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Tra scienza e filosofia, i Simpson fanno scuola

Fenomeno inarrestabile da vent’anni a questa parte, con una schiera di fedelissimi invidiata anche dai più grandi show televisivi americani e non, “I Simpson” continuano a far parlare, anche fuori dallo schermo.Il film, di cui sia CineBlog che TvBlog si sono occupati, è entrato di diritto tra le pellicole d’animazione più famose del cinema: a

30 Ottobre 2007 10:03

Fenomeno inarrestabile da vent’anni a questa parte, con una schiera di fedelissimi invidiata anche dai più grandi show televisivi americani e non, “I Simpson” continuano a far parlare, anche fuori dallo schermo.

Il film, di cui sia CineBlog che TvBlog si sono occupati, è entrato di diritto tra le pellicole d’animazione più famose del cinema: a testimoniarlo non ci sono solo i 500 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, ma anche l’effetto tormentone creato dal nuovo personaggio di SpiderPork.
Fin quando si parla di Homer & Co. come di semplici personaggi televisivi, però, tutto torna nell’ambito di una normale analisi televisiva e sociologica.
Ma quando iniziano ad uscire una serie di libri dedicati alla famiglia più gialla d’America sotto aspetti che usano solo come pretesto gli episodi andati in onda per trattare temi di più ampio respiro, la situazione diventa unica nel suo genere.

Una situazione che si rispecchia anche negli episodi, in cui è possibile rintracciare diversi livelli di lettura: quello della singola puntata, ma anche quello della vita dei personaggi, così come il livello umoristico, quello ironico, e le numerosissime citazioni, che di fatto creano (così come gli stessi autori hanno spesso dichiarato) un “gioco” tra chi segue lo show e chi lo fa, nel quale ci si diverte da un lato ad inserire riferimenti artistici più o meno noti e dall’altro si cerca, addirittura con l’aiuto del fermo immagine, di rintracciare la suddetta citazione.
Un trend, questo, che ha fatto scuola: basti pensare ai “cugini” dei Simpson, ovvero “I Griffin”, che nelle varie citazioni inseriscono tutto il cinismo di cui gli autori sono capaci, senza badare troppo alla censura.

La carta stampata non poteva non riversare un po’ d’inchiostro sulla questione, e così, da qualche anno a questa parte sono usciti, appunto, alcuni libri che hanno preso spunto dall’opera di Matt Groening per scrivere numerose pagine dedicate ai cittadini di Sprigfield.

Uno dei primi libri usciti è stato “I Simpson. Una famiglia dalla A alla Z” (Guido Michelone, Bompiani), in cui, attraverso il pretesto del dizionario, si potevano già trovare interessanti analisi sul fenomeno Simpson.
Con gli anni, però, l’attenzione è uscita dal campo mass-mediatico per andare verso altre discipline: si giunge così al 2005, anno di uscita de “I Simpson e la filosofia” (Isbn Edizioni), raccolta di saggi in cui numerosi filosofi e studiosi estrapolano dalla narrazione e dai dialoghi di più di trecento episodi la materia necessaria per dimostrare come, ad esempio, Homer abbia a che fare con Aristotele più di quanto si pensi, o che Bart è un modello di comportamento nichilista…

A settembre è arrivato “I Simpson. Il ventre onnivoro della tv postmoderna”, (Bulzoni ed.), citato in Booksblog, una sorta di riepilogo dei numerosi approfondimenti sociologici che sono stati ispirati dai personaggi principali del cartone.

L’ultimo nato (è sui scaffali da qualche settimana) è “La scienza dei Simpson” (Sironi Editore), di Marco Malaspina, che racconta di quanti riferimenti scientifici siano presenti nel cartone, che ha avuto tra l’altro numerose guest star del settore (uno tra tutti, l’astrofisico Stephen Hawking). Gli stessi riferimenti sono inoltre legati a problemi di stretta attualità o sono comunque parte integrante della struttura dello show: non a caso Homer lavora in una centrale nucleare, gli esperimenti di Lisa vincono quasi sempre il primo premio scolastico e uno dei personaggi “secondari” ed anche uno dei più buffi è lo scienziato Frink.
Certo, come dice lo stesso autore, il libro non si propone come un manuale, piuttosto “terrà desta la vostra dote di scetticismo e approccio critico, per continuare a esercitare il pensiero indipendente”, proprio come da vent’anni fanno “I Simpson”.

I SimpsonItalia 1