Tribù – Europa 19, Fabio Vitale a Blogo: “Diamo voce ai politici, dettando temi e andando oltre i toni. La sfida del giornalismo? Poter fare domande”
Dopo Italia 18, Fabio Vitale ci porta alla scoperta dei tanti volti dell’Europa con un format ‘plastico’ e veloce, in onda fino alle Europee del 26 maggio nell’access prime time di Sky Tg24.
Raccontare l’Europa, e l’Italia, che cambia, dettare anche una nuova agenda politica sui temi dell’Unione e capire dove sta andando l’Italia: questo e molto altro nel nuovo approfondimento di Sky Tg24, Tribù – Europa 19, al via questa sera, martedì 2 maggio, dalle 20.20 alle 20.30 sul canale 50 del DTT (nonché 100 e 500 di Sky). Una pillola densa e veloce condotta da Fabio Vitale, già apprezzato timoniere della striscia dedicata alle Politiche 2018 nonché degli ultimi Confronti di casa Sky Tg24, con il faccia a faccia tra i candidati alle Primarie PD ultimo in ordine di tempo.
Classe 1986, Fabio Vitale ha l’aplomb e l’autorevolezza riconosciuta alle più ‘anziane’ firme del giornalismo politico italiano e uno stile nella conduzione decisamente riconoscibile, non rutilante ma tagliente senza essere sprezzante. In un certo senso ‘spiazzante’ per l’interlocutore troppo sicuro di sé: e vedremo cosa ci riserverà in queste (circa) tre settimane che ci dividono dalle Elezioni Europee del prossimo 26 maggio. Di fatto abbiamo avuto l’occasione, e il piacere, di chiederlo direttamente a lui, a poche ore dal debutto di questa nuova striscia che mescola format già testati a un tentativo di raccontare al pubblico a casa, ma anche ai politici ospiti, i tanti volti di un’Europa sempre più appiattita da una narrazione conflittuale che rischia di far perdere di vista la ricchezza del patrimonio politico, sociale e culturale di quell’Unione che l’Italia ha contribuito a fondare.
Cos’è Tribù – Europa 19?
Tribù è uno spazio per raccontare questa Europa che cambia e come cambia l’Italia. Il concetto di tribù ha due aspetti. Qello positivo richiama la famiglia, il villaggio, un gruppo di persone che vive bene tra loro, ma in sé ne ha anche uno negativo, che riguarda la debolezza: quando un popolo è diviso in tribù, come lo è oggi quello europeo che conta sovranisti e unitari, pro-euro o anti-euro, è un popolo debole. E quindi volevo raccontare queste tribù che vanno al voto, che si trovano di fronte a un passaggio storico che rende queste elezioni europee più importanti di quelle degli ultimi decenni, e volevo raccontarlo nei suoi punti forti e in quelli deboli, per capire più che altro dove andremo noi.
Siamo lontani dalle classiche ‘tribune elettorali’ direi…
Assolutamente sì. Sinteticamente Tribù Europa 19 è la possibilità di dar voce ai leader per studiare e capire le loro idee, ma allo stesso tempo ci dà la possibilità di imporre noi alcuni temi, facendo ascoltare ai politici punti di vista che di solito magari non ascoltano, come quelli dei giovani che lavorano o studiano in giro per l’Europa. In ogni puntata, infatti, ci sarà un ragazzo in Erasmus che racconterà un problema di un italiano o di un europeo che vive all’estero: stiamo ricevendo tanti spunti, tante segnalazioni, tante storie che manderemo in onda da stasera in poi.
Come dicevi, il concetto di ‘tribù’ richiama due aspetti, quello della comunità e quello della debolezza. Non è che la scelta del titolo vuole velatamente richiamare gli usi un po’ tribali che sta adottando la politica italiana negli ultimi tempi?
Diciamo che i toni ‘tribali’ non sono nuovi a ridosso di una campagna elettorale. L’anomalia forse è che vengano usate anche per le Europee, elezioni in passato hanno attirato poco l’attenzione degli osservatori e degli stessi politici. Questa volta è diverso: il peso politico e storico di questa partita si vede anche dai toni della campagna. La sfida, però, è quella di andare oltre i toni per capire se ci sono delle idee dietro quelle parole.
Di fronte a una situazione politica come la nostra, sempre più evanescente e sfuggente, in cui si dice tutto e il contrario di tutto, non c’è un po’ di scoramento da parte di chi, come te, si occupa di informazione politica da anni?
Sinceramente no. Dal 4 marzo, e anche un po’ prima di allora, la politica ci ha dato talmente tanti spunti e stravolgimenti che, da addetti ai lavori, è sempre uno stimolo raccontarla, diciamo così. E’ l’approccio quello che fa la differenza: il punto è riuscire a trovare un modo, magari più laterale, per raccontare quello che succede.
In che modo?
Parto proprio da Tribù – Europa 19: un modo è quello di raccontare l’Europa e quel che ci si aspetta partendo dalle esperienze dei giovani e degli Erasmus, di cui abbiamo accennato. Un altro è quello di mettere a confonto personaggi di primo piano della politica con scrittori, uomini di cultura. Già con Italia 18, per le Politiche dello scorso anno, abbiamo visto che il confronto sulle idee, sopratutto su quelle dei giovani, ha una potenza inattesa agli occhi e alle orecchie dei politici, anche i più navigati.
Quando si parla di un format “che esce dagli studi” cosa s’intende?
