Tributo Omaggio a una brava attrice
Al di là della mia innegabile passione per Vanity Fair, che ho di recente smussato per evitare monotematismi, non posso proprio trascurare un’intervista davvero toccante pubblicata sul numero attualmente in edicola. Riguarda un personaggio di cui si è qui parlato, seppur indirettamente, piuttosto di recente: una brava (e sacrificata) attrice come Maria Rosaria Omaggio. Lo
Al di là della mia innegabile passione per Vanity Fair, che ho di recente smussato per evitare monotematismi, non posso proprio trascurare un’intervista davvero toccante pubblicata sul numero attualmente in edicola. Riguarda un personaggio di cui si è qui parlato, seppur indirettamente, piuttosto di recente: una brava (e sacrificata) attrice come Maria Rosaria Omaggio. Lo spazio dedicatole dalla rivista mi ha colpito per una confessione importante fatta dall’artista in questione: quella di non poter avere figli. Tuttavia, senza nessun pietismo e come spunto per parlare di un progetto su cui ha deciso di investire tutta la propria passione: il Teatro dell’Unicef. Si tratta di un’iniziativa a scopo di beneficenza che vede dieci grandi autori, tra cui Dacia Maraini e Cristina Comencini, Andrea Camilleri e Alda Merini, alle prese con la scrittura di un testo, poi affidato a stimati registi e attori del palcoscenico. E’ questo il modo – ha confessato l’Omaggio – per prendersi cura dei bambini colmando il proprio desiderio materno.
Nel corso dell’interessante intervista, l’attrice ha avuto modo di ripercorrere l’esperienza della sua carriera che la vede tuttora legata ai ricordi del pubblico televisivo. Ovvero Edera, il primo teleromanzo non solo italiano, ma europeo (22 puntate), che ultimamente ha rispolverato la nostra Debora riscuotendo grande consenso generale.
Maria Rosaria ha dichiarato che le è capitato più volte di interpretare ruoli di madre, ma che la più forte è stata propria la parte ricevuta in Edera, dove Nicola Farron, nel ruolo di suo figlio, era nella realtà più giovane di lei di appena sei anni:
“Ero la terribile Leona, una donna che fa di tutto perchè il figlio non sposi la ragazzetta orfana (Agnese Nano) di cui è innamorato. E arriva persino a sparargli. Mi sentivo una Medea in tailleur, però molte madri si riconobbero in quell’eccesso di morbosità italiana”.
Più di recente, l’Omaggio è stata la madre di Lorenzo Lavia, primogenito del noto attore di teatro Gabriele, in Don Matteo. Ora dice di voler fare una fiction per raccontare la sua storia, che è quella di tante donne, fra cui si instaura una forma di solidarietà segreta. Tra un’Assunta Spina dell’ultim’ora e una Fiona May allo sbaraglio sul set non c’è posto per una come Maria Rosaria Omaggio, banalmente accostata a ruoli di maniera che l’hanno dipinta talora come caratterista e invece carica di un grandissimo potenziale emotivo-espressivo?
L’arda sentenza la lasciamo ai palinsesti.
Ma Tvblog, quantomeno, fa sentire la propria voce perchè si dia maggior spazio a una professionista che lavora seriamente e non fa capricci da star…