causa anche chi guarda, ossia chi è parte di quella realtà, almeno come osservatore e si vuole rendere conto.
La qualità di quel lavoro, ora impresso nel dvd, fa pensare alla tragedia della informazione e dei doc d’oggi. Gli speciali dei tg sono code noiose e ripetitive, o banalmente integrative, degli stessi tg, i quali ormai ogni giorno di più organi quotidiani di veline e veleni, molto pasticciati fra politica politicante, cronaca nera, gossip e curiosità, molto cibo e pochissimo arrosto. Nulla o pochissimo resta.I doc fuori dai tg o dagli speciali , sempre meno trasmessi, sono peregrini pellegrinaggi dal sapore stantio. Si occupano magari del mondo ma non ce lo fanno vedere, lo nascondono nel cellophane turistico e di costume. Mai profondità o approfondimento.
Il dvd di Branca, ed ecco il ritorno alla domanda iniziale, ricorda seriamente che non sappiamo dove girarci per guardare e capire, persino i canali satellitari (che sono comunque meglio) risultano precipitosi, stucchevolmente preoccupati di passare in archivio fatti e personaggi.
E rieccola la domanda: la storia di oggi sarà fatta un bel dì solo di frammenti di notizie, voci di portavoce, scazzi o evanescenze? Temo di sì.
Il motivo è chiaro: mancano le condizioni, lo spazio per giornalisti non impalati, per autori di doc senza i paraocchi preventivi,per operatori non umiliati dalla consegna di riprendere il meno possibile e in fretta.
Insomma, siamo al paradosso. Ci sono canali e mezzi leggeri, ci sono giovani e meno giovani di grandi capacità, ma i palinsesti e i dirigenti tv prendono “ordini” dalla immensa centrale del qualunquismo mediatico. Qualcuno riesce a non andare a fondo. Almeno per adesso. E dopo?Da domattina?
Italo Moscati