Tredici, Reed Hastings a chi critica il rinnovo della serie: “Non siete costretti a guardarla”
L’amministratore delegato di Netflix Reed Hastings risponde alle critiche sul rinnovo di Tredici per una terza stagione
Proprio come l’anno scorso: Tredici continua a far discutere per i suoi contenuti e, nonostante le numerose polemiche suscitate, Netflix si tiene ben stretto il teen drama rinnovandolo per una terza stagione. Un’assurdità, secondo molti: non solo coloro che criticano la trama di uno show che, nelle loro opinioni, si sarebbe potuto tranquillamente concludere alla prima stagione, ma anche di quei genitori preoccupati per i temi veicolati dal telefilm stesso.
Partiamo da questi ultimi: ci riferiamo al Parents Television Council, che fin dalla prima stagione della serie è stata fortemente scettica. La rappresentazione di un tema come il suicidio (quella di Hannah Baker, interpretata da Katherine Langford) all’interno di una serie rivolta prevalentemente agli adolescenti, secondo l’associazione, rischia di renderlo affascinante. Una preoccupazione che spinse Netflix, l’anno scorso, ad inserire prima di ogni episodio un cartello che invitava i giovani spettatori a visitare un sito contenente tutti i centri di ascolto presenti in America.
Con l’arrivo della seconda stagione, le polemiche non si sono placate, ma sono invece aumentate: già ad aprile, il PTC aveva chiesto a Netflix di ideare un sistema che oscurasse certi contenuti del proprio catalogo adatti solo ad un pubblico adulto, riducendo il costo mensile dell’abbonamento.
Una richiesta che è stata ribadita dall’associazione dopo la notizia del rinnovo per la terza stagione:
“Netflix ha consegnato una bomba ad orologeria a quei ragazzi che seguono Tredici. I contenuti e le tematiche della seconda stagione sono addirittura peggiori di quanto ci aspettassimo. Ci sarebbe piaciuto che ci fossero state tredici ragioni per redimersi dopo la rappresentazione del suicidio di una ragazza nella serie, ma invece che andare in questa direzione, la seconda stagione provoca solo scoraggiamento”.
“Condanniamo Netflix per aver rinnovato Tredici”, prosegue il PCT. “Hanno già le loro mani potenzialmente sporche di sangue per continuare a tenere questa serie -con la rappresentazione del suicidio, la sodomizzazione di un ragazzo ed una potenziale sparatoria in una scuola (motivo per cui la festa della premiere, che si sarebbe dovuta tenere poco dopo una vera sparatoria in un liceo, è stata annullata, ndr), oltre ad altri contenuti da adulti- a disposizione dei bambini”.
[accordion content=”La seconda stagione di Tredici, in effetti, dopo aver raccontato il suicidio della protagonista espande il proprio racconto, arrivando anche a raccontare del piano progettato da una ragazza, vittima di un abuso sessuale, di compiere una sparatoria nella propria scuola per vendicarsi.” title=”-Attenzione: spoiler sulla seconda stagione-“]
A queste critiche, come accennato, si aggiungono quelle dei semplici spettatori che, dopo aver già storto il naso durante la prima stagione (l’antipatia della protagonista è stato uno dei temi più chiacchierati dopo la pubblicazione della serie) si chiedono se sia davvero necessario produrre altre stagioni.
Ma i numeri parlano chiaro: Tredici è un successo di pubblico, il che è un toccasana per Netflix che, nell’ultimo anno, ha perso ben 39 milioni di dollari dopo la decisione di interrompere qualsiasi collaborazione con Kevin Spacey, accusato di molestie da un attore (con il conseguente slittamento dell’ultima stagione di House of Cards e la mancata distribuzione del film “Gore”).
Anche per questo, oltre che, ovviamente, per il buzz che la serie crea, Tredici è stata rinnovata. E se a qualcuno non dovesse piacere o non la trovasse gradevole, la risposta più ovvia arriva dall’amministratore delegato di Netflix Reed Hastings:
“Tredici è stato un grande successo. E’ un contenuto che aggancia il pubblico. E’ una serie controversa, nessuno è costretto a guardarla”.
Almeno i detrattori della trama sono stati zittiti.
[Via DeadlineHollywood]