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Tom Mockridge al vetriolo: “Ambrogetti parla per DGTVì o per Mediaset?”

L’attacco di Sky a Mediaset e al Presidente di DGTVì, Andrea Ambrogetti, arriva a mezzo comunicato stampa. L’Amministratore Delegato di SKY Italia, Tom Mockridge, è velenoso e lancia una duplice accusa. La prima a Confalonieri, che durante la quinta conferenza sul digitale terrestre ha parlato degli 800 milioni di euro investiti da Mediaset sulla nuova

pubblicato 5 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:03


L’attacco di Sky a Mediaset e al Presidente di DGTVì, Andrea Ambrogetti, arriva a mezzo comunicato stampa. L’Amministratore Delegato di SKY Italia, Tom Mockridge, è velenoso e lancia una duplice accusa. La prima a Confalonieri, che durante la quinta conferenza sul digitale terrestre ha parlato degli 800 milioni di euro investiti da Mediaset sulla nuova tecnologia. L’AD di Sky si domanda se non si stesse riferendo ai soldi investiti dallo Stato attraverso incentivi e sovvenzioni per decoder, con tono più che polemico.

A Mockridge non è andato giù il mancato invito di Cielo alla conferenza e la presa di posizione di Ambrogetti che ha dichiarato “adesso che l’Italia è digitale, nessuno si illuda di presentarsi pretendendo di accedere a questo sistema” con chiaro riferimento alla pay tv di Murdoch che sta per ottenere il via libera dell’Europa per partecipare alle gare di assegnazione dei nuovi mux digitali.

Parlava come Presidente di DGTVì o come Direttore Relazioni Istituzionali di Mediaset?
In molti hanno il sospetto che i due ruoli coincidano in maniera preoccupante per la tanto decantata concorrenza nel mercato televisivo. Dopo il continua il comunicato stampa completo.

Ho appreso che oggi, durante una conferenza dedicata al digitale terrestre, il Presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il Presidente di DGTVì, Andrea Ambrogetti, hanno parlato molto di SKY. Gli sono grato perché questo conferma quanto sia centrale il ruolo che SKY ha svolto, e continuerà a svolgere, nella crescita del mercato televisivo italiano sia in termini di offerta per il pubblico che di concorrenza tra operatori.

Mi permetto, però, una breve riflessione: quando il mio amico Confalonieri fa riferimento all’investimento di 800 milioni di euro immagino parli di soldi della sua azienda e non delle centinaia di milioni di euro dei contribuenti italiani spesi in questi anni per sostenere il passaggio al digitale terrestre attraverso sovvenzioni pubbliche, contributi alla comunicazione, ai decoder, ecc. Denaro di tutti speso con una promessa: accrescere l’offerta e la scelta disponibile per i cittadini, in parole povere, far entrare nuovi operatori nel mercato… che non mi pare sia quello che vuole il Presidente di DGTVì visto che oggi ha detto “adesso che l’Italia è digitale, nessuno si illuda di presentarsi pretendendo di accedere a questo sistema.”

Ma forse parlava nel suo ruolo di Direttore Relazioni Istituzionali di Mediaset, un’azienda che, comprensibilmente, lavora per mantenere la sua quota di mercato. Infine ho notato che oggi i miei colleghi di “Cielo” non sono stati invitati a parlare. Magari avrebbero potuto raccontare una storia interessante per chi vuole capire cosa sta succedendo nel mercato reale. Comunque a Cielo non si sono persi d’animo e si sono concentrati sulla promozione della messa in onda il prossimo 14 maggio di “Spiderman 3” , il primo blockbuster mondiale ad essere trasmesso in “prima tv in chiaro” non da Rai o da Mediaset ma da un nuovo, piccolo, concorrente digitale. Credo che questo sia esattamente lo spirito che dovrebbe animare il processo verso il digitale terrestre: concorrenza, offerta, scelta.

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