Toto Emmy 2010 – Miglior attrice protagonista di una serie drama

Siamo sempre più vicini ai prossimi Emmy Awards, che andranno in onda il 29 agosto sulla Nbc. Torniamo, allora, ad occuparci dei nostri Toto Emmy 2010, con l’ultima categoria dedicata agli interpreti, ovvero “Miglior attrice protagonista di una serie drama”. La prossima settimana entreremo nel vivo delle votazioni, con le categorie dedicate alle migliori serie.

Finalmente, troviamo qualche bella novità: si va da Julianna Margulies, per il nuovo “The Good Wife”, passando per January Jones (“Mad Men”), per la prima volta candidata in questa categoria, così come Connie Britton, protagonista femminile di “Friday Night Lights”.

Verrà premiata la novità o si resterà alle conferme degli scorsi anni? Dopo il salto, una breve descrizione delle nominate. Vi ricordiamo che potete ancora votare per le categorie:
–miglior attore protagonista di una serie drama;
–miglior attore protagonista di una serie comedy;
–miglior attore non protagonista di una serie drama;
–miglior attore non protagonista di una serie comedy;
–miglior attrice protagonista di una serie comedy;
–miglior attrice non protagonista di una serie drama;
–miglior attrice non protagonista di una serie comedy.

Chi secondo voi merita l’Emmy 2010 come miglior attrice protagonista di una serie drama tra…

Julianna Margulies per il ruolo di Alicia Florrick in “The Good Wife” (Cbs): 44 anni, l’ormai ex infermiera Hathaway in “Er” (che le diede sei nomination agli Emmy) è tornata alla ribalta con questo personaggio, che le ha regalato un Golden Globe. Alicia, tradita dal marito, si rimbocca le maniche e torna a lavorare come avvocato. La brava moglie ora deve essere più furba: un compito non facile, ma forse proprio per questo il pubblico si è affezionato subito a lei ed alla sua storia. Perdonerà Peter? Siamo solo alla prima stagione…

Mariska Hargitay per il ruolo di Olivia Benson in “Law and order: unità speciale” (Nbc): 46 anni, 7 nomination ed un Emmy vinto. Il Detective Benson vive il suo lavoro con passione ed empatia verso le vittime che deve aiutare. E’ dotata di grande coraggio: molti casi hanno a che fare con violenze sessuali, argomento che la tocca da vicino dal momento che lei è nata da uno stupro. La ricerca di suo padre non aiuterà a risolvere il suo conflitto interiore, ma la presenza del detective Stabler, con cui ha un’amicizia e niente di più, la fa sentire al sicuro.

Glenn Close per il ruolo di Patty Hewes in “Damages” (Fx): inutile dire chi sia la Close che, a 63 anni, ha raccolto cinque nomination agli Oscar, 12 agli Emmy e tre statuette vinte, due delle quali negli scorsi anni grazie a questo personaggio, uno dei migliori scritti di recente. Chi sia Patty, nessuno lo sa bene, neanche lei, che nel suo lavoro è entrata così tanto da diventarne un tutt’uno. Ogni sua azione ha una giustificazione, ma non è detto che sia sempre dalla parte del bene. Eppure, il suo fascino è magnetico anche quando sbaglia.

Kyra Sedgwick per il ruolo di Brenda Leigh Johnson in “The Closer” (Tnt): 5 nomination consecutive senza nessuna vittoria per l’attrice 45enne che prova anche quest’anno a portarsi a casa la statuetta con l’interpretazione di Brenda, dotata dell’abilità di entrare in ogni caso ed uscirne con la soluzione. Sa essere forte, aggressiva, tenace, ma sa qual è il suo obiettivo, e lavora per quello.

January Jones per il ruolo di Betty Draper in “Mad Men” (Amc): 38 anni, è la sua prima nomination agli Emmy. Betty è cambiata tanto in questi anni: dalla psicoterapia alla consapevolezza dei tradimenti del marito, ora non è più una semplice donna di casa, ma segue una serenità che, forse, non riuscirà a trovare. Ma per lei le sorprese non sono finite…

Connie Britton per il ruolo di Tamy Taylor in “Friday Night Lights” (Direct Tv): insieme a Kyle Chandler, suo partner in questa serie, è la sopresa degli Emmy 2010. A 43 anni riceve la prima nomination, dopo essere stata Nikki in “Spin City”. Tamy spesso consiglia il marito sulle scelte da prendere, e lo accompagna con fedeltà ed amore. Questo non vuol dire che sia marginale, anzi: anche lei ha le sue lotte, che l’hanno portata a dimettersi dal ruolo di preside del liceo in cui lavorava per tornare ad essere consulente scolastica.