Tiraboschi su La Stampa: Preoccupazioni educative? Nessuna, mi interessano gli spot
Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1 dal 2002, ha concesso un’interessante intervista al quotidiano La Stampa a firma di Francesco Rigatelli. Alcune delle cose dette saranno già note agli osservatori più attenti, in particolare il disappunto contenuto, accompagnato da un certo orgoglio, per aver visto negli anni alcune delle “sue creature”, come Zelig, Dr. House
Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1 dal 2002, ha concesso un’interessante intervista al quotidiano La Stampa a firma di Francesco Rigatelli. Alcune delle cose dette saranno già note agli osservatori più attenti, in particolare il disappunto contenuto, accompagnato da un certo orgoglio, per aver visto negli anni alcune delle “sue creature”, come Zelig, Dr. House e Amici, passare a Canale 5, altre sono delle autentiche sorprese.
Il direttore della rete “giovane” di Mediaset parla fuori dai denti, non fa concessioni al politicamente corretto. Se gli si rimprovera la scarsa qualità di trasmissioni come La Talpa o simili non ha esitazioni: “Bisognerebbe che qualcuno scrivesse un decalogo su cos’è qualità“, lui di certo non ha intenzione di occuparsene in prima persona, il suo mestiere è un altro e spiega bene qual è.
Per Italia 1 e il suo pubblico non ha preoccupazioni “educative”: “qui si fanno trasmissioni mettere pubblicità. Noi garantiamo agli investitori circa tre milioni di telespettatori mentalmente giovani“. La battaglia legale di Mediaset a YouTube che di certo non attira le simpatie degli internauti? Giusto così: “YouTube è indietro sui contenuti, fa sciacallaggio e Mediaset cerca di rallentare la colonizzazione. Con la tv generalista in Italia si faranno ancora affari per 20 anni“. Non esattamente l’opinione di un progressista della comunicazione.
Aspirazioni e progetti per il futuro? Le idee più stuzzicanti sono naturalmente quelle più utopistiche come il ritorno di Santoro, che Tiraboschi richiamerebbe subito, o, in assenza del giornalista Rai, quanto meno un nuovo progetto per una trasmissione di approfondimento giornalistico sul modello di Anno Zero dopo gli scarsi risultati de L’Alieno di Mario Giordano e de L’Incudine di Claudio Martelli.
Da segnalare infine due frecciatine che Rigatelli non deve fare una gran fatica a tirargli fuori. La prima indirizzata all’ex iena “censurata” Alessandro Sortino (“Aveva torto: il suo servizio era a tesi“), la seconda a Fabio Volo, il conduttore-scrittore che vorrebbe riportare su Italia 1:
Siamo amici ma, raggiunto il successo, preferisce non confrontarsi con realtà competitive.