Torneo 6 Nazioni, su DMAX il rugby in pillole con due magazine di Simona Ercolani

Che DMAX stia investendo massicciamente nella promozione dell’esclusiva del Torneo RBS 6 Nazioni (al via il 1° febbraio in esclusiva sul canale 52 del DTT) è a dir poco indubbio: dopo aver arruolato Chef Rubio come Cacciatore di tifosi e aver costellato il palinsesti di speciali sulla palla ovale, ora scende in campo ‘la fanteria’ con un ciclo di “pillole spotlight” che raccontano il rugby con due appuntamenti quotidiani a striscia.

A firmare le due ‘docufiction’ ci pensa il team di “Sfide“, guidato da Simona Ercolani, il che dà già indicazione sullo stile e sul tono con cui i due magazine entreranno nel mondo del rugby: e chi ama “Sfide” (o il recente “Sconosciuti”) sa già di potersi fidare.

Come dicevamo, sono due i magazine trasmessi da DMAX, uno dedicato ai cinque avversari dell’Italia, l’altro studiato per far conoscere i giocatori azzurri.

Partiamo dal primo, “5 avversari per la meta“, nel quale il ct azzurro Jacques Brunel si traveste da ‘investigatore’ e mostra al pubblico il suo personale ‘dossier’ su ciascuno dei cinque temibili avversari della Nazionale italiana. Un modo per raccontare non solo la storia dei vari team, ma anche le caratteristiche fisiche e tecniche, nonché le tradizioni e le curiosità, di Inghilterra, Francia, Scozia, Irlanda e Galles.

Come invece suggerià il titolo, in “15 per la meta” si presentano i 15 giocatori della Nazionale azzurra. Tra filmati e ‘confessionali’ realizzati ad hoc, ciascuno degli Azzurri si presenterà al pubblico tv, da quello già appassionato a chi invece si avvicina per la prima volta a questo sport. Tra vita privata e vicende sportive, tra casa e spogliatoio, si raccontano Andrea Masi, Giovanbattista Venditti, Tommaso Benvenuti, Alberto Sgarbi, Luke McLean, Luciano Orquera, Edoardo Gori, Capitan Sergio Parisse, Simone Favaro, Alessandro Zanni, Marco Bortolami, Francesco Minto, Martin Castrogiovanni, Leonardo Ghiraldini, Mauro Bergamasco.

Insomma, DMAX sta facendo di tutto per far innamorare gli italiani del rugby: in sé la cosa non è affatto difficile, ma bisogna almeno riuscire a farlo conoscere ai più abitudinari. E ho il sospetto che le iniziative della rete per il 6 Nazioni 2014 non finiscono qui.