Questo aspetto lo vedremo più compiutamente a partire da domani, venerdì 3 maggio, quando sarà ospite il primo leader di partito della serie, il Segretario del PD Nicola Zingaretti. Lo accoglierò al suo arrivo all’ingresso della nostra sede, lo accompagnerò fino allo studio, ma l’intervista partirà di fatto già in ascensore. Una sorta di lungo piano sequenza che porterà il protagonista fino alla one to one. Questa formula riprende in parte l’esperienza di Italia 18 è dedicata esclusivamente ai leader di partito ed è tutta assolutamente in diretta. Mi piace ribadirlo perché anche l’anno scorso da casa c’è chi sospettò che fosse tutto registrato. E invece no: l’ospite arriva alle 20.20 e ha inizio questa passeggiata/intervista che culmina al tavolo dove ci ritroveremo per capire un po’ meglio che idea ha del suo partito, dell’Italia e dell’Europa.
Un format plastico, quindi: one-to-one con i leader di partito, confronto a più voci su spunti e temi politici con esponenti di spicco della scena pubblica…
Esatto. Stasera iniziamo con un personaggio di primissimo come il sindaco di Milano Giuseppe Sala che non ha mai nascosto anche ambizioni nazionali, ragione per la quale cercheremo di capire da lui qual è la sua idea e anche di una sua eventuale ‘corsa’ in altre partite, non milanesi diciamo. Con lui ci saranno due ospiti, il giornalista Alessandro Giuli e il direttore de La Stampa Maurizio Molinari. Per fare un altro esempio, in una delle puntate della prossima settimana avremo Mara Carfagna, sulla quale si concentra un interesse sempre più crescente anche alla luce della situazione dentro Forza Italia, e con lei avremo il direttore del Foglio Claudio Cerasa e Carlo Gabardini, scrittore, sceneggiatore, attore, insomma una bella mente, così come confronteremo un’esponente della Lega con Walter Siti, premio Strega 2013 con “Resistere non serve a niente”.
La formula del ‘tavolo’ eterogeneo non rischia magari di sovrapporsi ad altri talk dell’access? Il pensiero va subito a Otto e mezzo, anche se Tribù di fatto finisce prima che la Gruber inizi su La7…
Guarda, le differenze non mancano. Intanto a Tribù vedremo una scenografia francamente mai vista prima con un look and feel grafico di grande impatto, ideato e prodotto da illustratori e animatori, e quindi già l’immagine cambia. Abbiamo i ragazzi, abbiamo contributi e proporremo quel ‘giochino’ Erasmus che abbiamo inaugurato nel confronto tra i candidati per le Primarie del PD…
Beh, diciamo che la domanda “Con chi andresti all’Erasmus” è diventata un cult col confronto tra Zingaretti, Martina e Giachetti (e chi l’ha persa puo recuperarla qui, ndr)…
Quello è solo apparentemente un giochino perché, in base alle risposte, ci permette di capire meglio quali siano le reali volontà di condividere spazi e tempi con altri leader politici. Inoltre mi piace ricordare lo spazio con Pamela Foti che ci racconterà quello che succede in quei minuti sui social, dai quali ci aspettiamo tante domande e tanti spunti. E ci saranno anche alcune chicche che abbiamo preparato per i vari ospiti.
Ma Salvini verrà nelle one-to-one?
Salvini verrà, così come verranno Di Maio, Giorgia Meloni e confidiamo al più presto di avere anche Silvio Berlusconi.
Cosa pensi manchi al giornalismo italiano nel racconto quotidiano della politica?
Guarda, la vera sfida è quella di non accontentarsi di ciò che i politici vogliono comunicare attraverso i social. E’ comodo per loro e rischia di diventare comodo per noi: da una parte c’è il leader politico che vuole comunicare qualcosa e lo fa nei modi e nei tempi che decide lui, postando qualcosa o facendo una diretta social; dall’altra c’è il giornalista che può riprenderlo, mandarlo in onda o riportarlo su giornali e siti. Così, però, il politico si sottrae al nostro lavoro, cioè quello di fare domande. Quindi il vero sforzo è quello di mantenere lo schema tradizionale, ma in un’accezione assolutamente positiva, ovvero pretendere delle risposte alle domande. E avere anche la possibilità di farle, queste domande.
Lo chiedo da assoluta fan del format dei Confronti pre-elettorali, che sono stati sempre una bandiera per Sky Tg24: è immaginabile un Confronto per le Europee, magari da trasmettere più a ridosso della data delle Elezioni?
Sky è sempre stata la casa del confronto e lo sarà ancora. Storicamente, però, i confronti sono sempre stati fatti per partite italiane, come le Politiche e le Primarie. La struttura delle Europee è molto diversa da quelle delle nostre elezioni: il rischio di creare disparità è alto. Ma per la prossima occasione utile la nostra disponibilità c’è sempre e speriamo anche quella dei vari partiti.
Beh, non possiamo che ringraziarti e farti l’in bocca al lupo per stasera. Ma prima di lasciarti, una domanda nasce spontanea: ma tu l’Erasmus l’hai fatto?
No, e lo ripiango tantissimo (sorride). Non sai che invidia che ho per questi ragazzi che hanno negli occhi una luce particolare: ed è bellissimo che nonostante siano passati tanti anni dall’inizio di questo programma, continui ad appassionare tantissimi ragazzi.
E non possiamo che essere d’accordo. L’idea di poter viaggiare e studiare all’estero perché magari semplicemente ‘va’ è una conquista di libertà e di crescita che non va mai data per scontata. E anche per questo sarà interessante sentire le proposte e il racconto dell’Europa da chi la vive davvero e quotidianamente con Tribù – Europa 19, da questa sera, 2 maggio, alle 20.20 su Sky Tg24.